Stagionatura ottimale del legno e venature

#1
Buon anno a tutti :!: :!:
Si parla tanto del legno di oggi che è poco stagionato e di molti problemi dei mobili in massello o in multistarato dovuti ai movimenti del legno ( Fratture ,lineature , anomale laccature ecc) non ben stagionato. A questo proposito vorrei sapere quali sono i tempi ottimali di stagionatura almeno dei legni pregiati più usati.
Vorrei anche sapere se le piantagioni di alberi per mobili sono fatti con piante selezionate per la bellezza delle venature. Oppure vengono coltivate in modo particolare per aumentarne le dimensioni, per combattere certe malattie in modo che venga esaltata la bellezza del legno.
Insomma mi piacerebbe conoscere qualcosa di più su questo interessante argomento. Grazie
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: Stagionatura ottimale del legno e venature

#2
La stagionatura oggi nell'industria è al 90% artificiale, quindi i tempi sono molto ridotti. La seconda domanda credo ci voglia un biologo o un agronomo, spero non vorrai aprire il filone del ciliegio OGM e del rovere trans-gender :mrgreen:
L'Ottocento - Stosa - Minimal Cucine
Ripariamo cucine a gas...a domicilio :D

Re: Stagionatura ottimale del legno e venature

#3
miiiiiiiiiiii peppezi! Cominci bene l'anno!!!
Che la maggior parte dei legni disponibili oggi siano essiccati in forno, non v'è dubbio.
Però... che ne dite:

Gestione forestale

Il più vecchio progetto di utilizzo forestale della Foresta Rodella risale all’anno 1888. L’analisi dello sviluppo del bosco può essere quindi fatta su un lungo periodo di tempo e dimostra che le provvigioni di legname sono costantemente aumentate. A causa delle difficoltà di raccolta le quantità di legname annualmente utilizzabili (incrementi) non sono mai state sfruttate completamente. Attualmente l’Azienda Provinciale Foreste e Demanio svolge ogni anno le operazioni di esbosco più urgenti per evitare un eccessivo invecchiamento della foresta. In questa attività di ringiovanimento si cerca di favorire la rinnovazione naturale, lasciando nel bosco ceppaie e piante mature produttrici di semi. Nel bosco vengono mantenuti anche vecchi alberi morti, molto importanti sotto il profilo ecologico, come pure una notevole varietà di specie arboree. Scopo principale dell’Azienda è quello di mantenere un ecosistema stabile nel tempo affinché anche in futuro il Bosco Rodella possa svolgere al meglio la sua funzione di protezione, di produzione e svago.

Superficie: 272 ha
Provvigione: 39.818 mc (201 mc / ettaro)
Incremento annuo: 371 mc (1,87 mc / ettaro)
Ripresa annua: 355 mc
Specie legnose: abete rosso 55%, cirmolo 43%, larice 2%, singoli pini silvestri
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Il legname raccolto nelle foreste demaniali viene lavorato interamente nella segheria demaniale Latemar, presso Nova Levante. La quantità di legname segata annualmente oscilla tra 8.000 e 9.000 mc. Nella segheria sono occupate 6 persone e negli ultimi anni è stata completamente rinnovata e ricostruita.

Il legname del Latemar è molto apprezzato e conosciuto per la sua fibra eccezionale. Dal bosco alla segheria, la qualità del legno rimane inalterata per meritare il marchio di qualità “Latemar”.

Il tondame viene dapprima scortecciato tramite una macchina „scortecciatrice“. Una grossa sega circolare serve da „sega-intestatrice“ per i tronchi, che vengono dimensionati nelle lunghezze commerciali. Una segatronchi a nastro computerizzata, una refilatrice ed un refendino trasformano i tronchi in tavole, raggiungendo rese di lavorazione ottimali. Le tavole vengono poi separate secondo lo spessore e preparate per l’essiccazione. Vengono quindi avviate all’impianto di essiccamento, avendo cura di listellare le singole tavole per creare adeguati spazi che consentano l’ottimale circolazione dell’aria.

