
Formatosi negli anni '30 sotto le ali del gruppo degli artisti astrattisti di Como, come Sartoris e Radice, frequentò giovanissimo lo studio di Terragni che gli affidò per la rivista Quadrante i servizi fotografici della Casa del Fascio a Como, e della Villa Bianca di Seveso.
Dopo la brusca interruzione della sua attività di architetto causata dalla partecipazione alla disastrosa campagna di Russia, nel dopoguerra Parisi si rivela tra i designer più preparati in Italia, avviando un originale discorso creativo legando assieme la progettazione architettonica, l'interior design, l'attività artigianale dei laboratori canturini, e che si concretizza appunto con la collaborazione con la famiglia Cassina di Meda. Opere a metà tra architettura e design alcune straordinarie realizzazioni delle ville per i suoi amici Lucio Fontana (Casa Fontana, Lenno, 1967), Bini (Casa Bini in Como, 1952), Orlandi (Casa Orlandi in Erba, 1966), poi l' Hotel Corte dei Butteri e l'annessa chiesa Santa Maria dell'Osa (Fonteblanda di Grosseto, 1962), infine la Casa Vivere Insieme (Montorfano, 1969), in cui cura attentamente - assieme alla moglie - arredi ed ambientazioni interne, ma di cui purtroppo esistono rarissime immagini.
Con Gio Ponti, Ico stringe un forte legame d'amicizia mentre intraprende progetti in comune con Lucio Fontana, Francesco Somaini e Fausto Melotti, avvicinandosi addirittura al Movimento Arte Concreta e poi al Gruppo T , mentre con Baj, Fabro, Chiari, Ceroli, Restany e Crispolti nascono interessanti progetti sempre in bilico tra arte e architettura.
Tra gli anni '50/60 il suo Studio di architettura e design creato con la moglie, La Ruota va a gonfie vele, risultando tra i più attivi e richiesti, sfruttando quel periodo fervido di rinascimento che gli storici legano al successivo e più noto periodo come 'made in Italy'.
E poi Mollino e Albini, oltre a Ponti: anch'essi furono sodali e compagni di viaggio dei Parisi per comprendere quanto quegli anni fossero cruciali per gli sviluppi successivi e che tanto stanno incidendo nell'attuale cultura di progetto.
Infine, sulla concezione di Parisi di architettura ed arredo, ne esce una visione anticonformista, lontana dalla casa come forma o come macchina, ma come tana dell'intelletto: spesso Ico amava spiegare con arguzia che l'architetto, progettando un luogo di vita, deve fingersi gatto di casa e pensare ai suoi movimenti e al suo stare.
Quel che certo è che, se un gatto dovesse attribuire l'oscar per una poltrona su cui appisolarsi, sceglierebbe la sua poltroncina Cassina 813..
Spazio alle (poche) immagini:
qualche lavoro firmato da Ico Parisi per i Cassina, tra cui la bella Poltroncina 814 (1960), uno dei pezzi di design più numerosi che si trovava nell'Hotel Parco dei Principi di Sorrento..













