stellina ha scritto:Ho fatto geometri, mi sono diplomata, ho frequentato poi un anno di architettura, ed è vero, soprattutto nelle materie come matematica, noi eravamo PERSI.Poi ho lasciato perdere perchè facevo in contemporanea anche il tirocinio per dare l'esame di abilitazione e non ce la facevo...oggi faccio l'impiegata geometra in uno studio tecnico, non ho nessuna soddisfazione da questo mestiere, ma purtroppo so fare questo.
Nei sogni di mio padre, io dovevo fare il classico.
Nei miei, l'artistico -e sono sempre stata una capra in matematica-.
Per una serie di coincidenze (che oggi definisco fortunate) sono invece finita al linguistico. E successivamente ad Architettura, dove i geometri di cui sopra mi bagnavano il naso in disegno e gli "scientifici" erano gli unici a cavarsela in Analisi matematica e compagnia (campando di rendita). Ma se le cose non sono cambiate, gli esami a base matematica sono 4 su 30

A 14 anni c'erano idee molto nebulose circa il mio futuro, o meglio, io le avevo chiarissime ma affatto condivise dalla mia famiglia e non c'era modo di mediare.
Bradipa, io leggo che al dilà della specificità cerchi una "formazione di base decente". Credo che ogni genitore abbia una sua visione su questo argomento, e conseguentemente delle aspettative. La mia idea di formazione di base è che, a fine corsi, lo studente abbia imparato un metodo efficiente ed efficace, buono sia per continuare a studiare sia per entrare nel mondo del lavoro. Che non faccia più strafalcioni coi congiuntivi. Che abbia una mente aperta e curiosa, e non soltanto sia in grado di applicare le formulette imparacchiate. Che sappia esprimersi bene in una lingua straniera.
Meglio poche ore settimanali che una costellazione di materie sperimentali tutti gli anni diverse, che ingolfano solo di compiti senza essere davvero formative.
Non so come siano strutturati i programmi ministeriali, ma un bell'approfondimento sulla storia contemporanea nel quinquennio vale più di un trimestre su come gli egizi imbalsamavano le mummie.
Poi certo, una bella differenza la fanno i docenti che ti capitano.
Vedo che in molti hanno magnificato il latino "perchè ti insegna a ragionare". Vero, ma nient'altro. Il tedesco, per esempio, ha una grammatica ugualmente strutturata (con tanto di declinazioni) che ti obbliga al ragionamento, e in più come lingua viva può trovare un'utilità pratica nel mondo del lavoro o nella vita di tutti i giorni
A meno che tuo figlio non senta una sincera propensione allo studio della matematica, io farei un passo indietro per riconsiderare un indirizzo umanistico. Come il linguistico per esempio; che alcuni -con cui concordo- definiscono "liceo classico moderno"
