- 19 novembre 2015

Pareti verdi verticali

Pareti verdi che mutano con le stagioni, in grado di trasformare uno spoglio muro cittadino, un angolo dismesso o una recinzione domestica in un elemento naturale, addolcendone le prospettive e annullandone l'effetto gabbia. L'idea non è nuova. Ma è negli ultimi anni, col ridursi del verde urbano che i living wall hanno conosciuto il meritato successo, proponendosi come soluzione sostenibile sia per l'outdoor che per gli interni. I vantaggi promessi (e mantenuti) dalle quinte verdi non solo solo estetici, ma anche funzionali. Garantiscono una privacy discreta, ripuliscono l'aria dagli agenti inquinanti e proteggono le pareti dagli sbalzi termici. Fungono, insomma, da isolanti naturali e da frangivento, limitando la dispersione termica invernale e il surriscaldamento estivo. E, grazie alla naturale capacità del fogliame di assorbire le onde sonore, contribuiscono a ridurre l'inquinamento acustico. La scelta delle specie vegetali da impiegare in una parete verde outdoor deve tenere conto del clima: è importante che le piante possano svilupparsi lungo le stagioni in modo da ridurre al minimo la manutenzione. Bisognerà optare per le specie con un ridotto fabbisogno idrico che riduca la portata, e quindi la complessità, dell'impianto d'irrigazione. A seconda dei gusti si potrà scegliere una parete mono o multi-specie. Quest'ultima è in grado di donare maggior profondità all'ambiente, ma necessita di un assortimento di piante biologicamente compatibili. In ogni caso, la progettazione delle pareti verdi dovrebbe sempre essere affidata a un professionista: creare un dialogo armonico tra l'elemento naturale e il contesto architettonico è, infatti, il primo obiettivo da perseguire.

Pareti verdi interni

Veri e propri elementi architettonici o semplici complementi d'arredo, le pareti verdi stanno conquistando gli interni, non solo privati, ma anche commerciali ed espositivi. Che siano costituite da piante in vaso o realizzate a pannelli, secondo la tecnica inventata da Stanley White nel '37, la semplicità della loro realizzazione, possibile su scala ridotta anche con il fai da te, ha ampliato la possibilità del loro impiego, persino in piccole metrature. Talvolta, infatti, basta un rettangolo verde per ampliare la prospettiva di una stanza, per nascondere elementi sgraditi, o per ammorbidire sfondi angusti. Altre volte, un separé verde autoportante può aiutare a gestire un grande spazio senza appesantirlo con strutture murarie o in cartongesso. Come l'outdoor, anche indoor trae significativi benefici dalla presenza vegetale che mantiene il giusto tasso di umidità ambientale e predispone al relax. L'aspetto salutare può essere accentuato scegliendo piante depuranti. Se all'esterno la scelta è condizionata dal clima, all'interno bisogna fare i conti con la luce. Per il resto ci si può sbizzarrire nella scelta tra un'infinità di specie, anche esotiche. Si va dai licheni, impiegati per realizzare complementi d'arredo come quadri, tavolini etc, alle depuranti come la Felce di Boston capace di assorbire le emanazioni di formaldeide del mobilio.

Verde verticale ieri e oggi

Le pareti verticali possono essere realizzate impiegando tre diverse tecniche che richiedono un differente budget di realizzazione e di mantenimento. Il modo più semplice per ottenere una quinta verde è quello tradizionale, ovvero la piantumazione di arbusti opportunamente potati a siepe. I vantaggi sono sostanzialmente due: non necessitano di strutture di sostegno e richiedono una manutenzione ordinaria che si riduce alle potature. La scelta dell'arbusto può variare secondo gusto e necessità. In genere sono consigliati i sempreverdi capaci, come la Photinia Red Robin, di mutare il colore del fogliame con le stagioni. Si può optare anche per una “muraglia verde a prova di ladro” con le spinose Pyracante, oppure privilegiare una crescita lenta con il Bosso. Se il terreno è roccioso, meglio scegliere il Viburno. Ci sono poi le pareti costituite dai rampicanti. In questo caso avremo bisogno di un supporto da fissare al muro. Oppure potremo sfruttare elementi già esistenti, come recinzioni e staccionate o, ancora, creare graticci ad hoc garantendoci la privacy non opprimente di una radura. Edera e gelsomino sono le specie più comuni in caso di semi ombra. Per un effetto fastoso ci si può indirizzare verso le rose rampicanti rifiorenti. Se poi si desidera osservare da vicino il ritmo delle stagioni la pianta migliore è l'edera americana. Siepi a parte, la realizzazione delle pareti verdi di ultima generazione avviene attraverso l'impiego dei “mattoni botanici” di White; pannelli in pvc (o ceramica) dotati di un substrato fertilizzato da fissare sulle superfici verticali grazie ad apposite strutture metalliche che possono essere anche autoportanti. Ad oggi esistono in commercio diversi sistemi. Uno di questi è quello proposto da Sage (www.sageverticalgardens.com): elementi modulari con impianto di irrigazione idroponico, adatti soprattutto per l'outdoor. C'è poi quello della Pro wall, (gsky.com/green-walls/pro) con pannelli personalizzabili per grandi superfici, dotati di un sistema di irrigazione gestibile in remoto. Punto dolente di queste pareti resta la manutenzione che va affidata a professionisti. Il trucco per abbatterei i costi di realizzazione è quello di piantare in sito invece di comprare i pannelli pronti all'uso, prediligendo piante di facile gestione. Il fai ad te è possibile su piccole superfici, con l'acquisto di supporti a tasche da riempire in luogo, gestibili anche senza impianto di irrigazione. Con la tecnica dei pannelli o delle tasche si possono realizzare persino dei piccoli orti verticali con le più gustose specie di ortaggi. In caso di budget limitato, esiste la possibilità di creare pareti verdi sintetiche: non si godranno i vantaggi dei muri vivi, ma l'effetto estetico sarà comunque straordinario.

Giardini verticali

Realizzati esclusivamente da professionisti, rappresentano una declinazione artistica delle pareti verticali. La loro unicità sta nell'abbinamento di specie vegetali volte a creare un preciso effetto estetico. Da non confondere col Bosco Verticale dello studio Boeri, inaugurato recentemente a Milano, che ricorre all'antica tecnica dei giardini pensili, i giardini verticali a pannelli sono diventati un ottimo escamotage per portare il verde in città. Ad averlo intuito per primo è stato il francese Patrick Blanck che dal 1988 tappezza di vegetali i musei, i palazzi e gli alberghi delle più importanti città del mondo. Tra le sue opere si annovera il giardino verticale più alto del mondo a Sidney. Suo anche il green wall del Café Trussardi (in foto) a Milano.

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