Re: Poesia...che mi parli....

#901
Chi ha l'anima intensa sente tutto con più forza: la passione, la paura, il piacere.

Charles Bukowski
The sisterhood of The Calf 37,5
it takes two to play tango (cit.dammispazio)
Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell'attrazione (Algernon Charles Swinburne)

Sfacciatissima compromessa

Re: Poesia...che mi parli....

#902
Ma i sogni passano attraverso i muri di pietra, illuminano le stanze più buie e gettano le tenebre in quelle illuminate, e i loro personaggi entrano ed escono ovunque a loro piacimento, ridendosela di tutti i lucchetti.

J. Sheridan Le Fanu
The sisterhood of The Calf 37,5
it takes two to play tango (cit.dammispazio)
Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell'attrazione (Algernon Charles Swinburne)

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Re: Poesia...che mi parli....

#903
Cronaca di una difficile normalità facile

Ore 19.30
Prendo la metropolitana a République, poco meno di 200 metri da casa.
A quell’ora è piena all’inverosimile ma aspetto le carrozze meno affollate. Conto le quattro fermate prima di Charonne e, una volta uscito, chiedo all’edicolante dove è la Rue Godefroy Cavaignac.
E’ qui che si trova il ristorante senegalese-antillese dove mi è stato dato l‘appuntamento per l’intervista per JazzMag.
Il gentile signore con viso pakistano mi dice che bisogna attraversare il Boulevard Voltaire sull’altro lato e poi, imboccando la Rue Charonne, bisognerà girare a destra dopo tre strade.
M’incammino a piedi e, poco prima di svoltare, noto un assemblamento di persone e all’angolo con la Rue de Faidherbe una infinità di fiori e di candele.
Mi rendo conto di essere davanti alla Belle Équipe, l’anonimo ristorante che oggi tutti conoscono per i tragici fatti della sera del 13 novembre.
Svolto e, al numero sei di Rue Godefroy Cavaignac, c’è il ristorante africano Waly-Fay.
Fatou Sylla che li lavora da anni ha vissuto tutto ciò che è accaduto quella sera: ha ancora negli occhi i visi degli attentatori e i corpi dei 19 morti che, nella terrace esterna, sono stati investiti dalla furia dei terroristi mentre bevevano una birra o fumavano una sigaretta in compagnia di qualcuno.
A cena si parla di altro, nessun cenno è per ciò che è successo.
Conclusa la serata raggiungo ancora una volta la metro di Charonne passando davanti al luogo del massacro ma non ho il coraggio di fermarmi per fare una foto.
Durante i giorni del mio soggiorno parigino non ne ho presa nessuna e tuttora non mi sento di farlo.
Le pubblicità affisse nel metrò veicolano un luogo di villeggiatura nella Nuova Guinea, una catena di ristoranti dove servono succulente tajine marocchine e uno spettacolo di Sylvie Vartan e Isabelle Mergault.
Decido di scendere a République, una fermata prima di Strasbourg Saint Denis, quella più vicina a casa mia.
La piazza è letteralmente invasa di bianchi gazebo e di camion con grandi satelliti.
Sotto questi telecamere pronte all’uso e una miriade di reporter eleganti o casual, a seconda delle reti, che trasmettono le news sui fatti parigini.
Sembra di essere in una fiera di gastronomia ma invece siamo nel nuovo villaggio dell’informazione planetaria che ha posto le tende nel luogo simbolo di Parigi.
Provo a farmi strada per raggiungere il centro della piazza ma vengo bloccato da un gentile guardiano nero che mi dice <Mi scusi, è in campo e stiamo trasmettendo in diretta>. <Mi scusi lei> gli rispondo altrettanto gentile, e scarto a destra per poter così raggiungere l’epicentro dei pensieri e dei sentimenti.
Li qualcuno accende un lumino o lascia un biglietto.
Un minuto monaco tibetano suona un’altrettanto minuto gong ad intervalli regolari vestito di un cartello con la scritta “pace” in tutte le lingue del mondo.
Molti stanno semplicemente in piedi in silenzio, quando non disturbati dalle fredde luci delle telecamere intente a carpire il dolore dei pensieri.
A pochi metri dall’obelisco-tempio una lapide testimonia la morte di tre combattenti clandestini periti proprio li, il 25 agosto 1944, un’ora prima della liberazione della Capitale.
Torno verso casa nel Boulevard Saint Martin.
Sulla destra il ristorante Le Pachyderme pieno di gente e sulla sinistra, poco prima del negozietto arabo sempre aperto e con la frutta in bella mostra sul marciapiede, il ristorante africano Fouta Djalon con altrettanta gente sorridente che cerca di reinventare una normalità.
Al bar La Petit Porte bevono la birra con musica Raï a tutto volume e dalla mia casa al primo piano del Boulevard Saint Martin percepisco le risa di molti ragazzi e ragazze seduti fuori da Le Marigny.
Questa Parigi è quella che provo a raccontare a mia moglie mentre osservo le luci della città dalla finestra.
Una Parigi non tratteggiata da quel villaggio che soggiorna in Place de la République e che semina l’angoisse in quelli che non sanno cosa è questa città. In coloro che forse non immaginano una grande metropoli con le sue debolezze e i suoi drammi ma, soprattutto, con la sua forza e la sua speranza.
Mia moglie, con aria assonnata, mi chiede di stare attento.
Prometto di essere accorto.
E intanto penso a quelli che, la sera del 13 novembre, bevevano la birra nella terrace della Belle Équipe mentre Fatou preparava gli accras e i deliziosi n’dolé di crevettes.
Stasera lo ha fatto con la stessa passione di sempre ma con un vuoto dentro e ponendosi domande che non hanno risposte.
<Posso fare una foto con voi?> chiede con gli occhi africani che parlano da soli.
Annuiamo dopo una bottiglia di Châteauneuf-du-pape e un gâteau au coco. Ci mettiamo in posa come fosse la prima volta e sorridiamo guardando in macchina.
La vita continua e le foto restano.
A raccontare ciò che siamo e ciò che siamo stati.