Immagine


Il processo di essiccazione impedisce la formazione dell' “azzurratura“, dovuta alla presenza di un fungo responsabile di un difetto cromatico del legno e rende quindi superfluo il primitivo trattamento con fungicidi. Per mantenere la massima qualità del legno è importante che il processo di essiccazione sia molto lento e graduale, in modo tale da non provocare fessurazioni e difetti cromatici. L’impianto di essiccamento viene alimentato attraverso una centrale termica a cippato.
Un sistema di filtrazione computerizzato per il controllo dei fumi impedisce emissioni di polvere e fuliggine. Terminata l’essiccazione, le tavole vengono trasportate nel reparto di assortimentazione, ove si procede all’assortimentazione per qualità. Infine le tavole vengono approntate per la vendita e stoccate nel piazzale di deposito.

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E insomma.... anche qui, nel regno di Laurino, il legname viene, in buona parte, essiccato. Il problema è nella fortissima richiesta e siccome i boschi generalmente non vengono "coltivati", non c'è una pianificazione degli abbattimenti......
Qui da noi è un po' diverso, ma la richiesta è davvero alta.
Riguardo all'ultima domanda di Solaria circa le piantagioni di alberi ecc. ecc. la risposta è no per le venature, si per il resto. Vai a leggere il sito dove ho preso le info su riportate:
http://www.provincia.bz.it/foreste/azie ... -legno.asp
Adesso sicuramente qualcuno mi accuserà di campanilismo: è solamente un riconoscere le cose buone che vengono fatte da queste parti. Di contro, ce ne sono centinaia che non vanno!!!! :wink:

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Re: Stagionatura ottimale del legno e venature

#5
Grazie ancora Ola per l'interessante Link da cui ho tratto quello che segue. In effetti parlare di una varietà di legno è insignificante perchè quello che conta è la selezione del legno e la qualità. Per cui dire ti faccio un mobile ad es. in rovere non significa nulla dipende di che qualità è il legno di partenza. Qui ad es. sono riportati 4 livelli di qualità.
Molto interessante il progetto che si sta sviluppando nella tua regione e come si può vedere per arrivare ad un bel legno c'è tanto lavoro dietro, sviluppo di macchinari ed expertise delle persone nel lavorarlo. Spero che progetti del genere si diffondano sul territorio nazionale almeno nei luoghi che sono favorevoli per lo sviluppo degli alberi.

Qualità A
Tondame di ottima qualità, superiore alla media,
adatto alla realizzazione di pregevoli lavori di
falegnameria come pure per la produzione di impiallacciature.
Possiede le seguenti caratteristiche:
• privo di nodi,
• privo di rigonfiamenti,
• deve essere abbattuto in autunno o in inverno,
• privo di difetti (sono ammessi difetti insignifi
canti, non incidenti sull’utilizzazione),
Qualità B
Tondame di qualità da buona a mediocre,
adatto per costruzione di interni (merce impiallacciata,
pannelli) e per costruzioni staticamente
sollecitate (travi lamellari). Possiede le
seguenti caratteristiche:
• poco nodoso,
• senza nodi grossi,
• tollerato un numero limitato di nodi cadenti,
• asse del fusto rettilineo,
• non rastremato,
• deve essere abbattuto in autunno o in inverno.
Qualità C
Tondame di qualità da mediocre a scadente,
con alcuni difetti. È adatto per costruzioni
non visibili, tavole per ponteggi,
travatura segata in genere. Queste sono le
caratteristiche:
• molto nodoso,
• nodi grossi in numero elevato,
• nodi cadenti,
• tollerate lievi colorazioni.
Qualità D
Tondame che può essere ancora segato
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: Stagionatura ottimale del legno e venature

