se avete letto La Signora Dalloway e foste curiose di trovare un personaggio letterario che possa farle da contraltare, non immaginereste di trovarlo in un romanzo di
Agatha Christie.
La nostra giallista preferita scrisse sotto lo pseudonimo Mary Westmacott anche un paio di romanzi "rosa".
Ho preso "
Il deserto del cuore" solo per curiosità e con bassissime aspettative, invece sono inciampata in un romanzo breve ma denso e sorprendente, cataputata in poche pagine nel viaggio della protagonista.
Un viaggio innanzitutto fisico, di ritorno dall'Asia verso l'Inghilterra, ma che si ferma improvvisamente in pieno deserto. Un deserto che, pagina dopo pagina, finisce per rappresentare il vuoto emotivo di una donna che lì, e soltanto lì in mezzo al nulla senza niente da fare, inzia un viaggio introspettivo dentro se stessa.
La protagonista è Joan Scudamore, una donna di mezz'età, molto benestante, beneducata e benpensante, troppo presa dall'assicurarsi "il meglio" per il marito, i figli e la casa -una vita solida e invidiabile secondo le convenzioni sociali a cui ottusamente obbedisce-, non ha mai realmente colto i loro veri sentimenti e aspirazioni: non ha mai visto le crepe e i profondi crepacci del suo perfetto panorama.
Un piccolo romanzo costruito a indizi, una vera e propria indagine psicologica come uno dei migliori gialli di zia Agatha, ma tutt'intorno ad una donna
che non ha mai davvero vissuto.
Mettetelo sotto l'albero
