Omaggio a Joe Colombo, ideatore del design globale

- 16 settembre 2005

Tributo a Joe Colombo alla Triennale di Milano

Televisori inseriti nel soffitto, pareti con minibar incorporati che ruotano, “città nucleari” sotterranee: le idee del designer italiano Joe Colombo sembrano uscite da uno dei primi film di James Bond. E trasudano lo spirito dei frenetici anni Sessanta. La loro funzionalità e le loro forme appariscenti sono impressionanti. Alla Triennale di Milano la mostra Joe Colombo: Inventing the future documenta l’intera opera dell’artista in un tour internazionale che toccherà per la prima volta i più importanti musei. Verranno esibiti non solo i modelli originali dei progetti più importanti di Colombo, ma anche documenti e pezzi inediti, tra cui modelli sperimentali, disegni e planimetrie.

Il percorso artistico di Joe Colombo

Dopo avere studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera, nei primi anni Cinquanta Joe Colombo entra a far parte del Movimento di pittura nucleare con Enrico Baj. Poco dopo, all’inizio degli anni Sessanta, rivolge la propria attenzione all’architettura e all’interior design e inizia a lavorare come progettista. Crea Universale, una delle prime sedie modellate in un unico pezzo di plastica, e arredi dalle forme innovative costruiti con legno laminato, pelle e vimini. Oltre alla ricerca sui materiali, l’opera di Colombo si caratterizza per la flessibilità e la modularità, tratti ben visibili nelle poltrone Tube Chair e Multi Chair che attraverso combinazioni molto semplici si prestano a infiniti usi. Mobili, lampade, macchine fotografiche, condizionatori d'aria, bagni, cucine, vengono rivisti da Colombo in chiave fortemente futuribile. Progetta con l'abs, il poliestere rinforzato con fibra di vetro e il poliuretano espanso. Acciaio inox e alluminio sostengono le strutture. Usa i nuovi tessuti: si possono colorare a piacere, hanno una manutenzione elementare. Reggono all'uso prolungato e sono praticamente indeformabili.

Sperimentazione ed inventiva

L’inventiva di Joe Colombo si esprime anche nella creazione di stand espositivi fieristici per ditte come Bayer, Hoechst e Rosenthal, oltre che nelle sue numerose creazioni di design che comprendono auto, orologi, attacchi di sci, bicchieri, condizionatori e un servizio da bordo per Alitalia. Tra i clienti di Colombo vi sono varie società di design come Kartell, Comfort, Bonacina, B-Line, Alessi, Bernini, Oluce, Rosenthal e Zanotta, che mantiene in catalogo il primo tavolo da gioco pensato da un designer, Poker (in foto)(1968, rimasto nel suo genere l'unica alternativa ai modelli di fabbricazione artigianale) e il pionieristico sgabello da bar Birillo (1969-70). Pezzi, in quegli anni, assai innovativi in quanto a tipologia d'arredo, indirizzati a un pubblico moderno e aperto a stili di vita meno convenzionali, pensati per spazi flessibili e dinamici. "Architetture" industriali che riassumono in modo esemplare la ricerca e la sperimentazione di Colombo col fiberglass, l'acciaio e le resine sintetiche. E che l'azienda di Nova Milanese seppe da subito interpretare con tecniche di lavorazione appropriate.

Le opere in mostra alla Triennale

Le ultime opere sono rappresentate da unità abitative multifunzionali e interni in cui Colombo persegue il suo scopo, quello di rendere superflui gli arredi convenzionali e di combinarli per produrre una nuova forma di “equipaggiamento” capace di offrire il massimo comfort e la massima funzionalità. L’impressionante opera di Joe Colombo, che morì nel 1971 a soli 41 anni, è il frutto di un decennio di lavoro caratterizzato da un’ossessiva ricerca di nuove idee e progetti. La mostra allestita alla triennale presenta le opere di Colombo attraverso quattro sezioni tematiche e cronologiche. La prima è rappresentata dalle prime creazioni artistiche e architettoniche accompagnate da un excursus biografico raccontato attraverso un’ampia collezione di oggetti personali e opere grafiche inedite. La seconda sezione comprende le prime creazioni di design tra cui alcuni capolavori come la poltrona Elda, la sedia Universale, alcune lampade e vari arredi. La terza sezione illustra la svolta di Colombo verso una concezione modulare e flessibile dei sistemi abitativi visibile nel contenitore Combi Center (in foto), nel “sistema programmabile” e in molte altre creazioni. L’ultima sezione è dedicata alle ultime opere, principalmente finalizzate alla progettazione di unità abitative multifunzionali e di interi ambienti come Visiona 1 (1969), la Total Furnishing Unit (1971) e il suo appartamento del 1968. Oltre all’arredo originale del suo appartamento, la mostra ospita una parziale ricostruzione di Visiona 1 corredata da un video che illustra questo spettacolare interno. Grazie ad approfondite ricerche presso lo Studio Joe Colombo, l’esposizione offre al pubblico un’ampia selezione di disegni, planimetrie e altri oggetti inediti oltre a numerosi modelli architettonici e video di interviste a contemporanei di Colombo. Accompagna la mostra un catalogo di 300 pagine, edito dal Vitra Design Museum e distribuito Skira, contenente scritti di Ignazia Favata, Arturo Dell’Acqua Bellavitis,Vittorio Fagone, Gianni Ottolini, Mateo Kries, Bill Menking e Marco Romanelli e circa 400 immagini a colori e in bianco e nero.

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