umidità bassa in classe A con ventilazione forzata

#1
Ciao a tutti

Nel mio appartamento d'inverno l'umidità è davvero bassa, cosa posso fare? Vi spiego.

Caratteristiche dell'appartamento:
Riscaldamento/raffrescamento a pavimento RDZ. Temperatura mandata dell'acqua 37°. Temperatura ambientale 22-23°. Umidità in inverno 30-35% senza accendere gli umidificatori. L'umidità a livello del pavimento può scendere anche a 25%.
Per info, d'estate il sistema RDZ provvede a deumidificare l'ambiente e raffrescare il pavimento. Sistema VMC di ventilazione forzata Aldes Dee-Fly.

L'appartamento è in classe A, con infissi triplo strato, che hanno obbligato il costruttore a mettere un impianto di ventilazione forzata della ALDES.

Vorrei migliorare il livello di umidità basso (forse a causa della ventilazione forzata non efficace o degli infissi troppo buoni), ma non so se ci riuscirò: fuori casa l'ambiente esterno non è stato umidissimo questo inverno, quindi se fuori non è umido abbastanza, aprire le finestre (che poi mi farebbe raffreddare l'appartamento ed entrare in funzione ancor di più il riscaldamento) non servirebbe; mettere degli umidificatori professionali, temporizzati, a ciclo continuo per non dover stare a ricaricare sempre l'acqua mi sembra esagerato, e non credo esistano neanche..

Cosa posso fare ?
Ultima modifica di marcellen il 26/04/16 15:55, modificato 4 volte in totale.

Re: umidità bassa in classe A con ventilazione forzata

#2
Ciao,
"...Esistono particolari macchine di ventilazione che, mediante speciali scambiatori di calore recuperativi, sono in grado di recuperare l'umidità dall'aria aspirata e trasferirla all'aria esterna. ..Per appartamenti sotto i 100 mq generalmente non sono applicati sistemi di recupero di umidità e il miglior sistema per umidificare gli ambienti rimane la presenza di piante o fiori. Anche i vaporizzatori sono sistemi molto efficienti per aumentare l'umidità dell'aria interna, ma rappresentano un dispendio energetico molto elevato...." (Dal manuale "La mia Casaclima", ed Raetia, a cura di Norbert Lantschner).

Penso varrebbe la pena di un'analisi attenta che misuri l'entità delle problematiche nei distinti contesti stagionali. Sono riferite in modo non infrequente - dai possessori di impianti di VMC - problematiche contrapposte, rispettivamente in estate (eccesso di umidità) e in inverno (umidità, per l'appunto, troppo bassa). In tal caso, oltre che la presenza di eventuali umidificatori, andrebbe conseguentemente previsto un loro funzionamento (auto)modulante al variare delle condizioni igrometriche ambientali.

Personalmente chiederei aiuto a un valido termotecnico specializzato in impianti di VMC. Gli impianti di VMC (progettati e posti in opera correttamente) sono eccezionali sotto il profilo della salubrità, del comfort ambientale e del risparmio energetico, ma effettivamente possono necessitare, anche a seconda dell'area geografica in cui sono posti, di idonei sistemi di compensazione del grado di umidità.

Rispetto alle "particolari macchine di ventilazione che mediante speciali scambiatori di calore recuperativi, sono in grado di recuperare l'umidità dall'aria aspirata..." (citate nel manuale Casaclima), ad esempio HOVAL produce macchine di VMC con un recuperatore entalpico, che fa sì che le percentuali cumulate di recupero (di calore e umidità) arrivino a circa il 130%! Per quanto a mia conoscenza, tale sistema è automodulante e dovrebbe disinserirsi nel periodo estivo, per evitare un potenziale eccesso di umidità.

Inoltre, forniscono come chip opzionale un sistema che consente, in collegamento ad un impianto di climatizzazione, anche il recupero del fresco nel periodo estivo. E' evidente che dove sia presente un impianto di climatizzazione, generalmente dotato di funzione di deumidificazione, esso ottimizza il grado di umidità nel periodo estivo.

