Re: La crisi nel settore cucine

#316
qsecofr ha scritto:rileggendo comunque dice un po' quello che dico io: ci vorrebbe appunto l'attuazione delle stesse politiche che hanno traghettato gli stati uniti fuori dalla grande crisi... solo che l'Italia non è uno stato degli USA, solo che entrando nell'euro non possiamo controllare come ci pare il prezzo della moneta (cosa che è permessa a dollaro e sterlina), solo che abbiamo dimostrato che quasi tutto ciò che è controllato dallo stato in italia va abbastanza male ed anche all'estero (vedi stati ex-comunisti) ci sono esperienze simili e quindi non ci sono motivi per pensare che domani possa essere meglio, solo che abbiamo uno stato fortemente indebitato. Quindi bisognerebbe inventarsi un metodo per fare queste riforme keynesiane senza che si verificassero gli sprechi del passato ---> praticamente è meglio se chiamiamo una delegazione svizzera a governarci.
per questo io penso a una informatizzazione massiccia in tutti i settori e tracciabilità dei processi e moneta, trasparenza, così le cose non sono lasciate ai poteri discrezionali fuori e dentro pubblico o privato che sia, una specie di controllo di gestione estremo e in senso lato applicato allo stato oltre alla delagazione svizzera :mrgreen:

pensa come siamo indietro rispetto a questo, il fatto di non conoscere i costi se non per macro aggregati porta ai tagli lineari, oppure non sò se ti ricordi quando si doveva decidere il tetto massimo degli stipendi, non avevano idea degli stipendi e hanno dovuto chiedere una sorta di autocertificazione :shock:
si sono una serie di informazioni utilissime e fuori controllo, questi erano solo i primi esempi che mi sono venuti in mente di quanto è dannoso un sistema non trasparente
ristrutturazione in progress http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 26&t=99763" onclick="window.open(this.href);return false;

Re: La crisi nel settore cucine

#317
mitti ha scritto:
qsecofr ha scritto:rileggendo comunque dice un po' quello che dico io: ci vorrebbe appunto l'attuazione delle stesse politiche che hanno traghettato gli stati uniti fuori dalla grande crisi... solo che l'Italia non è uno stato degli USA, solo che entrando nell'euro non possiamo controllare come ci pare il prezzo della moneta (cosa che è permessa a dollaro e sterlina), solo che abbiamo dimostrato che quasi tutto ciò che è controllato dallo stato in italia va abbastanza male ed anche all'estero (vedi stati ex-comunisti) ci sono esperienze simili e quindi non ci sono motivi per pensare che domani possa essere meglio, solo che abbiamo uno stato fortemente indebitato. Quindi bisognerebbe inventarsi un metodo per fare queste riforme keynesiane senza che si verificassero gli sprechi del passato ---> praticamente è meglio se chiamiamo una delegazione svizzera a governarci.
per questo io penso a una informatizzazione massiccia in tutti i settori e tracciabilità dei processi e moneta, trasparenza, così le cose non sono lasciate ai poteri discrezionali fuori e dentro pubblico o privato che sia, una specie di controllo di gestione estremo e in senso lato applicato allo stato oltre alla delagazione svizzera :mrgreen:

pensa come siamo indietro rispetto a questo, il fatto di non conoscere i costi se non per macro aggregati porta ai tagli lineari, oppure non sò se ti ricordi quando si doveva decidere il tetto massimo degli stipendi, non avevano idea degli stipendi e hanno dovuto chiedere una sorta di autocertificazione :shock:
si sono una serie di informazioni utilissime e fuori controllo, questi erano solo i primi esempi che mi sono venuti in mente di quanto è dannoso un sistema non trasparente

