e 'sta cosa...sadicamente...non mi pare nemmeno troppo sbagliata.
(anche qui io con la lode e il tessoro con il fuoricorso la pensiamo in modo diametralmente opposto)

Moderatore: Steve1973
esco un attimo OT e mi scuso per questo.alessia275 ha scritto:Bambola ha scritto: Ripeto, nella prossima vita ingegnere o medico o dentista...
Ti parlo da ingegnere... io faccio parte di quella schiera di ingegneri fortunati che a 5 anni (non a 6 mesi!) dalla laurea prende i suddetti 1400€
Mio marito invece fa parte di queglli sfigati che a quattro anni dalla laurea ne prende 920!!!!!
Ovviamente le mie prospettive di crescita sono pressocchè nulle xchè comunque faccio la metalmeccanica e nel giro di poco spero di andare in maternità! .... carriera finita, ma va bene così!
Per quanto riguarda il maritino... dopo quattro anni di esperienza sta ancora scontando di non aver preso almeno 105 e le grandi aziende scartano il suo CV senza nemmeno leggerlo! E menomale che siamo entrambi laureati con laureati quinquennali e non col 3x2!!!!
Che io sappia anche i medici cominciano a guadagnare veramente solo dopo molti anni....laurea, specializzazione, tirocinio, praticantato....idem per i dentisti!
In pratica, come te, ai miei figli sconsiglierò di andare all'università.... i miei colleghi (ma anche amici) coetanei diplomati prendono già più di me perchè con dieci anni alle spalle hanno preso un paio di livelli e gli scatti di anzianità... solo che hanno avuto uno stipendio per almeno 5/6 anni di più.... ergo loro hanno potuto mettere da parte i soldi per comprare casa!!!!! Con i soldi che ho messo io da parte (e non sono assolutamente una spendacciona!) ci pagavo giusto il notaio e le spese di accensione del mutuo!
Il problema è il mito dell'università... chissà che pensavamo di farci! E forse siamo stati anche mal consigliati (ovviamente in buona fede) dai nostri genitori.... quando loro avevano la nostra età, la laurea era veramente un gradino più in alto.... come potevano immaginare un tale sfacelo?
Comunque in bocca al lupo per la tua ricerca! Se orari e stanchezza te lo permettono.... buttati nelle ripetizioni!
Quoto.dammispazio ha scritto:stavo x quotare Nico/Ale ed aggiungere cio che scrive Domo
Non potrei mai sconsigliare l Universita a mio figlio, e' un'esperienza unica e formativa, sia bel bene che nel male
Trip_Trap ha scritto:esco un attimo OT e mi scuso per questo.alessia275 ha scritto:Bambola ha scritto: Ripeto, nella prossima vita ingegnere o medico o dentista...
Ti parlo da ingegnere... io faccio parte di quella schiera di ingegneri fortunati che a 5 anni (non a 6 mesi!) dalla laurea prende i suddetti 1400€
Mio marito invece fa parte di queglli sfigati che a quattro anni dalla laurea ne prende 920!!!!!
Ovviamente le mie prospettive di crescita sono pressocchè nulle xchè comunque faccio la metalmeccanica e nel giro di poco spero di andare in maternità! .... carriera finita, ma va bene così!
Per quanto riguarda il maritino... dopo quattro anni di esperienza sta ancora scontando di non aver preso almeno 105 e le grandi aziende scartano il suo CV senza nemmeno leggerlo! E menomale che siamo entrambi laureati con laureati quinquennali e non col 3x2!!!!
Che io sappia anche i medici cominciano a guadagnare veramente solo dopo molti anni....laurea, specializzazione, tirocinio, praticantato....idem per i dentisti!
In pratica, come te, ai miei figli sconsiglierò di andare all'università.... i miei colleghi (ma anche amici) coetanei diplomati prendono già più di me perchè con dieci anni alle spalle hanno preso un paio di livelli e gli scatti di anzianità... solo che hanno avuto uno stipendio per almeno 5/6 anni di più.... ergo loro hanno potuto mettere da parte i soldi per comprare casa!!!!! Con i soldi che ho messo io da parte (e non sono assolutamente una spendacciona!) ci pagavo giusto il notaio e le spese di accensione del mutuo!
Il problema è il mito dell'università... chissà che pensavamo di farci! E forse siamo stati anche mal consigliati (ovviamente in buona fede) dai nostri genitori.... quando loro avevano la nostra età, la laurea era veramente un gradino più in alto.... come potevano immaginare un tale sfacelo?
Comunque in bocca al lupo per la tua ricerca! Se orari e stanchezza te lo permettono.... buttati nelle ripetizioni!
Ciò che affermi è sicuramente vero per la grande azienda. Non andrei però a rinnegare l'università come tale .... guadegnarenno anche di più ... perlomeno in una prima fase iniziale ..... ma ciò che viene ad essere acquisito negli anni dell'università è un bagaglio culturale che differenzia in maniera netta da coloro che hanno perseguito un sentiero formativo diverso. Quello che però non capisco è "l'immobilismo" ... concedimi il termine ... mentale di molti neolaureati. Questi escono dall'Università come se tutto fosse loro dovuto. Intendiamoci .... non è solo colpa loro .... vero è che l'Università proprio non insegna al fare "impresa" che in termini più diretti e chiari ..... "al darsi da fare". Parlo per la mia diretta esperienza .... ma ogni volta che devo selezionare dei "neo" ..... mi viene il mal di pancia ..... e parlo specie per gli "ingegneri"...... Tutti che escono con il mito della "grande azienda" .... che il altre parole significa (perlomeno nel loro intendimento) garanzia di posto fisso ..... tutti a guardare ad Accenture, Telecom, Fiat, Pirelli, ect ect ..... per carità pregevole indirizzo ..... ma quasi mai si arriva a comprendere che in quelle realtà si diventa solo dei "numeri" (nel gergo ..... carne da macello) e non si ottengono (perlomeno in una fase iniziale) delle siginificative soddisfazioni economiche. Nel momento in cui .... una piccola azienda .... ricerca questo tipo di figure .... da inserire in ruoli poliedrici .... si sicura crescita professionale ..... con possibilità di una rapida assunzione di responsabilità ..... e in definita per svolgere attività di eccellenza..... ci si sente porre .... in risposta alla classica domanda conclusiva di un colloquio "ha qualche chiarimento/domanda da pormi"? ...... quanti siete? .... quale sarà il mio sentiero di carriera? ...... avete la mensa? ...... ma il ticket quant'è? ...... ma le trasferte dai clienti saranno frequenti? ...... gli orari di lavoro quali sono? ......nel mentre in cui uno si aspetterebbe invece maggiore curiosità rivolta all'attività ..... ed in sintesi maggiore entusiasmo. Scusate .... piccolo sfogo di chi nel tempo si è trovato ad essere selezionato e ad oggi a dover selezionare...
Direi che è vero se uno studente non fa null'altro che studiare... può essere una "macchia" essere finito fuoricorso per secoli tirando a campare. Se invece dimostra che negli anni dello studio ha fatto anche gavetta lavorativa, specialmente se pertinente (quindi non il barista al sabato sera) la cosa viene vista positivamenterananera ha scritto:per quanto riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro invece...sempre più spesso ultimamente la differenza l fa non tanto il voto (se non c'è la lode i voti alla fine son praticamente visti tutti allo stesso modo), la differenza la fa il fuoricorso: non andarci fa la differenza di rosa di scelta, di stipendio, di carriera.
e 'sta cosa...sadicamente...non mi pare nemmeno troppo sbagliata.
(anche qui io con la lode e il tessoro con il fuoricorso la pensiamo in modo diametralmente opposto)
Quoto tutto. In primo luogo rispettare i tempi, se poi con dei bei voti, tanto meglio.rananera ha scritto:per quanto riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro invece...sempre più spesso ultimamente la differenza l fa non tanto il voto (se non c'è la lode i voti alla fine son praticamente visti tutti allo stesso modo), la differenza la fa il fuoricorso: non andarci fa la differenza di rosa di scelta, di stipendio, di carriera.
e 'sta cosa...sadicamente...non mi pare nemmeno troppo sbagliata.
(anche qui io con la lode e il tessoro con il fuoricorso la pensiamo in modo diametralmente opposto)
ho letto fino qua... e qui mi fermo per quotare!nicolettaalematte ha scritto:non entro nel merito del vostro lavoro.
Probabilmente mi attirerò le ire di molti, ma laureato non vuol dire necessariamente qualità nel proprio lavoro.
Spesso si fa l' equazione laureato= stipendio adeguato, e qui secondo me sta l' errore. Difficilmente il mondo del lavoro riconosce lo studio eseguito, semplicemente perchè lo studio universitario, fatta eccezione per alcuni settori, spesso non coincide con quello che è il mondo del lavoro.
Se un impiegato o un operaio guadagnano di più di un laureato, ci sono dei motivi (aldilà di artifici dovuti a raccomandazioni).
Il mondo del lavoro chiede gente volenterosa, sveglia, disposta a sacrificarsi, poi spesso che sia un laureato o un diplomato poco importa.
Ripeto non voglio e non devo entrare nel merito del tuo lavoro, ma se purtroppo quel settore non ti riconosce il tuo lavoro, cambialo, è purtroppo necessario per te, certamente non dare per scontato che lo stipendio sia adeguato solo per la laurea, purtroppo bisogna dimostrare di saper fare.
Ciao Bambola, io sono laureata in ingegneria informatica e guadagno poco più di 1100 euro.Bambola ha scritto:Ripeto, nella prossima vita ingegnere o medico o dentista...attila ha scritto:eccomi...
allora come dicevo lavoro in un'agenzia interinale. mi occupo di selezione e fare carriera vuol dire passare al commerciale.
ora il ragionamento è: se io ho studiato per lavorare nelle risorse umane perchè devo darmi al commerciale?
quindi qui non ho prospettive di crescita e di conseguenza lo stipendio sarà sempre questo (più o meno).
Quoto entrambi proprio per aver visto questo tipo di atteggiamento.nicolettaalematte ha scritto:come non quotarti.Trip_Trap ha scritto:Quello che però non capisco è "l'immobilismo" ... concedimi il termine ... mentale di molti neolaureati. Questi escono dall'Università come se tutto fosse loro dovuto. Intendiamoci .... non è solo colpa loro .... vero è che l'Università proprio non insegna al fare "impresa" che in termini più diretti e chiari ..... "al darsi da fare". Parlo per la mia diretta esperienza .... ma ogni volta che devo selezionare dei "neo" ..... mi viene il mal di pancia ..... e parlo specie per gli "ingegneri"...... Tutti che escono con il mito della "grande azienda" ....
Nel momento in cui .... una piccola azienda .... ricerca questo tipo di figure .... da inserire in ruoli poliedrici .... si sicura crescita professionale ..... con possibilità di una rapida assunzione di responsabilità ..... e in definita per svolgere attività di eccellenza..... ci si sente porre .... in risposta alla classica domanda conclusiva di un colloquio "ha qualche chiarimento/domanda da pormi"? ...... quanti siete? .... quale sarà il mio sentiero di carriera? ...... avete la mensa? ...... ma il ticket quant'è? ...... ma le trasferte dai clienti saranno frequenti? ...... gli orari di lavoro quali sono? ......nel mentre in cui uno si aspetterebbe invece maggiore curiosità rivolta all'attività ..... ed in sintesi maggiore entusiasmo.
Per quello che riguarda la mia esperienza, ho visto giovani (non che io sia vecchio) laureati dover metteris a studiare listini tecnici di aziende, e materiali perchè all'università (alcuni avevano fatto archittettura con indirizzo arredo d' interni) certe cose non le avevano proprio mai viste.
Allora mi chiedo, ma se l' università deve preparare al mondo del lavoro, in questo caso cosa gli hanno insegnato.
Io non sono per nulla d'accordo. E' difficile portare avanti due cose ben fatte.Mercury ha scritto: Raccomandazione personale: studenti cominciate a lavorare mentre state ancora studiando....
Concordo, l'università è un percorso che non garantisce oggi come oggi un posto di lavoro, ma ti insegna ad usare la testa,ad organizzarti il tempo, a pensare....sempre che sia fatta con serietàTrip_Trap ha scritto: esco un attimo OT e mi scuso per questo.
