Se c'è un'abitudine (mooolto frequente in questo forum) che mi fa incaxxare come 'na iena è l'uso sistematico del verbo "innamorarsi" riferito a qual
cosa che piace. "Mi sono innamorato di questa cucina", "mi sono innamorata di questa lampada", "mi sono innamorato di questa poltrona" ... ma che siamo tutti matti???? L'amore si è svalutato al punto di prestarsi a 'ste caxxate? Lo slancio metaforico lo comprendo fino a un certo punto ... poi sorge il dubbio!

E se certa gente parlasse veramente fuori di metafora?? Allora inizio a pensare che nel marasma materialistico/consumistico, la
forma mentis di molti si sia degradata fino al punto da non saper distinguere l'amore per il letto design da quello per la donna (o l'uomo) con cui vi si giace!!

Stesso verbo ... stesso sentimento! Ed ecco che il
lapsus freudiano diventa improvvisamente la spia, non tanto dell'inconscio, quanto di un'effettiva banalizzazione dei sentimenti.
Le parole, la lingua non sono solo un codice, ma riflettono anche un modo di essere. E di pensare.
Non è che non esistano, nella lingua italiana, i verbi per esprimere il gradimento (sia esso pure estremo) per una
cosa! Una cosa piace, affascina, entusiasma, elettrizza, eccita, incanta, cattura, ... insomma ci sono decine di modi per esprimere la propria approvazione. Perché bisogna scomodare l'amore? Almeno questo lasciamolo campare in ambiti più nobili!
Per favore!