La guida utile alla ristrutturazione della casa

- 16 febbraio 2019

Come funziona l’anticipo del TFR per la ristrutturazione della prima casa

I lavoratori dipendenti hanno la possibilità di chiedere al proprio datore di lavoro l’anticipo del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) da destinare alla ristrutturazione della prima casa, propria, del figlio maggiorenne o del coniuge convivente. Per ottenere questa anticipata erogazione di denaro, che solitamente spetta al dipendente una volta cessato il rapporto di lavoro, ci sono regole e requisiti, ecco quali:

  • aver maturato almeno 8 anni di anzianità lavorativa;
  • la somma finanziata non potrà essere superiore al 70% del TFR maturato;
  • presentare idonea domanda attraverso apposito modulo e tutta la documentazione attestante il possesso dell’immobile e la tipologia di lavori di ristrutturazione da effettuare.

Occorre poi ricordare che l’anticipo del TFR per ristrutturare la prima casa è concesso solamente al 10% dei lavoratori aziendali che hanno maturato il diritto. Chiedere una consulenza personalizzata ad un esperto del settore è poi il consiglio migliore da dare prima di intraprendere questo importante passo.

Esistono detrazioni fiscali per ristrutturare la prima casa?

Lo Stato italiano ormai da molti anni sta cercando di far ripartire il settore dell’edilizia attraverso i Bonus fiscali, con i quali è possibile detrarre dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) una quota delle spese sostenute per lavori edili ed affini.
Anche per chi decide di ristrutturare la prima casa esistono alcune detrazioni fiscali. Grazie alla Legge di Bilancio 2019 è stata prorogata sino al 31/12/2019 la detrazione fiscale del 50%, sino ad un tetto massimo di spesa di 96 mila euro, per interventi di manutenzione straordinaria, ristrutturazione, risanamento conservativo e restauro di unità abitative residenziali. Mentre per le parti comuni di edifici condominiali l’agevolazione fiscale è estesa anche ad opere di manutenzione ordinaria.
Chi approfitta di questo incentivo alla ristrutturazione della casa può inoltre sfruttare il Bonus Mobili, che permette di portare in detrazione il 50% della spesa sostenuta per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici sino a un limite massimo di 10 mila euro. Tra gli alti incentivi messi a disposizione dei privati ricordiamo:

  • l’Ecobonus 2019, che riguarda interventi di efficientamento energetico come: sostituzione degli infissi, installazione di pannelli fotovoltaici, ecc.;
  • il Sismabonus per opere di messa in sicurezza sismica dell’immobile;
  • il Bonus Verde che facilita l’esecuzione di lavori di sistemazione di aree esterne con impianti di irrigazione, recinzioni ed altro.

Quali documenti produrre per ristrutturare l’appartamento

Ristrutturare è un termine usato spesso in modo generico, ma in ambito tecnico esistono delle distinzioni (espresse all’interno del Testo Unico in materia edilizia DPR 380/2001) tra le diverse tipologie di opere edili. Per far chiarezza vediamo quali sono i principali interventi edilizi e quale documentazione è necessario produrre per ristrutturare il proprio appartamento.

  • Manutenzione ordinaria: nessuna comunicazione e nessun permesso edilizio. Questa riguarda le opere di finitura degli edifici come il rifacimento di: pavimenti, rivestimenti e tinteggiature e la sostituzione degli impianti tecnologici, tipo: cambiare la caldaia o i termosifoni, sostituire i sanitari o riparare l’impianto elettrico.
  • Manutenzione straordinaria: pratica edilizia CILA o SCIA asseverata da un tecnico. Si ricorre alla CILA per: la diversa distribuzione degli spazi interni, la chiusura/apertura di porte interne, il rifacimento dell’impianto fognario del bagno, il frazionamento o l’accorpamento di immobili attraverso opere edili senza la modifica della volumetria e senza cambio di destinazione d’uso. La SCIA va invece presentata per opere di manutenzione straordinaria pensante che riguardano: le opere strutturali da depositare al Genio Civile, il cambio di destinazione d’uso, le opere in sanatoria.

Ma veniamo adesso alla Ristrutturazione secondo il T.U., tralasciando le più particolari opere di restauro e risanamento conservativo. La ristrutturazione edilizia, che “viaggia” attraverso il permesso di costruire, porta alla creazione di un organismo edilizio diverso dal precedente, con modifiche di volumetria e del disegno dei prospetti. Il PdC deve essere rilasciato dal Comune, a differenza degli altri titoli abilitativi che hanno validità immediata dal giorno di presentazione dell’istanza.

Che detrazioni fiscali ci sono sul mutuo ristrutturazione prima casa

Chi stipula con un ente di credito un mutuo per la ristrutturazione della prima casa può fruire della detrazione sugli interessi passivi del mutuo. Tale detrazione è pari al 19% degli interessi passivi e degli oneri accessori per un importo massimo di 2.582,28 euro per ciascun anno d’imposta.
Ecco quello che c’è da sapere sulle detrazioni fiscali riguardanti il mutuo per la ristrutturazione della prima casa:

  • la detrazione spetta agli acquirenti che hanno contratto il mutuo, diritto da suddividere in parti uguali in presenza di più intestatari;
  • il mutuo deve essere stipulato non oltre 6 mesi prima della data di inizio lavori e l’immobile deve essere adibito ad abitazione principale entro 6 mesi dal termine dei lavori;
  • per oneri accessori si intendono: l’onorario del notaio per la stipula del mutuo e le spese di perizia e d’istruttoria, solo per fare degli esempi. Sono invece esclusi dalla detrazione gli interessi passivi coperti da contributi concessi dallo Stato o da altri enti pubblici.

Per fruire della detrazione degli interessi passivi del mutuo di ristrutturazione della prima casa occorre conservare o trasmettere, quando richiesto dagli Uffici finanziari:

  • le quietanze di pagamento degli interessi passivi;
  • la copia del contratto di mutuo;
  • il titolo abilitativo che ha avviato la ristrutturazione;
  • la copia delle fatture comprovanti le spese sostenute per le opere edili.

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