Tra i sistemi di riscaldamento a bassa temperatura, quello a pavimento è tra i più diffusi. Si potrebbe definire l’avanguardia del riscaldamento nonostante non sia poi così recente perché già negli anni Cinquanta e Sessanta era molto di moda. Fu però gradualmente abbandonato perché non erano ancora utilizzati materiali tali da permettere un adeguato isolamento termico e il raggiungimento di una temperatura ideale. Problema oggi risolto con i moderni impianti che permettono invece di ottenere lo stesso livello di comfort del riscaldamento tradizionale ma con una temperatura dell’ambiente inferiore di 2°C, ottimale per il benessere del corpo umano. Ma come funziona? Partiamo da un confronto semplice: se il liquido in circolazione per riscaldare i termosifoni raggiunge più o meno i 65-70°C, per il sistema di riscaldamento radiante, tipico dell’impianto a pavimento, è sufficiente una temperatura di 29°C. Basato su un sistema di tubazioni, questo tipo di impianto è collocato sotto il pavimento e appoggiato a pannelli isolanti, in cui circola l’acqua calda. Il principio in base al quale i pannelli riescono a diffondere il calore è quello dell’irraggiamento: attraverso questa tecnica il calore si propaga in modo omogeneo da terra fino al soffitto. Quello in foto per esempio è un sistema di riscaldamento elettrico a pavimento per interni progettato da Lor Mat System e può essere installato sotto qualsiasi tipo di pavimentazione perché viene dimensionato in base alla superficie che va a coprire. Il cavo è applicato a una rete adesiva che si srotola come un tappeto rendendo la posa pratica e veloce.
Per scegliere un impianto di riscaldamento a pavimento è necessario considerare una serie di elementi e valutarne i pro e i contro. Tra i vantaggi c’è sicuramente l’igiene perché l’installazione invisibile fa sì che non si debbano pulire i radiatori o i tubi a vista che generano polveri. Vantaggio di cui saranno felici soprattutto coloro che soffrono di allergie. L’azienda Uponor, per esempio, propone soluzioni per riscaldamento a pavimento ad acqua per nuovi edifici o ristrutturazioni sottolineando il fatto che tale sistema permette di risparmiare fino al 12% di costi energetici e di mantenimento, rispetto a un sistema tradizionale. Per questo è possibile usufruire, in base a quanto previsto dalla legge di stabilità, di incentivi fiscali che prevedono la detrazione del 55% su tutti gli interventi effettuati sulla propria abitazione e finalizzati alla riqualificazione energetica. Già, perché nonostante uno dei contro di questo impianto siano le spese iniziali, lievemente superiori rispetto a quelle dei sistemi classici, è possibile ammortizzarle in un arco di tempo limitato grazie al risparmio energetico che ne consegue. Inoltre con l’immissione di acqua fredda può essere convertito in un impianto di refrigerazione, evitando così di acquistare condizionatori. Per contro non è sempre facile l’installazione di questi impianti e alle volte componenti d’arredo troppo ingombranti potrebbero ostacolare il passaggio del calore. Infine, premesso che può essere scelta qualsiasi tipo di pavimentazione, dai laminati alle piastrelle, dalla moquette al cotto, è necessario però considerare lo spessore dell’intero sistema perché, mentre quello dei pannelli radianti in sé è esiguo, a questo vanno aggiunti gli strati di isolanti per uno spessore totale che può oscillare dai 3 fino ai 15 centimetri.
Abbiamo visto come sia importante scegliere la pavimentazione ma è anche vero che è possibile optare per qualsiasi materiale, anche il parquet. Lo spessore e il tipo di pavimento influiscono direttamente sulla resa dei pavimenti radianti, e di queste caratteristiche occorre tener conto in fase di progettazione. Come bisogna tenere presente che i rivestimenti in parquet presentano una resistenza termica maggiore di altre tipologie per cui per ottenere rese elevate è necessario aumentare la temperatura di mandata all’impianto. Per questo è meglio preferire elementi di spessore contenuto, massimo 15 millimetri, e di specie legnose stabili che non soffrano le variazioni di temperatura e di umidità come per esempio Rovere o Teak. Il Gruppo Berti Snc, una delle principali realtà nel panorama nazionale e internazionale di pavimenti e parquet, tranquillizza in merito sostenendo che la scelta di utilizzare il legno è quella ottimale perché essendo un materiale isolante per natura, impedisce che ci sia contatto diretto con il calore emesso dai pannelli radianti, permettendo così al caldo di distribuirsi con modalità costante e “delicata”.
I costi iniziali del riscaldamento a pavimento sono abbastanza elevati. Questo accade perché l’impianto è composto da diverse parti come le tubazioni, i pannelli isolanti, il massetto, la caldaia e i collettori. Ma deriva anche dalla maggiore attenzione che gli installatori applicano nell’organizzazione dell’intero impianto, aspetto molto importante per l’efficacia del riscaldamento stesso. Da qui una manodopera più cara perché maggiormente specializzata. I prezzi dipendono poi anche dalla tipologia e dalla qualità della struttura stessa perché se nell’edificio c’è maggiore dispersione (per esempio è dotato di più piani), maggiore sarà la spesa per acquistare il materiale da installare. E viceversa. Infine eventuali demolizioni che dovranno avere luogo nel caso di un’abitazione esistente o che necessita di una ristrutturazione vanno computate nel budget complessivo. Si evince quindi che i costi variano, anche sensibilmente, a seconda della presenza o meno di alcuni fattori. Sostanzialmente, per un’abitazione di circa 100 mq il prezzo si aggira tra i 70 e i 110 euro a metro quadro, comprensivi del costo non solo dei materiali e della caldaia, ma anche della manodopera e di altri oneri.