- 05 agosto 2014

L'abbonamento rai: chiariamo una volta per tutte.

L'abbonamento rai è una tassa di possesso, al pari dell'odiosa imu, attalmente ed apparentemente imposta solo alle seconde case. Il canone è sancito da un decreto legge, più esattamente il Regio Decreto 246 del 1938, che è ancora oggi vigente. Bisogna pagarlo per forza, per non diventare, a tutti gli effetti, degli evasori fiscali. E' una tassazione nominale, non legata alla residenza, quindi ne basta uno per coprire tutte le case di proprietà. Non importa che si guardino solo i programmi a pagamento o che il televisore resti spento: il nome del proprietario viene registrato all'acquisto, immesso all'interno di un casellario e soggetto a verifica. A chi non paga autonomamente, prima o poi verrà recapitata una cartolina con il saldo. Disdire è semplice, ma è difficile che la domanda sia accolta se mancano i requisiti.

Come disdire il canone rai

Per disdire il canone Rai bisogna dimostrare di non avere alcun televisore funzionante, mandando una raccomandata, con ricevuta di ritorno, al seguente indirizzo: Agenzia delle Entrate, Direzione Provinciale 1 di Torino, Ufficio territoriale di Torino 1, Sportello S.A.T. Casella postale 22 – 10121 Torino (To). La richiesta deve essere inoltrata entro il 31 dicembre, se il canone è annuale, o il 30 giugno per quello semestrale. E' meglio tenere a mente le scadenze perchè la legge non prevede, e conseguentemente non lo riconosce, alcun tipo di rimborso. Per accogliere la domanda e chiudere definitivamente l'abbonamento, l'Agenzia delle Entrate, non accontentandosi della buona fede dei suoi contribuenti, verifica nuovamente le informazioni con un modulo di autocertificazione e, successivamente, manda un incaricato Sat per un controllo diretto sul posto.

L'invio della disdetta e la richiesta di suggellamento degli apparecchi.

L'invio della raccomandata è solo l'inizio di un certo iter procedurale. La Sat infatti, dopo qualche tempo, manda un modulo di dichiarazione integrativa di disdetta, che deve essere compilato in ogni sua parte dall'intestatario dell'abbonamento, nel quale si richiede d'indicare marca, modello e matricola di ogni televisore ceduto. E' una vera e propria autocertificazione, punibile penalmente se è mendace. Se invece l'abbonato non vuole disfarsi dei televisori, ne può richiedere il suggellamento. Se ne fa domanda nella raccomandata di disdetta del canone rai, allegando copia del bollettino di pagamento. L'importo é variabile: €5,16 per ogni singolo apparecchio. Bisogna ricordare che la disdetta, e l'eventuale suggellamento, si estende non solo ai televisori dell'abbonato ma anche a quelli di proprietà di tutti i componenti del suo nucleo familiare.

Altre regole fa sapere per agire correttamente

Disdire il canone Rai comporta decisamente notevoli disagi, soprattutto se l'abbonato è un anziano. Nel caso in cui quest'ultimo venga trasferito in una casa di riposo, è opportuno inviare subito la richiesta, allegando il nome della struttura e copia del documento che comprovi la sua degenza; se invece ha più di 75 anni e vive da solo, deve poter dimostrare di avere un reddito particolarmente basso. Sono sempre accettate le denunce di furto, d'incendio o la ricevuta dellla discarica che ha ritirato il televisore per lo smaltimento. Fa benissimo a richiedere la cessazione dell'abbonamento chi guarda la Rai col tablet, il PC, o lo smartphone. Secondo una delibera del 2012, la TV nazionale non può richiedere il pagamento del canone: pertanto con un grande schemo attaccato al PC si evita il canone Rai.

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