- 17 gennaio 2005

A Milano la prima mostra su Gaetano Pesce

A Milano la prima grande mostra mai realizzata in Italia sul versatile designer In occasione del Macef, la grande manifestazione internazionale dedicata alla casa che si terrà a Milano dal 21 al 24 gennaio, presso la Triennale sarà inaugurata una grande mostra monografica su Gaetano Pesce, versatile architetto e designer. L’esposizione non vuole essere una classica monografica in cui raccontare tutta l’opera dell’autore, dai suoi esordi fino ai giorni nostri; bensì l’occasione, attraverso l’analisi di alcune tappe della sua opera, per riflettere su questioni teoriche aperte, problematiche, che affondano le loro radici nel passato ma nello stesso tempo prefigurano il futuro. La mostra non si avvarrà solo di oggetti, disegni, testi e video, ma cercherà di mettere in scena nuovi metodi di rappresentazione, per poter coinvolgere in maniera emozionale e interattiva i visitatori.

Personalizzazione della serie

Uno dei nuovi metodi di fruizione sarà il cambiamento del percorso espositivo. Ogni quindici giorni un personaggio riconosciuto (non necessariamente un esperto) sceglierà di mostrare alcune opere e nasconderne altre. La mostra sarà pertanto composta da opere visibili e invisibili e cambierà la sua rappresentazione a seconda dell’occhio del curatore temporaneo. Il visitatore avrà, inoltre, uno strumento in più, un palmare con il quale effettuare una visita guidata con Gaetano Pesce in qualità di cicerone tecnologico. L’esposizione è suddivisa in nove capitoli, ognuno dei quali mette a fuoco temi e questioni che, a partire da aspetti specifici dell’opera di Pesce, si allargano prospetticamente fino a coinvolgere nodi centrali nel dibattito contemporaneo sulla cultura del progetto. Di seguito una breve presentazione dei capitoli, attraverso riflessioni e dichiarazioni dello stesso Gaetano Pesce. «Questo tema è in egual misura un soggetto politico, tocca il contenuto delle libertà, il diritto alla differenza. In generale, come gli individui sono liberi di accettare la loro diversità, anche gli oggetti possono farlo. Nella storia, alcune popolazioni hanno conosciuto la schiavitù che, a mio parere, equivale alla funzionalità: lo schiavo è utile e dunque funzionale. Appena non possiede più questa qualità, finisce per morire. Gli oggetti conoscono la stessa storia: quello che non è più funzionale perde la sua ragion d’essere. È per questo che gli oggetti-schiavi diverranno un giorno liberi, e ciò significa liberi di assumere la loro forma, il loro colore, la loro espressione o il loro messaggio, in altre parole la loro diversità».

Dell’espressività: fra figurativismo e astrattismo

Continua Gaetano Pesce a parlare della sua mostra. «All’inizio del XXI secolo, si esce da un lungo periodo in cui la conoscenza si costruiva attraverso un linguaggio astratto. Questo modo di apprendere è a mio avviso rigido e, per usare un termine impegnativo, totalitario. Nel linguaggio scritto, eccezioni a parte, l’interpretazione è impossibile, e si impedisce ogni partecipazione. Nel corso degli ultimi decenni, si nota una presenza sempre più importante dell’immagine sia nei metodi di apprendimento dei bambini nella scuola, sia nei mezzi di comunicazione quali l’informatica. Gli oggetti e l’architettura fino a pochi anni fa erano privi di questo apporto dell’immagine, in nome di una bellezza estetizzante».Nuovi Materiali, Nuovi Linguaggi «Sono convinto che un’innovazione sia perpetrata attraverso tre mezzi: l’innovazione del linguaggio, l’innovazione tecnica e l’utilizzo di nuovi materiali. Nel momento in cui questi tre fattori sono rispettati, l’innovazione esiste. In più, un nuovo linguaggio rappresentato con dei materiali tradizionali veicola l’incertezza della menzogna. Un creatore deve dunque esprimersi coi materiali del suo tempo per essere sincero. Una tal pratica facilita l’innovazione, che resta molto limitata se si tratta di esprimersi con una materia che è stata nel passato il mezzo d’espressione di una moltitudine di creatori».  

