Qual è l'obiettivo principale quando si parla di illuminazione per interni? Disporre di una luce bella, calda, intensa ma abbastanza morbida, che non affatichi gli occhi e valorizzi l'ambiente in maniera soft e coinvolgente. Ottenere questo risultato sembra facile ma invece non è così. Per rendersene conto basta osservare l'illuminazione della nostra casa e delle case che frequentiamo abitualmente oppure prestare attenzione all'illuminazione degli ambienti pubblici che fanno parte dei nostri appuntamenti quotidiani (bar, ristoranti, negozi e banche). Senza bisogno di essere degli esperti ci si accorgerà che sovente qualcosa non va bene: ci sono fasci di luce quasi accecanti, in uscita da apparecchi schermati male o non schermati affatto, ci sono plafoniere che diffondono bagliori freddi e tetri, che mettono tristezza, oppure ci sono faretti che emanano un calore molto fastidioso, come se fossero apparecchi per il riscaldamento e non per l'illuminazione. E poi, soprattutto nelle case più che negli spazi pubblici, non è raro imbattersi in sorgenti luminose distribuite in maniera irrazionale.
Se, com'è confermato da studi e ricerche inappuntabili, la qualità della luce è in grado di contribuire alla qualità della vita, di farci star bene oppure di indisporci, rappresentando un ingrediente importante del nostro benessere psicofisico, perché allora le lampade vengono sovente scelte in maniera casuale oppure in base a criteri poco illuminotecnici e molto estetici? Ecco, qui sta il nocciolo della questione. "Fare luce e fare arredo" è uno tanti dei leit-motiv che hanno accompagnato la nascita della casa moderna, figlia del razionalismo e delle ricerche stilistiche e tecnologiche che hanno cadenzato la seconda metà del secolo scorso. Leit-motiv peraltro sacrosanto, se è vero che la casa va letta come una tavola sinottica della nostra sensibilità estetica e percettiva, con l'illuminazione per interni che vi concorre in termini non marginali. Solo che, nel tempo, "fare luce e fare arredo" è diventato sempre più fare arredo e sempre meno fare luce e le lampade sono divenute sempre più "belle forme luminose", cioè dei veri e propri oggetti d'arredo, e sempre meno "fonti di luce appropriata".
Per fortuna le cose stanno cambiando: alla parola "luce" ora viene spesso abbinato l'aggettivo "intelligente", che di per sé potrebbe anche essere un accostamento sospetto, visto che ormai tale specificazione è diventata come il prezzemolo e la si accoppia a tutto con eccessiva disinvoltura. Ma in questo caso l'abbinamento ci pare pertinente: perché le aziende produttrici hanno capito che il futuro del settore dell'illuminazione per interni si gioca su una crescente attenzione alla resa luminosa degli apparecchi, nell'intento di assicurarci il massimo di quel benessere psicofisico di cui si è detto, e anche perché le lampade più attuali, per le quali è in atto un'efficace - e finalmente "convinta" - collaborazione tra i designer e gli illuminotecnici, risultano in grado di rispondere confacentemente a specifiche esigenze di illuminazione, connesse con i vari ambienti della casa piuttosto che con le varie situazioni operative degli spazi pubblici. Nella casa, in particolare, questo significa fornire un servizio appropriato per ciascuna delle funzioni richieste: come illuminare un ambiente in modo diffuso e indiretto, come lavorare correttamente alla scrivania o al computer, come valorizzare al meglio pareti, librerie, vetrine, collezioni d'arte, e così via.
Al discorso della "luce intelligente" concorrono indubbiamente anche le novità messe a punto dalle più recenti ricerche, che hanno consentito di arrivare a tecnologie oltremodo interessanti, come la Lighting della 3M, che rende possibile concepire la luce in modo completamente nuovo e con applicazioni fino a ieri impensabili. Senza dilungarci in noiose spiegazioni scientifiche, è sufficiente annotare che questa nuova tecnologia 3M ha determinato lo sviluppo di pellicole le quali, inglobate in apposite guide ottiche, permettono di distribuire, direzionare, uniformare, guidare e miscelare sia la luce naturale che quella artificiale, arrivando a livelli di omogeneità, flessibilità e design nell'illuminazione per interni mai raggiunti prima.