effettivamente una informatizzazione spinta porterebbe alla tracciabilità totale delle spese. Il denaro elettronico comporterebbe l'azzerramento dei furti, delle rapine, del nero, probabilmente gli stessi traffici di stupefacenti avrebbero serie difficoltà. Di contro hai
1) un mondo per giovani con la connessione 3G... i "vecchi" e chi non ha banda larga sarebbero praticamente "invalidi"
2) tracciamento totale dei consumi ---> privacy zero.
senza arrivare all'estrema utopia della sola moneta elettronica circolante (che presumo non mi piacerebbe) ed informatizzando solo per esempio la pubblica amministrazione già si avrebbe un buon risultato... lo stanno facendo comunque: i passi avanti sono evidenti ed in particolare mi riferisco ai flussi di dati tra aziende-inps/inail e agenzia delle entrate: tutte le dichiarazioni dei redditi, i flussi emens, gli F24 sono automaticamente gestiti con un flusso elettronico... l'aspetto negativo è che se non hai un pc (appositamente dotato di software con i controcazzi) non riesci a fare nulla.
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#318
si, mi riferivo soprattutto alle spese di tutta la macchina pubblica e parapubblica nella produzione di bene servizi spese di operative, investimenti, ROI sull'investimento, nomi e cognomi di amministratori vari responsabili delle scelte etc..., beneficiari dei servizi, certo oltre ai dati e all'analisi, ci vogliono anche le regole (nuove da mettere e vecchie da togliere e questo tocca al legislatore: tipo ogni scelta 'improduttiva' implica la rimozione del funzionario preposto e l'annullamento del contratto in essere, dove per produttività ci sono precisi paramentri e benchmarking di riferimento)

tutti i servizi dovrebbero essere accessibili (anziani) attraverso interfacce usabili e di facile interazione o collegabili a call center competenti (quelli che ti danno le risposte, tipo quello dell'agenzia delle entrato non quelli con gli orari dell'ufficio)

banda larga minima come servizio universale come già avviene in alcuni paesi

insomma ci sono i modi è una questione di volontà, è più conveniente tenere le persone nell'ignoranza .........
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Re: La crisi nel settore cucine

#319
Steeve mi sembra che si tratti di cose differenti. Quelli di cui ho parlato, sono rischi e non inventati ma sempre presi da manuali " come si costruisce una cucina" che io conservo nella mia biblioteca. Alcuni dettati dalla mia esperienza personale.Che poi oggi l'estetica voglia sfidare le leggi della fisica ( leggi pensile cappa posto a 45 cm dal fuoco) è un altro discorso.Per quanto riguarda il famoso cartongesso non è neppure campato in aria tanto che lo stesso Medico della casa ( ingegnere) ne ha visti alcuni caduti.Comunque non ho mai detto per correttezza non comprate quell'azienda perchè fa cose pericolose, ma ho parlato sempre in generale
Voler pubblicizzare ed amplificare una specifica azienda in difficoltà non mi sembra corretto nè per l'azienda nè per i dipendenti, perchè le cose si possono aggiustare in vario modo e la gente qui memorizzera che quell'azienda è rischiosa da comprare. E' una mia opinione s'intende.
Ho visto tra l'altro che è un azienda con macchinari nuovissimi ed all'avanguardia e figurati se sarà chiusa, magari ceduta o con altri soci si . Quindi tutti gli allarmismi vanno a svantaggio dell'azienda e dei dipendenti.
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: La crisi nel settore cucine

#320
Solaria ha scritto: Voler pubblicizzare ed amplificare una specifica azienda in difficoltà non mi sembra corretto nè per l'azienda nè per i dipendenti, perchè le cose si possono aggiustare in vario modo e la gente qui memorizzera che quell'azienda è rischiosa da comprare. E' una mia opinione s'intende.
Ho visto tra l'altro che è un azienda con macchinari nuovissimi ed all'avanguardia e figurati se sarà chiusa, magari ceduta o con altri soci si . Quindi tutti gli allarmismi vanno a svantaggio dell'azienda e dei dipendenti.

beato ottimismo... ma non è così... e non immagini neanche quante ditte chiudono per aver fatto il passo più lungo della gamba comprando per esempio linee troppo automatizzate e troppo produttive e troppo costose per il volume di vendite...
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#321
Bene Q e tutte queste ditte che hanno chiuso o sull' orlo del collasso le avete pubblicizzate qui sul forum ? A me pare proprio di no visto che io lo seguo da alcuni anni. Ed allora mi chiedo perchè pubblicizzare solo questa ditta, danneggiandola ulteriormente :?: :?: :?:
E' un brutto espediente . Quando compravo la cucina il rappresentante ( o il rivenditore ) di una ditta mi diceva " non compri questa o quella ditta perchè sta chiudento". Balle :!: dopo 2 anni non hanno chiuso, o forse per qualcuna è cambiata la proprietà questo non lo so, ma stanno in piedi e vendono.
Se fosse così dovremmo compare solo Scavolini :lol:
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: La crisi nel settore cucine

