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- 13 settembre 2014

Cos'è la Tasi

La Tasi è un'imposta applicata dai comuni a tutti i cittadini residenti sul suo territorio. E' l'acronimo di Tassa sui servizi indivisibili, ossia le manutenzioni a strade e parchi comunali, spese d’illuminazione ecc, in poche parole tutti quelli che sono i servizi pubblici che un comune propone alla sua collettività. In realtà la Tasi rientra in un'imposta più ampia, chiamata IUC, ossia Imposta Unica Comunale, che comprende anche la Tari, ossia l'imposta dovuta per il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti, e l'IMU. Ciò che differenzia la Tasi dalle altre tasse è che questa dev'essere parta, in parti definite, sia dal proprietario dell'immobile sia dall'eventuale affittuario, mentre la Tari è dovuta solo dal residente e l'IMU solo dal proprietario. Come tutte le nuove tasse, anche questa è piuttosto controversa e ha sollevato un nugolo di polemiche da tutte le parti politiche e non, richiedendo costanti interventi di revisione d parte del Governo, prima della definitiva emanazione ed entrata in vigore. Il punto su cui hanno battuto di più le associazioni dei cittadini è stato la Tasi inquilini, una assoluta novità per una tassa simile o, per lo meno, per come è stata strutturata dal governo. Ovviamente, la parte degli inquilini è in misura inferiore rispetto a quella che spetta al proprietario dell'immobile, ma questo non ha placato le rimostranze, anche se, comunque, anche nella versione definitiva è stato deciso che il pagamento dovesse spettare a entrambi.

Come si calcola la percentuale Tasi Inquilini

La Tasi inquilini è in una percentuale, come già detto, inferiore rispetto a quella del proprietario dell'immobile, ma questa percentuale non è fissa, perché è a discrezione del comune, in cui l'immobile è ubicato, decidere la quota di partecipazione dell'inquilino alle spese di tenuta di tutti i servizi pubblici. Solitamente, questa quota si aggira attorno al 20%, ma è una determinazione che si basa su un calcolo medio tra il valore più alto imponibile, che è il 30%, e quello più basso, che è il 10%. Sono pochi i comuni che scelgono di tassare l'inquilino nella misura massima prevista per la Tasi, continuando a preferire di far fare carico al proprietario dell'immobile di gran parte della spesa. Il ragionamento del comune è piuttosto logico, se visto da una certa prospettiva: chi affitta la casa deve già versare una quota consistente al proprietario per la pigione e, inevitabilmente, nel calcolo della quota, l'affittuario ha già incluso una tantum per coprire in parte la sua quota di Tasi. Alzando la percentuale spettante a chi affitta, sarebbe come chiedere un doppio pagamento. Molti comuni vogliono evitare questa sovra tassazione e pongono il regime minimo. Diverso, è il discorso per gli immobili in leasing. Chi sceglie questa formula così particolare, infatti, è obbligato a pagarsi per intero la quota stabilita dal comune per la Tasi, oltre al canone periodico del leasing. Quindi, la percentuale che spetta all'inquilino, è scelta in maniera del tutto arbitraria da ogni singolo comune che, però, non può decidere l'ammontare totale della tassa che, invece, dev'essere calcolato secondo precise indicazioni fornite dal Governo, che si basano su dati oggettivi, come la rendita catastale.

Come calcolare la Tasi

Il calcolo della Tasi inquilini si basa sul calcolo globale dell'imposta complessiva che dev'essere versata nelle casse comunali. Secondo quando disposto dalla legge che ha introdotto questa tassa, il calcolo dev'essere fatto sulla base della rendita catastale di quell'immobile, aggiungendo una percentuale del 5% per una componente di rivalutazione forfettaria. Il dato che si ottiene da questo calcolo dev'essere moltiplicato con un coefficiente fissato per legge, che identifica le diverse classi catastali degli immobili, a seconda delle loro caratteristiche. Ma non è finito, perché poi vanno aggiunte le eventuali e comuni detrazioni (previste per tutte le imposte da versare nelle casse pubbliche) e l'aliquota fissa. Su questo punto si è dibattuto a lungo, alla fine è stato deciso che non può mai superare la soglia del 2,5 per mille quando si effettua il calcolo su un immobile considerato come prima casa. Un'agevolazione ovvia e importante per agevolare le prime abitazioni, mentre per le altre case l'aliquota fissa è al 10,6 per mille, che per alcuni immobili può anche andare oltre (sfruttando l'addizionale dello 0,8 per mille, previsto in alcuni casi anche per la prima casa) arrivando fino all'11,4 per mille. La Tasi si paga in due tranche la prima a giugno e la seconda a dicembre.

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