- 09 aprile 2016

Come fare un giardino zen

Il giardino karesansui, noto in Occidente come “giardino zen”, ha origini giapponesi e trova ispirazione nella filosofia zen. I primi giardini zen fecero la loro apparizione nel tredicesimo secolo: i samurai si sedevano in questi spazi così particolari insieme ai monaci, prima di andare in battaglia. E meditavano, coltivando l’equilibrio e l’armonia interiore. Il giardino zen, dunque, non è semplicemente un… giardino. Ma anche e soprattutto un luogo capace di infondere serenità e aiutare a rimettere in ordine le idee. E’ partendo da tale presupposto che si spiega la sua essenzialità e la totale mancanza del superfluo: i pochi elementi presenti hanno un significato e una funzione ben precisi. Protagonista assoluta è la pietra. La roccia. Che simboleggia il mondo naturale ma anche l’esistenza delle cose e si contrappone dunque al vuoto. La disposizione delle pietre non può e non deve essere causale, bensì seguire criteri ben precisi. Spesso viene utilizzato, quasi fosse una sorta di base, il granito bianco. Che illumina con i suoi riflessi pure le aree vicine. Dopo averlo sparso sulla superficie, con l’aiuto di un rastrello si tracciano linee continue oppure ondulate, rigorosamente in modo continuo: si creano così percorsi visivi uniformi che simboleggiano le onde del mare e ruotano intorno alle isole ovvero le pietre. Queste ultime devono essere interrate facendo sì che il baricentro si trovi in basso. E rafforzando, di conseguenza, il senso di solidità e sicurezza.

Giardini zen con acqua

Nei giardini zen il granito bianco simboleggia dunque il mare, ma anche il vuoto nel quale possiamo immergerci per riflettere. Il vuoto stesso è perciò molto importante, ma lo è anche il “pieno”: le rocce devono essere disposte in modo asimmetrico per favorire lo sprigionamento dell’energia. Anche l’acqua, quella vera, ha un ruolo di primo piano nel giardino zen: con il suo fluire simboleggia la vita e si contrappone inoltre alla staticità della sabbia e delle pietre. Per sintonizzarsi – diciamo così – sul sorgere e il tramontare del sole – deve scorrere da est verso ovest. Che si scelga di realizzare un laghetto, un ruscello o una piccola cascata, è importante non esagerare. Nessun componente, nel giardino zen, può sopraffare gli altri. Ma ha invece il compito di contribuire a valorizzarli. Aggiungiamo una cosa molto interessante: decidere di collocare delle pietre nell’acqua significa decidere di rappresentare gli ostacoli che una persona incontra lungo il cammino. E, di conseguenza, sia la consapevolezza che il desiderio di superarli.

Giardini zen piante

I giardini zen possono occupare un ampio spazio, ma anche essere piccoli. Le dimensioni, tutto sommato, sono una questione secondaria. Se quindi si ha a disposizione uno spazio limitato, nessun problema. Dopo aver trovato la sabbia, deciso quali pietre collocare e se fare in modo che ci sia l’acqua oppure no, bisogna selezionare le piante. Piante che hanno senza dubbio un grande valore ma sono numericamente limitate. Anzi, sappiate che nei primi giardini zen la vegetazione era assente: si riteneva che gli altri elementi fossero sufficienti e garantire la pace e la serenità. Gradualmente le cose sono cambiate e hanno fatto la loro entrata in scena anche le piante: quelle, però, in grado di integrarsi perfettamente nell’insieme. Senza mai prevalere, lo ribadiamo. La valenza simbolica resta una questione prioritaria e inoltre i giapponesi danno molta importanza alla contrapposizione fra piante maschili e femminili. Le prime, alte e slanciate, sono poco presenti in un giardino zen; però non dovrebbero mai mancare un Pinus Pentaphyllla o un Taxus, lavorati in modo da conferire loro la tradizionale forma a palchi regolari. Le piante femminili sono basse e tondeggiante, decisamente più numerose anche perché rappresentano sia la bellezza della natura che la capacità di dare la vita (cioè i fiori). Molto diffusa è l’azalea ma anche il ciliegio e il prunus mume riscuotono grandi consensi. Nei giardini zen sono presenti anche le piante a foglia caduca come l’acero, le piante sempreverdi come la felce e le piante arbustive perenni come l’erica.

Giardini zen in casa

Come fare i giardini zen in casa, dunque in formato mini? Una domanda che si pongono in molti. Ebbene, non è per nulla difficile. Occorre innanzi tutto procurarsi un contenitore, che può essere anche un semplice vassoio. Dopo di che si sparge la sabbia sul fondo e si collocano le pietre di forme e dimensioni diverse, nella modalità esposta prima. L’unico limite riguarda le piante, naturalmente. Ma arrivano in soccorso i bonsai, che consentono di ricreare ambienti identici rispetto ai giardini zen esterni. Ricordate inoltre che il giardino deve essere posizionato al centro o nel lato ovest della stanza e ricevere un’illuminazione costante; la notte si dovrebbe ricorrere a una lanterna realizzata con materiali naturali, preferibilmente bambù e carta di riso. Si possono inoltre aggiungere oggetti decorativi come piccole fontanelle ed è importante il rastrello, perché usandolo ci si rilassa e concentra con maggiore facilità. Sì, perché il succo è questo: il giardino zen è prima di tutto una questione mentale!

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