Il punto dopo: fiera Abitare il Tempo a Verona

- 05 aprile 2005

Le tendenze del design registrate a Abitare il Tempo a Verona

Dal Salone del Mobile di Milano, svoltosi in aprile, alla mostra Abitare il Tempo a Verona, tenutasi in ottobre: due eventi fieristici tra loro diversi (il primo è la più rilevante espressione europea dello star system dell’arredamento mentre il secondo ha un assetto più umano e coinvolgente, molto attento alla “essenzialità del progetto” e alle piccole cose della casa) ma entrambi importanti per cogliere le tendenze del mercato, l’evoluzione dei gusti. E questo in un periodo ricco di pulsioni determinate dal passaggio epocale, dominato dall’informazione, sempre più veloce e accessibile, ma non privo di contraddizioni, come il concomitante delinearsi di una coscienza fortemente individualista e di una standardizzazione “acritica” nei comportamenti e nelle scelte, anche per quanto riguarda la casa. Purtroppo sia la gigantesca manifestazione milanese che il più raccolto appuntamento veronese hanno evidenziato che i fermenti del terzo Millennio, le aspettative del nuovo e del cambiamento non trovano per ora una chiara concretizzazione nei prodotti dell’abitare, sopraffatti da una situazione alquanto appiattita su modelli ripetitivi, che fanno addirittura pensare a una rinuncia del design a essere elemento personalizzante e diversificante, cioè a svolgere uno dei suoi compiti più qualificanti, se non il più qualificante in assoluto. La colpa è anche del minimalismo esasperato, con il suo bianco e nero e con i suoi colori “non colori”, e dell’high-tech eccessivo, che purtroppo - nell’arredamento - palesa una creatività piuttosto arida. La realtà è che da due o tre anni in qua le cucine (per prime) e poi via via le armadiature, i letti con i loro complementi, i bagni, gli imbottiti e i mobili per l’area giorno sono diventati sempre più uguali nelle forme, nei colori, nelle finiture, in tutto. E questa situazione è apparsa ancora più evidente nelle ultime edizioni di Abitare il Tempo, perché la rassegna di Verona, con il suo display espositivo, molto raffinato ma omogeneo nell’assetto complessivo e nei colori, fa essere il prodotto esposto più protagonista che in altre mostre e se tanti prodotti sono simili tra loro questa caratteristica balza agli occhi in maniera evidente.

Metacrilato e coloro sgargianti: le nuove tendenze

Eppure in questo quadro generale di riferimento, che suscita non pochi dubbi e perplessità sia tra gli addetti ai lavori che tra il pubblico, proprio Abitare il Tempo a Verona ha aperto - a nostro giudizio - qualche interessante spiraglio verso nuovi orizzonti. Ha evidenziato, per esempio, che i colori “colorati” stanno acquistando sempre più spazio, e non solo per l’abbondante uso che ormai si fa anche nell’arredamento di un interessante materiale, il metracrilato, che ha proprio nell'ampia gamma di tonalità uno dei suoi punti di forza. La mostra di Verona, inoltre, è solita concedere parecchio spazio ai complementi, agli oggetti per la tavola e a tutto quello che “fa casa”, come i tessuti, i tappeti, i tendaggi e la biancheria. E proprio i produttori tessili hanno presentato ad Abitare il Tempo proposte belle, raffinate e anche romantiche, come quelle di una volta, realizzate con materiali di qualità e con rifiniture molto accurate. Proposte che sono in grado di vestire il salotto, il letto, la tavola, il bagno, i pavimenti, le finestre con eleganza e con originalità, perché caratterizzate da disegni nuovi e da colori non solo naturali ed ecru ma anche “decisi”, in parte mutuati dalle ultime tendenze della moda, come le tante tonalità del viola, del verde e dell’arancio.

Le proposte più valide

Le proposte più valide viste ad abitare il tempo a Verona? Quelle della Missoni by T&J Vestor (tessuti e biancheria), della Redaelli Home Collection (sempre tessuti e biancheria), della C&C (la collezione di tessuti P/E 2001) e della Mastro Raphael (la biancheria Mousse Lin e Fontainbleau, i copriletti Villabianca e Cannabis, i tappeti Coralli e i tessuti Gran Cru).

Le cucine

Ma passiamo ai mobili, incominciando dalle cucine trovate in esposizione ad abitare nel tempo a Verona, tra le quali segnaliamo, per le loro qualità progettuali i modelli della Ernestomeda, della Minotti Cucine e della Elam by Tisettanta mentre per le sue caratteristiche complessive la cucina Melville della Scavolini, caratterizzata da linee essenziali e da elementi razionali di grande componibilità e proposta in un buon numero di colori e materiali (ciliegio e laminato oppure laccato in nuove tonalità, vetri temperati, alluminio e acciaio). Tutto questo consente di ottenere soluzioni del tutto rispondenti a qualsiasi esigenza di gusto e di funzionalità, anche grazie alla disponibilità di contenitori di diverso tipo e misura, di complementi e accessori di nuova configurazione e utilità. Sempre tra le cucine va citato anche il modello Idea della Snaidero, le cui linee sono il frutto dell’intervento creativo di Pininfarina, che ha profondamente rinnovato questo modello ormai storico, imprimendogli il suo inconfondibile tratto stilistico, riscontrabile soprattutto nella cappa, dal design molto originale e realizzata in baydur ad alta densità strutturale, con finitura metallizzata. Le ante hanno un’unghiatura che ne permette l’apertura senza l’utilizzo delle maniglie e sono disponibili in laminato, in laccato lucido, in legno ciliegio opaco, in legno ciliegio con finitura poliestere lucida e in legno wengé. Insomma: la varietà delle finiture e anche i tanti colori a catalogo consentono veramente una scelta del tutto in sintonia con i gusti dell’acquirente.

Roberti Rattan e l'area giorno

Trasferendoci all’area giorno esposta presso Abitare il Tempo A Verona, particolarmente interessanti sono sembrate le proposte di “nicchia”. Come il nuovo programma Kyoto, con il quale la Roberti Rattan ha avviato un nuovo percorso produttivo, che è nato all’insegna del marchio Roberti Rattan Design e nel quale per la prima volta il rattan, cui l’azienda ha legato il suo nome e la sua storia, non gioca più un ruolo fondamentale. I mobili di questo programma sono costruiti in abete, con finitura spazzolata, e si caratterizzano per una linea essenziale e molto elegante, che richiama il lontano Oriente (da qui il nome Kyoto) ma che risulta pienamente in sintonia con le attuali tendenze d’arredo, che vogliono una casa bella, molto confortevole, poco ostentata ma anche affrancata dalle esasperazioni minimaliste.

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