#322
Solaria ha scritto:Bene Q e tutte queste ditte che hanno chiuso o sull' orlo del collasso le avete pubblicizzate qui sul forum ? A me pare proprio di no visto che io lo seguo da alcuni anni. Ed allora mi chiedo perchè pubblicizzare solo questa ditta, danneggiandola ulteriormente :?: :?: :?:
E' un brutto espediente . Quando compravo la cucina il rappresentante ( o il rivenditore ) di una ditta mi diceva " non compri questa o quella ditta perchè sta chiudento". Balle :!: dopo 2 anni non hanno chiuso, o forse per qualcuna è cambiata la proprietà questo non lo so, ma stanno in piedi e vendono.
Se fosse così dovremmo compare solo Scavolini :lol:
l'altro giorno ho messo un link ad un articolo su zaccariotto.
penso che anche su maistri non manchino articoli e commenti. e sulla berloni ci sono pure i video su youtube. del florida ne abbiamo sicuramente parlato... di berloni solo il video di youtube è datato 2011 ma era in crisi nel 2011 ed è ancora in crisi: se poi chiuderà, farà un concordato, fallirà o troverà un magnanimo finanziatore io questo non lo so ma che sia in crisi direi che non ci piove.... circa scavolini in questo momento una garanzia di 10 anni da un cuciniere che nonostante la crisi fa 9 milioni di euro di utile annui direi che conta un po' di più di quella di un cuciniere con 30milioni di perdita...
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#323
Qusecofr anche di Snaidero, altro colosso delle cucine,tanto per citare qualcuno della tua zona, se ne sono dette tante. Allora che fa non compriamo più Snaidero per non rischiare :?: A me sembra tutto molto assurdo. In questo modo si danneggiano solo le aziende, e quindi anche i dipendenti. In considerazione anche del numero di persone che leggono il forum.
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: La crisi nel settore cucine

#324
...e se guardi sopra c'è un riferimento di coolors e poi una ripresa mia che spiega perchè si è intervenuti.... chi ha voluto capire capiva.
comunque io sono il primo a dire che di queste cose in pubblico è bene parlare solo quando c'è l'ufficialità ma tra addetti del settore se aspetti che ti pubblichino il tuo cliente in http://www.fallimentipesaro.com per parlarne rischi di fallire a tua volta.
Se vogliamo questo "non parlarne in un forum pubblico" è una forma di "autoregolamentazione" di rispetto ma che cozza con lo spirito libero dei forum.
Io in ogni caso non ho mai detto di non comprare: ma certo se ci sono notizie certe è giusto che il compratore ne sia informato e fa le sue dovute considerazioni: nel bene e nel male... io acquirente potrei anche in qualche modo sentirmi più tranquillo ed appagato nell'acquistare una cucina da una ditta baciata dal mercato che paga "felice" milioni di euro ogni anno al fisco.
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#326
Solaria ha scritto:Beh per par condicio pubblica anche fallimentipordenone, fallimenti rovigo e via discorrendo. Chi vuol capire capisca :D
Aspetto un intervento di KIK
...meglio la "concorrenza pesarese": i portali delle provincie del nordest mi rattristano troppo.
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#328
Che discussione lunghissima!
Il mercato delle cucine si sta riducendo quest'anno del 18%, l'anno scorso ha perso un 14%, rispetto al 2000 si è passati dai 790.000 pezzi ai 520.000 del 2011 con un bel -34%! E' insomma successo un disastro che ha fatto sparire attori dal mercato e che ne farà sparire ancora tanti altri. Il panorama competitivo a livello distributivo e produttivo, non sarà più lo stesso.
Ma già leggendo i bilanci di molte aziende non dico solo 5, ma addirittura 10 anni fa, spesso si potevano intravedere importanti segnali di difficoltà. Quello che sta avvenendo con rapidità negli ultimi 5 anni è una forte accelerazione di un'importante selezione che stava avvenendo da tempo.
La situazione italiana sia a livello produttivo che distributivo era ed è spesso ipertrofica e chiaramente si poteva prevedere che sarebbe stata oggetto di una profonda modificazione. Il processo è stato rallentato da una forte propensione all'acquisto di prodotti d'arredamento, da un'importante sviluppo del mercato immobiliare e da una situazione di equilibrio economico fondata sulla piccola impresa e su un livello di evasione, anche in questo settore, decisamente importante.
La crisi finirà, ma i livelli produttivi dubito torneranno ad essere più quelli di una volta, ci saranno meno attori, forse più grandi, perché la selezione avrà operato duramente e non sempre giustamente.
Operatore professionale, nel forum a titolo personale. Credo che "piccolo e non sia sempre bello" e quindi prediligo aziende più strutturate quali Scavolini, Snaidero, Valcucine, Ernestomeda...e tante altre.

