- 11 aprile 2016

Tetto ventilato per isolare: tutti i vantaggi

Il tetto ventilato garantisce un ottimo isolamento termico e dunque favorisce il risparmio energetico. Sono inoltre previste agevolazioni fiscali.

- 11 aprile 2016

Isolamento con tetto ventilato

Al pari degli infissi, il tetto ha un ruolo fondamentale per quanto riguarda l’isolamento termico della casa. Se privo di determinati requisiti, diventa causa di un eccessivo riscaldamento durante il periodo estivo e un’eccessiva dispersione del calore nei mesi invernali. Rischi che diventano minimi grazie al tetto ventilato, sempre più diffuso sia nelle nuove costruzioni che per quanto riguarda le ristrutturazioni. Il tetto ventilato è una copertura a falde inclinate caratterizzata da un’intercapedine - che funge da camera di ventilazione - fra il manto isolante e quello di copertura (ovvero le tegole). Tale intercapedine ha uno spessore compreso fra i 6 e i 10 cm e aperture di entrata e uscita dell’aria che consentono la naturale creazione di correnti (moti convettivi) e dunque la formazione di calore sotto il manto di copertura. In estate il tetto ventilato fa sì che le tegole arroventate restino distanziate rispetto allo strato isolante del tetto; tramite l’irraggiamento solare, inoltre, l’aria presente nell’intercapedine si riscalda e poi, per effetto delle correnti, fuoriesce dal colmo al contempo agevolando l’ingresso dell’aria più fresca. Tutto ciò conduce a una riduzione della temperatura in casa e di conseguenza anche a un risparmio energetico perché l’utilizzo dei climatizzatori può essere contenuto. In inverno, invece, il tetto ventilato favorisce lo smaltimento della condensa e facilita lo scioglimento del ghiaccio e della neve sulla copertura. Inoltre aumenta le prestazioni isolanti dei materiali termoisolanti utilizzati. In foto, un tetto ventilato realizzato da Aertetto.

Tetto ventilato isolante

La composizione di un buon tetto ventilato è a strati. Partendo dal basso, ovvero dallo strato più vicino all’interno dell’edificio, troviamo innanzi tutto la struttura portante che nella maggior parte dei casi è in legno (travi), in acciaio oppure in calcestruzzo. Successivamente c’è lo strato di tenuta al vapore, che protegge l’isolante dalla formazione di condensa: si tratta di una sorta di foglio impermeabile e traspirante, in membrana bituminosa, poliestere o altro materiale. Segue l’isolante vero e proprio: pannelli in fibre naturali o sintetiche. Quindi abbiamo la suddetta intercapedine e il manto di copertura con previste aperture di areazione in corrispondenza del colmo e della gronda. Il tetto ventilato può essere applicato sia nella fase di realizzazione ex novo dell’edificio sia nel corso di una ristrutturazione, tramite l’applicazione di pannelli al di sotto del tetto a falda che permettano la formazione di una intercapedine di aria dello stesso spessore lungo tutta la falda. Per la posa dei pannelli si procede dalla gronda verso il colmo; lo sfrido del pannello terminale di ogni fila viene usato per iniziare la fila successiva. Tale procedura consente di ottenere giunti sfalsati e di ridurre al minimo la percentuale di sfrido. In foto, una copertura realizzata da Brianza Plastica.

Tetto ventilato in legno

Il tetto ventilato in legno è molto apprezzato. Questo materiale, infatti, si presta perfettamente sia perché è traspirante - dunque capace di stabilizzare il livello di umidità interno – sia perché perché è un ottimo regolatore igrotermico in grado di garantire massimo comfort climatico. Poi bisogna considerare la questione estetica: anche a tal proposito, il legno viene promosso a pieni voti. Si possono realizzare coperture davvero molto belle, con travi o capriate a vista, adatte soprattutto ai lotf e alle mansarde. Certo, occorre anche tener presente che il costo aumenta rispetto a una copertura ordinaria: parliamo di circa 100 euro al metro quadrato, ma nel tempo la spesa risulterà sicuramente ammortizzata da una performance qualitativamente superiore che a sua volta si tradurrà in un notevole risparmio energetico. Si aggiunga inoltre che il tetto ventilato in legno richiede una manutenzione meno frequente rispetto a quello di tipo tradizionale. E non dimentichiamo che è anche un isolante acustico molto efficace. Nella foto, un tetto in legno ventilato realizzato da Studio Legno.

Tetti ventilati e detrazioni fiscali

Il tetto ventilato è conforme alle prescrizioni del Decreto Legislativo 192/05, il cui fine è quello di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti. La sua installazione tetto ventilato rientra negli interventi di efficientamento energetico e dunque si traduce in 2 tipi di detrazione fiscale: al 50% e al 65%. Nel primo caso, come specificato dall'Agenzia delle Entrate, sono detraibili “le opere finalizzate al risparmio energetico, realizzate anche in assenza di opere edilizie propriamente dette”, purché sia certificato il raggiungimento degli standard di legge, cioè si raggiunto un determinato livello di isolamento termico. Nel secondo caso, poiché ci si riferisce a lavori sull’involucro dell’edificio, è necessario che quest’ultimo sia già dotato di impianto di riscaldamento e che vengano raggiunti livelli di trasmittanza termica tali da garantire un sensibile miglioramento dell'edificio dal punto di vista energetico. Le due detrazioni non sono cumulabili.

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