#7
... aggiungo solo una piccola schiocchezza: notizia tratta leggendo un ottimo libro di funes nova: il legno com'è... io l'ho perso :-( e costa 40 euro quindi non posso citare parola per parola ma sostanzialmente si diceva che spesso si affibbia alla stagionatura colpe che non ha... in pratica anche se stagionato ottimamente delle volte il legno si muove lo stesso perchè è nella sua natura e ci sono fattori come le condizioni di crescita dell'albero che non sono facili da controllare.
Come esempio se si tagliasse una tavola da un albero cresciuto ad esempio su un versante inclinato da un lato il legno al suo interno creerebbe delle fibre diverse per compensare gli sforzi ai quali è assoggettato e quindi la tavola potrebbe se segata nel senso "sbagliato" muoversi dopo la stagionatura in modo differente da quanto "normale" in quanto comunque rimane un elemento vivo che cresce e cala con l'assorbimento e la perdita continua di umitidà... ecco, FunesNova lo aveva spiegato meglio ma circa così è...

... altra curiosità... be qui in pianura veneta foreste non ce ne sono tantissime ma ci sono dei piccoli appezzamenti qua e la lasciati a "bosco" artificiale nei quali si piantano specie diverse e si lasciano volutamente a "foresta", poi ci sono invece piantagioni private di noce....belle rettilinee senza sottobosco... si piantavano perchè il legno rendeva bene ora sinceramente non so quanto bene rendano. Alla fine il miglior legno se parliamo dal punto di vista "agricolo" di farci 2 soldi è il pioppo ed infatti ci sono molti appezzamenti a pioppeto... va via però molto per la produzione di carta, in seconda scelta per i compensati... solo in ultima istanza per i truciolari.
Qualche anno fa, mi pare mossi da uno studio del ministero o qualche contributo erano state piantate delle paulonie... la promessa è che dovevano crescere più del pioppo... almeno in cina si diceva crescessero così, poi in realtà sono rimaste delle misere stecche mezze malate e sono state dismesse totalmente.... un fiasco totale.
Pax tibi Marce

Re: Stagionatura ottimale del legno e venature

#8
Non si finisce mai di imparare, anche se gli addetti ai lavori queste cose dovrebbero saperle.Ma il noce è sparito? Quest'anno dal fruttivendolo tutti avevano le noci della California :shock: :shock: Questo perchè si deve comprare la frutta a chilometro zero :twisted: Prima c'erano anche da noi gli alberì dì nocì ora sparìtì :cry: solo arance ed agrumì. Tra l'altro ìl noce bìondo è un noce gìovane che non ha tempì lunghì dì coltìvazìone. Qualì alberì per falegnamerìa sì potrebbero coltìvare ìn Sìcìlìa che mì metto a coltìvare alberì da legno :D ?
M' è partìta la ì dalla tastìera :evil:
qsecofr ha scritto:...
Come esempio se si tagliasse una tavola da un albero cresciuto ad esempio su un versante inclinato da un lato il legno al suo interno creerebbe delle fibre diverse per compensare gli sforzi ai quali è assoggettato e quindi la tavola potrebbe se segata nel senso "sbagliato" muoversi dopo la stagionatura in modo differente da quanto "normale" in quanto comunque rimane un elemento vivo che cresce e cala con l'assorbimento e la perdita continua di umitidà... ecco, FunesNova lo aveva spiegato meglio ma circa così è...

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La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: Stagionatura ottimale del legno e venature

#9
Solaria ha scritto:Non si finisce mai di imparare, anche se gli addetti ai lavori queste cose dovrebbero saperle.Ma il noce è sparito? Quest'anno dal fruttivendolo tutti avevano le noci della California :shock: :shock: Questo perchè si deve comprare la frutta a chilometro zero :twisted: Prima c'erano anche da noi gli alberì dì nocì ora sparìtì :cry: solo arance ed agrumì. Tra l'altro ìl noce bìondo è un noce gìovane che non ha tempì lunghì dì coltìvazìone. Qualì alberì per falegnamerìa sì potrebbero coltìvare ìn Sìcìlìa che mì metto a coltìvare alberì da legno :D ?
M' è partìta la ì dalla tastìera :evil:
qsecofr ha scritto:...
Come esempio se si tagliasse una tavola da un albero cresciuto ad esempio su un versante inclinato da un lato il legno al suo interno creerebbe delle fibre diverse per compensare gli sforzi ai quali è assoggettato e quindi la tavola potrebbe se segata nel senso "sbagliato" muoversi dopo la stagionatura in modo differente da quanto "normale" in quanto comunque rimane un elemento vivo che cresce e cala con l'assorbimento e la perdita continua di umitidà... ecco, FunesNova lo aveva spiegato meglio ma circa così è...

