Rivestimenti cucina, quale scegliere? Non è affatto facile rispondere a questa domanda. Prima di tutto perché le tipologie di rivestimenti sono numerose, e poi perché occorre tenere presenti diversi fattori: il budget di cui si dispone, la resistenza del materiale impiegato, la facilità di manutenzione e pulizia, la possibilità di creare i giusti abbinamenti con i mobili e gli altri elementi di arredo. Anche i gusti personali hanno notevole importanza, così come le caratteristiche naturali dell’ambiente che ospita la cucina stessa, a cominciare dall’esposizione e dal livello di umidità. I rivestimenti attualmente più diffusi sono le piastrelle (di diverso genere), gli schienali in acciaio con uno spessore pari a 2 cm, gli schienali in laminato con spessore 1,8 cm, le carte da parati e la resina. La carta da parati è la soluzione più economica e consente di “imitare” l’aspetto di altri rivestimenti. Gli schienali in acciaio non sono facili da trattare, richiedono una manodopera di alto livello e di conseguenza hanno un costo piuttosto alto; in compenso possono essere considerati i rivestimenti più resistenti a urti e abrasioni, durano molto e si puliscono in un batter d’occhio. Inoltre ostacolano la formazione e la proliferazione dei batteri. Gli schienali in laminato sono molto diffusi soprattutto per quanto riguarda le cucine moderne, il materiale in questione si lavora con grande facilità e ha la stessa consistenza della plastica. In più bisogna dire che esistono numerosi modelli di schienali in laminato ed è disponibile una vasta gamma cromatica. Il che si traduce in una grande possibilità di personalizzazione. In foto Aspen di Doimo Cucine: la boiserie ha lo schienale in laminato Olmo cacao.
Rivestimenti cucina: le piastrelle in ceramica sono resistenti, versatili e consentono anche di dar sfogo alla creatività in quanto la proposta sul mercato è vastissima. Variano le dimensioni, le forme, le decorazioni, le cromie, le fantasie, i trattamenti. Si sceglie innanzi tutto fra piastrelle in monocottura e bicottura; le prime sono frutto di un unico passaggio della ceramica ad alta temperatura che esalta i colori e i decori, mentre le altre vengono realizzate in due fasi distinte. Si comincia cioè con la cottura del supporto e si procede con la cottura dello smalto. Crescenti consensi acquistano anche le lastre in gres porcellanato con spessore di 4 mm, ottenute con un sistema di pressatura che le rende particolarmente resistenti e compatte. Le piastrelle cucina in gres porcellanato consentono un ulteriore trattamento del materiale, il quale può essere levigato, lappato o ritoccato. Il gres è un materiale molto resistente e non poroso e quest’ultima caratteristica lo rende perfetto in un ambiente come la cucina, dove è frequente la presenza di fumi e di umidità. Un po’ meno diffuse ma sempre molto apprezzate sono le piastrelle in maiolica, molto belle e facili da pulire. Se c’è il paraspruzzi, ancora meglio. In foto Clayline di Marazzi, rivestimento in ceramica effetto cotto cemento.
Scegliere le piastrelle di marmo e Travertino per i rivestimenti cucina significa creare atmosfere eleganti e raffinate. Stiamo parlando di materiali pregiati, contraddistinti da una buona resistenza e traspirabilità; ampia è la scelta per quanto concerne i colori e le sfumature, e non si dimentichi che il marmo restituisce effetti sotto molti punti di vista davvero unici. Certo, c’è bisogno di grande cura e di una manutenzione annuale; l’attaccatura delle pietre deve essere periodicamente rinsaldata con un adeguato prodotto sigillante. Esistono anche appositi trattamenti in grado di proteggere le superfici da sgretolamenti e dagli effetti indesiderati dell’usura. Restando nel settore delle rocce, molto indicato per la cucina è il granito, che non si usura facilmente come il marmo ed è resistente agli urti e alle abrasioni. Si consiglia però di posare a parete il granito solo in corrispondenza del piano di lavoro, come paraschizzi, per motivi economici ma anche per non appesantire l’ambiente dal punto di vista visivo.
E poi ci sono i rivestimenti cucina in resina, valida alternativa soprattutto per quanto riguarda la parete dietro il lavello o tutta l’alzata fra le basi e i pensili. Non solo. La resina può essere impiegata per la realizzazione di pavimenti belli e colorati, ma soprattutto unici; ogni colata è infatti diversa dall’altra e, se lo si desidera, si può ottenere anche un interessante effetto cemento. Atossica e antibatterica, la resina resiste all’acqua e all’umidità, è funzionale e si lava in pochi attimi. Una perfetta igiene, dunque, è assicurata. La finitura può essere lucida oppure opaca e non c’è alcun problema derivante dall’eventuale vicinanza del piano cottura. I rivestimenti in resina si traducono inoltre in un alto livello di personalizzazione: la composizione chimica di questo materiale, infatti, consente di imitare molti altri e quindi rende possibile un’ampia gamma di soluzioni.