Paolo Fresu

Re: Poesia...che mi parli....

#904
Com’è che diceva un tale che ho conosciuto? – disse Wilhelm. – Un uomo vale quanto le cose che ama

Saul Bellow, “La resa dei conti”
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Re: Poesia...che mi parli....

#905
Ma perché non funziona tutto come nei film? Perché gli estranei in metropolitana, invece che limitarsi a guardarti, non attaccano bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo? Perché dopo trent’anni, in un caffé del centro, non rincontri mai la persona per cui hai lottato? Perché le madri fanno fatica a capire i propri figli e i padri ad accettarli? Perché la frase giusta arriva sempre durante il momento sbagliato? Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia, di arrivare davanti al portone di qualcuno, farlo scendere, scusarti e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti labbra a labbra e sentirti dire: ‘non importa, l’importante è che sei qui’? Perché non vieni mai svegliato durante la notte da una voce al telefono che ti dice: ‘non ti ho mai dimenticato’?
Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi, più estrosi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi, meno vergognosi, meno fragili, sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto del cinema per vedere persone che fanno e dicono ciò che non abbiamo il coraggio di esternare, per vedere persone che amano come noi non riusciamo, per vedere persone che ci rappresentano, per vedere persone che, fingendo, riescono ad essere più sincere di noi
.

David Grossman, Qualcuno con cui correre


Perchè?
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Re: Poesia...che mi parli....

#906
È allora che l'uomo dice alla donna, o la donna all'uomo, Che pazzi siamo, che stupidi siamo stati, e uno dei due, misericordiosamente, tace la risposta giusta che sarebbe, Tu, forse, io stavo solo ad aspettarti.

José Saramago, L'uomo duplicato
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Re: Poesia...che mi parli....

#907
Perché questa è la verità sulla nostra anima, pensava, sul nostro sé, che al pari di un pesce abita mari profondi e nuota nelle tenebre insinuandosi tra i fusti i alghe gigantesche, in spazi di luce tremenda e poi via, si immerge di nuovo nel buio, nel freddo, nel profondo, nell’imperscrutabile; all’improvviso schizza in superficie e si intrattiene sulle onde increspate dal vento; ha, cioè, un concreto bisogno di ripulirsi, scrostarsi, lustrarsi, conversando.

Virginia Woolf - La signora Dalloway

Re: Poesia...che mi parli....

#908
Mi ricordo che una mattina mi sono svegliata all'alba con dentro un grande senso di aspettativa, hai presente, no? Lo conosci? E mi ricordo di aver pensato: ecco questo è il preludio della felicità! Questo è solo l’inizio, ed ora in poi crescerà sempre di più. Non mi ha sfiorato l’idea che non fosse il preludio, era quella la felicità. Era quello il momento, era quello.

M.Cunningham

https://www.youtube.com/watch?v=JUY3niBX9k0
Chiarire un mistero, è indelicato verso il mistero stesso A. Savinio
Nuovi!
http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 2&t=114671" onclick="window.open(this.href);return false;
http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 2&t=112091" onclick="window.open(this.href);return false;

Re: Poesia...che mi parli....

#909
Sono stanco del senso di colpa in sottofondo, di pensare
che ci sia sempre qualcosa di sbagliato in me, qualcosa che
dovrei fare e non faccio, qualche treno che ho perso,
qualcosa d’importante che non ho ancora risolto.

Diego De Silva
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Re: Poesia...che mi parli....

#910
Uomini, siate umani, è il vostro primo dovere.

Jean-Jacques Rousseau
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Re: Poesia...che mi parli....

#911
Las palabras nunca alcanzan cuando lo que hay que decir desborda el alma.
Julio Cortázar
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Re: Poesia...che mi parli....

#913
petra18 ha scritto:
capperugiola ha scritto: Las palabras nunca alcanzan cuando lo que hay que decir desborda el alma.
Julio Cortázar
Hai traduzione ?

quando quello che si deve dire straripa l'anima .
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Re: Poesia...che mi parli....

#915
La traduzione letterale, è quella, mentre quella poetica,credo sia quella che ho riportato.
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