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non si raccolgono le noci da quegli alberi...almeno non di prassi... non so se perchè non tanto buone o non tanto redditizie: penso la seconda... una volta si faceva il nocino su ogni casa ma adesso certi gradi alcoolici non li tolleriamo più ed andiamo tutti a vino e birra e basta :lol:
comunque il noce siamo sui 25 anni... non è poco... il pioppo in 5-7 anni da alberello diventa alberone.
La Sicilia non so, è un po' secca in linea di massima...almeno da questa impressione..
Pax tibi Marce

Re: Stagionatura ottimale del legno e venature

#13
paul ha scritto:
Olabarch ha scritto:tanto per dire... quando si parla di gestione responsabile....

Beh però questa, per quanto buona idea, la vedo dura da ottemperare... se non altro perché di queste certificazioni ce ne sono davvero poche in giro
ciao Paul. no è abbastanza facile se ci pensi... Il legno per usi strutturali tipo travi di tetti e cose così sono tutti fatti di listellari di pino... di solito qua da noi di origine austriaca... ed ampiamente certificato.
Per l'arredo interno basta prendere normali pannelli in truciolare ed hai tutte le certificazioni FSC o PEFC che vuoi.
Più che altro noto che la certificazione "si disperde"... il produttore del pannello ce l'ha ma i successivi utilizzatori (costruttori e negozianti) non lo richiedono se non appunto per affrontare appalti simili e quindi non vengono "pubblicizzati"
Pax tibi Marce

Re: Stagionatura ottimale del legno e venature

#14
Il truciolare è materiale riciclato, quindi spazzatura lignea e non avrebbe senso la certificazione FSC ma qui si parla di vero legno, che è cosa ben diversa. Q indentificare l'arredo interno con il truciolare mi sembra molto riduttivo. Molti arredi interni seri sono in legno !
Complimenti agli amministratori di Bolzano !
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: Stagionatura ottimale del legno e venature

#15
Solaria ha scritto:Il truciolare è materiale riciclato, quindi spazzatura lignea e non avrebbe senso la certificazione FSC ma qui si parla di vero legno, che è cosa ben diversa. Q indentificare l'arredo interno con il truciolare mi sembra molto riduttivo. Molti arredi interni seri sono in legno !
Complimenti agli amministratori di Bolzano !

Chi ha detto che si parla di massiccio... c'è solo la raccomandazione di chiedere che il legno non provenga da deforestazione selvaggia dell'amazzonia o di qualunque altra foresta del mondo: che è lo scopo delle certificazioni FSC e PEFC.... nonochè lo scopo dell'amministrazione Sudtirolese.... nonchè di ogni persona con animo un minimo ecologista.

L'arredo per interni è al 90% pannello... ho scritto 90% pensando a Bolzano ed alla sua tradizione "montana" all'arredo in pino perchè se la stessa carta fosse stata scritta a Milano avrei scritto il 99%. Non vedo la necessità per Bolzano o per qualsiasi amministrazione italiana di chiedere arredamenti d'interni in massiccio... presumo che gran parte degli arredi d'interni "interessanti" per la pubblica amministrazione siano banali uffici, scuole, ospedali, usl, sale riunioni eccetera oppure in ambito edilizio tetti e strutture che come detto vengono solitamente fatti con travature e tavolame in pino.

Capisco la tua delusione nel non aver trovato nel Sudtirolo o nell'FSC un alleato nella tua solitaria battaglia al pannello in truciolare ma da contribuente amo pensare che il sindaco di Bolzano sieda in una banale scrivania in laminato come la mia prodotta in Austria dai pini o a Modena dai pioppi piuttosto che in un assurdo tavolazzo in ebano e mogano proveniente dalla Sierra Leone.
Pax tibi Marce