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- 28 novembre 2015

Permacoltura, le origini di un modello agricolo

Immaginate un giardino fiorito con piccole aiuole, un laghetto e alberi da frutto; facile da gestire, senza il bisogno di un giardiniere. Un sogno? Non con la Permacultura, l'idea di Franklin Hiram King che fin dal 1911 ha teorizzato la possibilità di giardino permanente, capace di autoregolarsi secondo natura. Non si tratta di mera teoria, ma di un preciso modello agricolo, sviluppato dall'australiano Bill Mollison e dal suo studente David Holmgren, che sfrutta i meccanismi biologici degli organismi vegetali per sviluppare una coltivazione sostenibile riducendo l'intervento umano, l'uso di fertilizzanti e diserbanti. Non solo. La Permacultura può essere utilizzata per creare giardini e orti in zone tradizionalmente difficili da gestire, come nel caso di terreni rocciosi e inospitali. Nel perimetro di un giardino realizzato con questo metodo, ogni elemento va scelto in virtù delle interazioni che riesce a creare con ciò che lo circonda. Così, per avere sontuose fioriture, e abbondanti raccolti, basterà mescolare nelle giuste proporzioni piante selvatiche e domestiche affini, ortaggi e fiori, arbusti, legumi e funghi. La coltivazione si basa sulla suddivisione del terreno in zone ben definite, adibite ad una precisa funzione: coltivazione, osservazione, rimessa. L'osservazione dell'ambiente da coltivare, la concimazione naturale tramite il compostaggio, il controllo delle infestanti e la protezione del suolo per mezzo della pacciamatura, sono i comandamenti della Permacultura. La prima regola, ovvero l'osservazione delle caratteristiche del luogo e della sua esposizione, permetterà di posizionare ogni pianta nel punto più favorevole alla sua crescita.

Permacultura orto

Un orto in Permacultura somiglia a un giardino. Si struttura in aiuole dove i fiori si mescolano agli ortaggi in un tripudio di colori e varietà vegetali. Le dimensioni delle aiuole, che seguono precisi modelli (tutti curvilinei come la mezzaluna, la spirale e il ventaglio ) variano a seconda delle necessità culturali dei singoli ortaggi. Per le specie proficue, come i pomodori, basteranno piccoli appezzamenti di terreno seminati con piante da fiore come il Tagete e il Nasturzio capaci di tenere alla larga i parassiti. Le patate, invece, richiederanno aiuole più estete, adatte ad una raccolta posticipata nel tempo. Importante sarà anche la collocazione dei vegetali: quelli a ciclo breve andranno piantati negli spazi più prossimi all'abitazione, in modo da facilitarne la raccolta. Bisognerà, poi ricordarsi di lasciare un po' di terreno all'incolto nella zona più lontana alla casa e sistemare qualche albero da frutto, preferendo specie autoctone. Poco spazio? Niente paura alla base del tronco sarà comunque possibile coltivare. Esistono poi i vegetali da bordura, come l' aglio e la cipolla, con cui perimetrare le aiuole stesse. Per creare un riparo dal vento si potrà utilizzare il bamboo dal quale si potranno anche ricavare i sostegni per le piante di pomodoro e materiale da pacciamatura. Sarà bene poi realizzare un piccolo stagno per attirare rospi e rane, animali insettivori amici dei contadini.

Food forest

Superando la distinzione tra orto e giardino si arriva alle cosiddette foreste del cibo, luoghi ibridi dedicati alla coltivazione alimentare, ma capaci di conservare la complessità estetica di un bosco. Realizzare una food forest, però, non è semplice, tanto che alla Permacultura sono ormai dedicati corsi universitari, giornate tematiche e convegni. Si tratta, anzitutto, di studiare l'ambiente e tentare di riprodurne i meccanismi, anche attraverso il recupero di specie vegetali ormai in disuso. Per principio ogni prodotto della forest food, dal legno, alle radici, ai frutti, deve essere utile al ciclo produttivo. E ogni scarto organico deve tornare alla terra, sotto forma di concime. Sfruttando la dimensione verticale, una foresta di cibo permette di ottimizzare la produttività degli spazi più ridotti attraverso un'oculata commistione di piante biocompatibili, che invece di sottrarsi luce e nutrimento siano in grado di cooperare tra loro.

Permacultura in città

Avvicinarsi alla Permacultura può essere vantaggioso per chi decida di cimentarsi in un orto cittadino. La suddivisone del terreno in aiuole rialzate permette l'utilizzo di contenitori anche per un orto fuori terra. Attraverso la pacciamatura e il compostaggio poi sarà possibile ridurre i rifiuti organici e contribuire a rendere la propria città più green. Persino in presenza di un piccolo spazio, però, bisognerà tener fede ai principi di Bill Mollison optando per un orto-giardino su più livelli, con angoli riparati dal vento grazie al spalliere di rampicanti frangivento. Per sceglie le specie più adatte sarà necessario controllare l'esposizione solare e le zone d'ombra causate dai fabbricati vicini.

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