Femminilità e Mascolinità Come Motori Del Progetto

«La storia che ci precede ha sempre avuto come modo di educazione degli individui quello che metteva in evidenza le qualità della mascolinità e che teneva represse le espressioni della femminilità. Questa storia è durata circa 5000 anni. Per me la mascolinità rappresenta l’aspetto “pubblico” del pensiero e la femminilità il suo aspetto “privato”. Come sappiamo la storia del mondo è entrata da qualche decennio in quel che chiamiamo la “sfera privata”, la cui maggiore espressione proviene dalla parte del cervello degli individui che definiamo femminile. L’ironia, la presenza del colore, la gioia, la frammentazione, la multidisciplinarietà, l’elasticità, la sensualità, sono dei territori in cui si può scoprire tutto e attraverso i quali si possono arricchire le nostre vite e i nostri progetti. Nel nostro mondo dell’architettura e degli oggetti, sarebbe tempo di vedere delle creazioni fondate su questa femminilità. Questo permetterebbe a mio avviso di rinnovare profondamente l’ambito della creazione e di aprire così un periodo tanto ricco come quelli da cui siamo generati».Il Canone della Bellezza e il Malfatto Gaetano Pesce parla del concetto di bellezza: «Oggi possiamo affermare che l’ideale di bellezza è l’espressione di una mentalità totalitaria. Per esempio, l’ideale del corpo nella città di Sparta nella Grecia antica, fino all’orrenda ideologia hitleriana in cui l’ideale della razza e della bellezza ha portato a milioni di vittime. Nel mondo della moda, ancora oggi, si perpetua l’ideale del corpo, immagine che rende molti esseri umani tristi. Dall’altra parte in certi paesi si vive da tempo secondo un sistema democratico o di pluralismo che contrasta con un’idea di bellezza monolitica e univoca. Il fatto di fare degli oggetti che, nel loro processo di fabbricazione, ammettono l’errore e il difetto, è un mezzo per affermare che l’ideale della bellezza del nostro momento storico è quello della realtà quotidiana, con le sue qualità di differenza, le sue contraddizioni, e le sue trasgressioni. Come sappiamo, l’oggetto difettoso è quello che, nella produzione standardizzata, ha il coraggio, la forza e la volontà di essere diverso, malgrado la potente macchina standardizzatrice. Questo possiede il valore più grande, gli altri erano solo dei numeri. Il malfatto crea una categoria di oggetti portatrice di segni umani e,quindi, l’errore diviene sinonimo di qualità».  

Design come Espressione Politica

«Con il movimento moderno, il progetto diviene apolitico, e ciò significa che questo movimento ha tolto al creatore la sua capacità di esprimere il suo punto di vista personale, esistenziale e politico. Il suo margine di espressione è diventato una serie di dati pragmatici che si rapportano con l’uso razionale dei materiali e con la funzionalità dei prodotti. L’architettura che una volta era capace di esprimere dei concetti di violenza o di gioia, attraversa oggi un lungo periodo di mutismo. Lo stesso vale per gli oggetti. Sono convinto che all’inizio di questo secolo l’architettura e gli oggetti potranno riconquistare la possibilità o il loro diritto di esprimere i punti di vista politici dei loro autori, il loro modo di pensare, la loro origine, la loro identità».Gaetano Pesce intende il Design Come Dimensione Religiosa «Il design e l’architettura dovrebbero allo stesso modo permettere al loro autore di esprimere la loro propria dimensione religiosa, se quest’ultima esiste. Questa è una tradizione dell’arte occidentale. Se l’architettura e il design possono acquisire una dimensione significante, essi devono anche poter esprimere la credenza del loro autore, o comunque trattare soggetti relativi alla religiosità».

Leggi gli altri Articoli correlati:

Sfoglia i cataloghi: