- 04 marzo 2005

La collezione di posate Sambonet al castello Sforzesco

Dal 19 giugno al 7 settembre nella Sala delle Guardie del Museo delle Arti Decorative del Castello Sforzesco di Milano un'affascinante mostra ci invita ad un viaggio attraverso cinque secoli - dal XVI al XX - nell'arte della posata. Sono esposti - per la prima volta al pubblico in un nucleo così numeroso e significativo - 330 pezzi della Collezione di posate Sambonet. La collezione di posate Sambonet al castello Sforzesco. Cucchiaio, forchetta e coltello dal XVI al XX secolo è promossa dalla Regione Lombardia. Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, dal Comune di Milano - Cultura e Musei - Settore Musei e Mostre, Civiche Raccolte d'Arte Applicata, dalla Giuseppe Rivadossi Officina, con il contributo di Sambonet spa. Nel 1997 la Regione Lombardia acquistava la Collezione, una straordinaria serie di circa duemila posate antiche e moderne (da un cucchiaio egiziano del II millennio a.C., ad un servizio di Giò Ponti degli anni '50 del secolo scorso, passando attraverso pezzi greci, etruschi e romani, dell'alto e basso Medioevo, di epoca rinascimentale, barocca e di stile neoclassico) e recentemente l'ha assegnata in forma di deposito ventennale al Museo delle Arti Decorative del Castello Sforzesco.  

Cinque secoli dell'arte della posata

La Collezione di posate Sambonet, secondo le testimonianze lasciate da Gianguido Sambonet (Vercelli, 1923-Milano, 2001), che non fu solo studioso di argenti, consulente di musei e relatore di istituti universitari, ma anche figura manageriale di vertice nell'ambito dell'azienda di famiglia, nasce certamente da interessi amatoriali, ma si forma soprattutto come supporto storico all'attività aziendale, come "base di confronto e di ispirazione con quanto di meglio è stato prodotto in secoli di posateria". I primi argenti cominciano a essere raccolti nel 1925 dalla madre di Gianguido, Maria Sambonet (1896-1978), da poco sposata a Guido (1896-1973). Da quel momento il nucleo collezionistico, fortemente potenziato da Gianguido agli inizi degli anni '70, è andato ampliandosi fino a formare un impareggiabile documento "ragionato" e organico degli stili, dei materiali e delle tecniche che si sono avvicendati per millenni nell'arte della posata. All'accrescimento del patrimonio di esemplari moderni e contemporanei offrì un appassionato contributo anche Roberto Sambonet (Vercelli, 1924 - Milano, 1995) fratello di Gianguido, artista e autore di prestigiose creazioni di design di fama mondiale. Fu tuttavia Gianguido, più interessato ai pezzi antichi, a impartire alla raccolta quella impostazione dichiaratamente scientifica che la rende degna di una valorizzazione museale permanente.    

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