Re: La crisi nel settore cucine

#329
lariosto77 ha scritto:
ElisaC ha scritto:Salve a tutti,
mi intrometto per portare la mia personalissima esperienza di compratrice. Ho iniziato la ricerca della cucina per la mia nuova casa con largo anticipo, decisa a farmi fare molti preventivi.
Ho girato molto, ho visto davvero di tutto (se ho fatto bene i conti, ho "collezionato" almeno 8 preventivi), e ho tirato le mie conclusioni che qui vi espongo.
La grande distribuzione non mi ha convinta. I prezzi erano concorrenziali e consapevolmente avrei rinunciato ad un po' di qualità, ma quello che mi ha fermata è stato il terrore di non avere un effettivo riferimento in caso di problemi col prodotto. Mi spiego: avevo la sensazione di non essere ben seguita in tutti gli aspetti progettuali, di rifiniture, di ricerca di soluzioni, e soprattutto avevo la netta sensazione che una volta che i montatori fossero usciti di casa, "chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato", mentre spesso i problemi si riscontrano con l'uso e nel tempo magari è necessario essere seguiti per un ulteriore intervento sul luogo.
Altre realtà più o meno grandi mi hanno lasciata sconcertata per la rapidità con cui volevano chiudere l'affare. Ricordo precisamente il mobiliere che mi disse: "ok, dunque più o meno abbiamo visto cosa vi piace, facciamo un contratto aperto e poi avete un anno di tempo per decidere qualunque cambiamento" e quando noi gli abbiam risposto "guarda, ci piace la tua proposta ma siamo solo all'inizio e vogliamo vedere anche altri posti" è rimasto schifato. Ci ha pure messo in guardia che "di là" (parlando, ci era sfuggito il luogo del nostro successivo appuntamento) erano stra aggressivi, che ci avrebbero fatto firmare subito...MA ERA QUELLO CHE STAVA FACENDO LUI!!! Quindi, la lezione che ho imparato è: l'aggressività non paga.
Quello che ha pagato (ovvero dove abbiamo fatto l'ordine) è stata la grande competenza in quanto a materiali e soluzioni e l'essere stati seguiti e rispettati di fronte ad ogni indecisione o perplessità; per farvi un esempio, ci eravamo innamorati di un tipo di piano (motlo costoso) e l'arredatrice ci ha fatto notare che nella nostra cucina quel tipo di finitura avrebbe evidenziato un problema, non insormontabile, ma comunque ce lo ha fatto notare. Alla fine abbiamo optato per un altro materiale, meno costoso, eppure ho letto la soddisfazione nei suoi occhi perché sapeva che pur facendoci spendere meno (e dunque guadagnandoci lei stessa meno) aveva trovato la soluzioni giusta per noi. Ce lo ha proprio detto: "ragazzi, parlo contro il mio interesse, ma non voglio che quel giorno che montiamo o dopo, con l'uso, vi rendiate conto che avete speso tanto per una cosa che non ha la giusta resa, preferisco dirvelo e farvi scegliere consapevolmente". E così è stato, e ovviamente stiamo facendo un'ottima pubblicità di quel negozio! Inoltre lei stessa ci ha fatto vedere dei fotografici delle cucine che ha arredato, e ci ha chiesto di venire a fotografare la nostra, proprio per poter avere un "catalogo personale" che prescinda da quelli ufficiali, spesso troppo patinati e "perfettini".
Concludo col dire che la scelta è ricaduta non sulla cucina più economica che abbiamo visto, ma sulla cucina che abbiamo sentito veramente "nostra", perché studiata nei minimi dettagli e adattata a tutti i nostri desideri e richieste.
ciao,
è possibile vedere qualche foto della tua cucina? :D

http://www.flickr.com/photos/89440748@N02/

Re: La crisi nel settore cucine

#330
grazie!
gran bella cucina! :D vermanete!

che non apprezzo totamente è il contrasto di colori così netto... ma è una questione molto personale.
e le colonne staccate dal resto... non si vede in realtà tutto l'ambiente quindi non mi immagino molto bene l'effetto, però avrei cercato di unirle, credo, ma appunto non capisco bene il resto dell'ambiente!
cmq complimenti! molto bella! :D
"Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori"