

Noto nei circuiti espositivi internazionali, agganciato soprattutto negli anni ’80 al gruppo della Transavanguardia di Bonito Oliva (compare nell’omonimo saggio scritto dal critico nell’80 e nell’85 nell’ epocale mostra al Centre Georges Pompidou di Parigi Italie d'aujourd'hui), l’artista umbro innesca la sua ricerca sulla via di un'astrazione pittorica che attraverso il recupero del ready-made e una manipolazione dei mezzi tradizionali dell'arte, approda ad una ricerca personale pacata, indipendente e distaccata che conduce ad un materismo impregnato di simbologie. Abbandona l’arte concettuale ed addirittura la Body Art (ma è un percorso condiviso da tanti artisti italiani tra i ’70 e gli ‘80) per il ripristino della pittura e della scultura tradizionalmente intese, insieme agli artisti che lavorano ed abitano l’ex pastificio Cerere di San Lorenzo (tra gli altri, Dessì, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella, Tirelli) per i quali forse indebitamente si è fatto il nome di Nuova Scuola Romana. L’esperienza nell’ex pastificio fu il punto di partenza di un percorso eccezionale fondato sul dialogo, sul confronto quotidiano, sul desiderio di condivisione, animando un luogo – il quartiere popolare ed ‘aperto’ di San Lorenzo – che divenne meta di intellettuali ed approdo di artisti di generazioni successive. Dopo numerose esposizioni in Italia e all’estero, ormai noto, Ceccobelli aderisce di recente all’iniziativa del Comune di Roma per riqualificare alcune stazioni della metro della città, consistente nella decorazione di alcune pareti a mosaico.
Di seguito l'attività multiforme (e quasi artigianale) dell'artista:
il dipinto su tavola Avi Via;
partic. della Porta della Creazione (Cattedrale di Terni);
Genero Ardore, tappeto su suo disegno;
Chi crede.., mosaico nella Stazione metro EUR Fermi di Roma..



