Redazione - 14 novembre 201321 gennaio 2019
Quando accendere il riscaldamento? A quale temperatura impostarlo per evitare inutili consumi? Ecco i nostri consigli
Redazione - 14 novembre 201321 gennaio 2019
Quest’anno il freddo intenso ha permesso l’accensione anticipata dei termosifoni in molte zone d’Italia: da oggi comunque, 15 ottobre gran parte degli impianti possono essere attivati. Parliamo ovviamente dei condomini con riscaldamento centralizzato, per cui l’accensione è normata da un decreto che ne determina precise date di accensione e spegnimento. In via del tutto speciale quest’anno il comune di Bologna ha permesso di accendere il riscaldamento in anticipo a causa di variabilità delle temperature e delle previsioni meteo, con un’accensione di massimo 7 ore e nei momenti più freddi. Anche il comune di Milano ha dato il via alla possibilità di decidere se accendere o no al responsabile degli impianti di ogni stabile, nel caso di particolari condizioni climatiche per un massimo di 7 ore giornaliere, fuori dai periodi di accensione ordinaria. Inoltre, anche le temperature da mantenere sono stabilite: l’accensione riscaldamento è vincolata dopo le 5 del mattino ed entro le 23 la sera, con lo scopo di limitare i consumi energetici. La temperatura non deve superare i 20°C con una tolleranza di due gradi in case, uffici e scuole, mentre per capannoni industriali e artigianali la temperatura deve essere non superiore i 18°C.
Per quanto riguarda le regole che stabiliscono quando accendere il riscaldamento dobbiamo considerare le zone climatiche: l’Italia è divisa infatti in sei fasce dalla A alla F, stimate in base alla temperatura media durante l’anno, secondo una tabella riportata da Help Consumatori. Le zone più calde sono le prime dalla A alla C, stimate tra il centro e il sud. La zona A rientra in un periodo di accensione che va da inizi dicembre a metà marzo per un massimo di 6 ore al giorno; la B inizio dicembre, fine marzo, per una accensione di 8 ore giornaliere; la C dal 15 novembre al 31 marzo fino a 10 ore al giorno di accensione. Al nord la maggior parte rientra in fascia D e E e l’accensione è permessa dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore giornaliere. Le province caratterizzate dalla fascia F non hanno limitazioni poiché sono le più fredde, come ad esempio Belluno.
Quello che non sappiamo è che moltissimo consumo ed immissione di anidride carbonica nell’atmosfera deriva dal riscaldamento: questo ce lo dice l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, Enea. Il 30% dei consumi energetici nazionali riguarda l’energia consumata nell’edilizia residenziale proprio per riscaldare gli ambienti interni e per l’acqua calda, con un 25% delle emissioni di anidride carbonica su scala nazionale. L’Enea a questo proposito segnala i possibili interventi per diminuire consumi e sprechi che vanno dal 20% al 40%, come ad esempio limitare il riscaldamento agli spazi vissuti, senza portare in temperatura le stanze non utilizzate. In alcuni casi però, gli interventi da farsi sono anche più importanti, come opere strutturali. È molto importante inoltre, oltre che obbligatorio, provvedere a una manutenzione della caldaia affinchè sia ben funzionante e non ciano perdite o sprechi di ogni genere.