Vecchio camino-quale inserto?

#1
Nella villetta a schiera che stiamo acquistando ci sono due camini, uno in taverna con tanto di forno per le pizze e cucina in muratura (che lascerò come è) e uno in salotto che vorrei...rimodernare. Ovvero non vorrei lasciarlo come camino tradizionale, in salotto con bimbi piccoli non lo accenderei mai, pensavo ad un inserto. Il camino ha gia un taglio moderno anche mella costruzione(credo abbia un rivestimento in carton gesso., la forma non è rettangolare, come fosse metà esagono, quindi devo controllare bene le misure degli inserti.

In un primo momento la mia idea era mettere un inserto a pellet ad aria. Ma amici che lo hanno me lo sconsigliano, dice che devono riverniciare spesso a causa dei segni di furiggine che esce dai bocchettoni.

Esistono inserti idro? O sono solo in monoblocco(e dovrei quindi smurare tutto il camino?) ci collegherei solo il circuito del riscaldamento.(in casa c'è caldaia a metano per il riscaldamento e acqua sanitaria).
Ma sopratutto il gioco vale la candela? Un idro camino a supporto del riscaldamento serve a qualcosa risparmiando? O meglio pensare ad un supporto con inserto ad aria? Anche se mi tocca ridipingere spesso? Il soggiorno mi mette un po in ansia per la questione riscaldamento, il tetto è spiovente, altezza da 2,99 a 4,50! Mi fregherà una buona parte di calore! Stamo pensando anche di far un controsoffitto... Anche se il soffitto alto esteticamente non era male.
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Re: Vecchio camino-quale inserto?

#2
Buongiorno, in merito al problema descritto, il mio consiglio è prevedere la sostituzione dell'attuale camino con un inserto a pellet, che di solito ben si adatta a situazioni di questo tipo; esistono modelli sia ad aria sia idro, ossia che intervengono nell'impianto di riscaldamento a supporto del generatore già presente. Questo è possibile (e dal punto di vista dell'efficienza e dell'ecologia è sicuramente meglio che avere un generatore solo) sia nel caso di impianti a pannelli radianti a pavimento o a parete sia con impianto a radiatori convenzionali. E' importante, però, nel caso in cui non si disponga di accumulatore termico a puffer, che il sistema sia fatto funzionare in alternativa al generatore attuale, in modo che, per motivi idraulici (circolazione delle due pompe) e di sicurezza (potenza nominale complessiva non deve superare i 35kW, altrimenti si ricade nei casi in cui è richiesta la notifica ad ISPESL e altri problemi di messa a norma che non stiamo a discutere); in particolare, si preveda o uno scambiatore a piastre nel collettore idrico di distribuzione dei caloriferi oppure una elettrovalvola a tre vie a comando manuale che possa fare funzionare alternativamente il generatore a pellet o l'altro (sia esso a gasolio, gas, altra biomassa, pompa di calore,...).
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