Ovviamente, nel tuo caso l'impianto è già presente e quindi questa opzione non è realisticamente praticabile. A scanso di equivoci, cito HOVAL perché è l'unica marca a me nota con questo tipo di dispositivo ma naturalmente potrebbero essercene altre.
Spero tu riesca a risolvere i tuoi problemi. Io sto iniziando una ristrutturazione/ampliamento/riqualificazione energetica che prevede un impianto di VMC e post come il tuo sono utili a ponderare accuratamente, il più possibile, in fase progettuale, le problematiche che potrebbero determinarsi, per tentare di minimizzare il rischio della loro insorgenza.

Ciao

Re: umidità bassa in classe A con ventilazione forzata

#6
No, per il momento, almeno l'umidità in casa non è ancora fissata per legge.

Ci sono norme tecniche, basate sul comfort abitativo, che suggeriscono come l'Ur interna sia da mantenere tra il 45 e il 55% a seconda dell'uso dei locali.

Altre norme richiedono di verificare l'assenza di formazione di muffe anche se l'Ur interna si attesta sul 65% (il che non vuole affatto dire che il 65% sia da considerarsi ottimale, anzi)

In ogni caso, livello di umidità e classe energetica non hanno una relazione diretta, tantomeno fissata da norme.

Re: umidità bassa in classe A con ventilazione forzata

#7
Magari non c'è un collegamento diretto tra classe A ed umidità ma almeno un collegamento indiretto sì: da quello che avevo sentito, il grande vanto della classe A, gli infissi superisolati, possono essere il problema della mancanza di traspirazione. Consigli come quello di aprire le finestre per più tempo rispetto ad un'abitazione non classe A sono un po' un controsenso, in quanto metto la classe A per isolare termicamente e poi apro le finestre più del normale? Così non è servito a nulla tenere il caldo dentro casa.
Il tipico consiglio di mettere umidificatori o di aprire le finestre è un consiglio che alla fine penalizza il conduttore dell'appartamento, che in un modo o nell'altro si ritroverà una bolletta più salata, controsenso per un classe A.
Vorrei se possibile trovare una soluzione progettuale a costi variabili pari a zero.
Ultima modifica di marcellen il 22/05/16 23:04, modificato 1 volta in totale.

Re: umidità bassa in classe A con ventilazione forzata

#8
Spetta, marcellen, che qui ci sono un po' di idee confuse.

Riassumo quelle piu' clamorose.

1. Se hai umidità bassa è perchè la VMC funziona troppo, non troppo poco; l'umidità assoluta dell'aria esterna, fredda, d'inverno, è sempre nettamente inferiore all'umidità (assoluta, grammi per metro cubo) che hai all'interno della casa. Buona norma sarebbe che la VMC rallentasse o si spegnesse quando questa si riduce troppo; purtroppo non tutte le VMC sono collegate ad un umidostato e finiscono a funzionare H24/D7, col risultato di ricambiare troppa aria.

2. Se hai una VMC non sei costretto ad aprire le finestre; nessuno te lo vieta, ma non sei obbligato, come invece lo è la maggioranza dei comuni cittadini che non hanno la VMC ma han messo le finestre nuove: prima l'aria entrava (ed usciva), adesso non gli entra (ed esce) più e quindi l'umidità prodotta in casa (mediamente dai 6 agli 8 Kg/d) non fa che restare in casa.

3. Una 'norma', per accezione, è qualcosa di stabilito, a livello tecnico o a livello normativo: gli altri sono usi e costumi, non norme. Ti ribadisco che non vi sono NORME che impongano che una classe A o una classe qualsiasi abbiano un certo valore di umidità relativa interna.
Esistono norme che valutano il comfort interno sulla base dei parametri ambientali, Umidità, temperatura, illuminazione, ecc.ecc., ma, fatta questa valutazione, non impongono che a casa tua tu possa avere piu' luce o meno aria o quello che vuoi tu.
In questo senso esistono norme precise solo su temperatura interna degli alloggi nella stagione di riscaldamento ( e tutti se ne fregano) e sul minimo rapporto aeroilluminante (tipicamente nei regolamenti di igiene) (e anche qui, tutti se ne fregano).

Chiudendo, per non farla lunga, se hai umidità troppo bassa, piuttosto che accendere gli umidificatori, riduci la velocità della VMC.

(sulle vmc entalpiche, ne riparliamo)