pure io non sono un'esperta di livello sul settore, ma cerco di riportare quanto mi ha speigato in passato mio marito sulla materia, visto che un po' se ne è occupato per ragioni di lavoro.
Allora, quando diciamo "privatizzazione" dell'acqua diciamo una cavolata, in sostanza, perchè nessuna legge (nemmeno quella che si vuole abrogare con il quesito referendario in oggetto) cambia la sostanza di "acqua" come bene comune ovvero demaniale ovvero "invendibile" da parte dello Stato.
Ciò detto, la legislazione (ma ormai da 20 anni, non da ora) l'approccio è stato quello di liberalizzare i servizi pubblici, ed in particolare liberalizzare dandola in affidamento ai privati la gestione delle reti quindi di acquedotti, fognature etc. Ma allo stato attuale se uno si confronta dalla Sicilia alla Val d'Aosta vedrà una quantità di soggetti completamente pubblici, oppure del tutto privati o "misti" che gestiscono il servizio idrico con modi, risultati e costi (soprattutto) diversi.
Nella sostanza, per me, rispetto agli altri quesiti referendari che mi sembrano molto più chiari, su questo dell'acqua c'è da chiedersi se questa gestione delle reti è ad oggi efficace ed efficiente, o meno, e se l'ipotizzata gestione totalmente privata lo sarà di più o di meno. Non c'è però da fare pura ideologia dicendo "l'acqua è un bene comune": lo sappiamo già e lo resterà, in mia opinione...Nè possiamo pensare di tornare ad una gestione delle reti idriche totalmente pubblica, perchè con gli oneri che hanno i Comuni allo stato attuale (e il blocco dei finanziamenti da parte dello stato centrale

) mi pare difficile che potrebbero garantire un servizio efficiente ovunque....