Lucy-Van-Pelt ha scritto:
Occorre ovviamente che lo psicologo sia bravo, ma soprattutto si deve creare un certo "feeling" tra paziente e psicologo. Se dopo due/ tre sedute si continua a non trovarsi bene, basta cambiare.
Questo è fondamentale!
La mia testimonianza invece è leggermente diversa da quella (molto sentita) di Lucy.
Ho avuto un periodo critico 7/8 anni fa, piangevo sempre, stavo male per il lavoro e non solo.
Così un giorno, semplicemente, mi sono svegliata e mi sono detta cono onestà "basta, da sola non ce la faccio, ho bisogno di aiuto per venirne fuori".
E' stato naturale rivolgermi ad una professionista... (che nel mio caso è anche psichiatra, ma non fa differenza)
grazie a questa persona ho ritrovato in me le risposte di cui avevo bisogno
grazie a lei ho imparato a gestire le emozioni per non farmi soffrire
e questa persona, che ringrazierò sempre, non ha mai e dico mai cercato di darmi consigli, di dirmi come comportarmi, cosa pensare...
molti pensano che lo psicologo sia uno che ti dice cosa fare, ma non è così, e se lo fa, non è un bravo professionista.
La dottoressa non parlava praticamente mai, ma io seduta nel suo salottino, sentivo magicamente che le parole e i pensieri arrivavano da soli e si mettevano al loro posto, in ordine, senza farmi più male.
Di sicuro sono stata fortunata perchè per me lei è stata magica, un catalizzatore, e mi ha fatto tanto bene. 
Questo per dire che non bisogna demonizzare la categoria, solo separare i cialtroni e ciarlatani da chi davvero cura ed aiuta le persone 