Ciò che affermi è sicuramente vero per la grande azienda. Non andrei però a rinnegare l'università come tale .... guadegnarenno anche di più ... perlomeno in una prima fase iniziale ..... ma ciò che viene ad essere acquisito negli anni dell'università è un bagaglio culturale che differenzia in maniera netta da coloro che hanno perseguito un sentiero formativo diverso. Quello che però non capisco è "l'immobilismo" ... concedimi il termine ... mentale di molti neolaureati. Questi escono dall'Università come se tutto fosse loro dovuto. Intendiamoci .... non è solo colpa loro .... vero è che l'Università proprio non insegna al fare "impresa" che in termini più diretti e chiari ..... "al darsi da fare". Parlo per la mia diretta esperienza .... ma ogni volta che devo selezionare dei "neo" ..... mi viene il mal di pancia ..... e parlo specie per gli "ingegneri"...... Tutti che escono con il mito della "grande azienda" .... che il altre parole significa (perlomeno nel loro intendimento) garanzia di posto fisso ..... tutti a guardare ad Accenture, Telecom, Fiat, Pirelli, ect ect ..... per carità pregevole indirizzo ..... ma quasi mai si arriva a comprendere che in quelle realtà si diventa solo dei "numeri" (nel gergo ..... carne da macello) e non si ottengono (perlomeno in una fase iniziale) delle siginificative soddisfazioni economiche. Nel momento in cui .... una piccola azienda .... ricerca questo tipo di figure .... da inserire in ruoli poliedrici .... si sicura crescita professionale ..... con possibilità di una rapida assunzione di responsabilità ..... e in definita per svolgere attività di eccellenza..... ci si sente porre .... in risposta alla classica domanda conclusiva di un colloquio "ha qualche chiarimento/domanda da pormi"? ...... quanti siete? .... quale sarà il mio sentiero di carriera? ...... avete la mensa? ...... ma il ticket quant'è? ...... ma le trasferte dai clienti saranno frequenti? ...... gli orari di lavoro quali sono? ......nel mentre in cui uno si aspetterebbe invece maggiore curiosità rivolta all'attività ..... ed in sintesi maggiore entusiasmo. Scusate .... piccolo sfogo di chi nel tempo si è trovato ad essere selezionato e ad oggi a dover selezionare...
Trip_Trap ha scritto: Nel momento in cui .... una piccola azienda .... ricerca questo tipo di figure .... da inserire in ruoli poliedrici .... si sicura crescita professionale ..... con possibilità di una rapida assunzione di responsabilità ..... e in definita per svolgere attività di eccellenza..... .
Forse questa è l'unica cosa che riesci a fare mentre studi, come pensi di poter fare un lavoro part time o a tempo pieno attinente al tuo lavoro e studiare? Hai provato? Chi ti assume?Mercury ha scritto:Direi che è vero se uno studente non fa null'altro che studiare... può essere una "macchia" essere finito fuoricorso per secoli tirando a campare. Se invece dimostra che negli anni dello studio ha fatto anche gavetta lavorativa, specialmente se pertinente (quindi non il barista al sabato sera) la cosa viene vista positivamenterananera ha scritto:per quanto riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro invece...sempre più spesso ultimamente la differenza l fa non tanto il voto (se non c'è la lode i voti alla fine son praticamente visti tutti allo stesso modo), la differenza la fa il fuoricorso: non andarci fa la differenza di rosa di scelta, di stipendio, di carriera.
e 'sta cosa...sadicamente...non mi pare nemmeno troppo sbagliata.
(anche qui io con la lode e il tessoro con il fuoricorso la pensiamo in modo diametralmente opposto)
dammispazio ha scritto:quoto trip trap
gli studenti universitari x certi versi sono detestabili, mentre studiano credono che un esame sia piu importante della fame nel mondo, dopo la laurea sono convinti di aver diritto ad un trattamento di favore...ma de che? E' bene insegnare che nella vita non c'e' niente di dovuto (ma quello andrebbe fatto all asilo nido) ma che impegnarsi porta sempre dei buoni risultati. Sempre!
Continuare a perpetuare il mito che nella vita bisogna avere "censured" o le raccomandazioni o che il pezzo di carta valga qualcosa e' veramente deleterio, deresponsabilizzante e tipicamente italiano, lasciatevelo dire.
Le delusioni ci sono per tutti ma troppo spesso non si e' disposti a fare essun sacrificio. L universita e' una passeggiata in confronto al mondo del lavoro...e' bene affilare le unghie ma restare umili.