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- 21 gennaio 2014

Tasi: la tassa destinata a pagare i servizi indivisibili dei comuni

La Tasi è una nuova tassa, introdotta dal governo di Enrico Letta nel corso del 2013, entrata in vigore a partire dall'anno da poco iniziato. L'esecutivo di coalizione presieduto da Letta aveva provveduto ad abolire l'Imu sulle prime case all'inizio della legislatura, mantenendo l'imposta in vigore solamente per le seconde case. Pochi mesi dopo però, è stato deciso di introdurre una nuova tassa sugli immobili, la Tasi, che grava sia sulle prime che sulle seconde case. La Tasi è solamente una delle imposte che, nel loro complesso, sono state denominate come IUC (Imposta Unica Comunale). Le imposte che compongono la IUC sono la Tasi (tassa sui servizi indivisibili), la Tares (la tassa sui rifiuti) e, solamente nel caso delle seconde case, anche l'Imu (abolita per le prime case ma ancora vigente per tutti gli altri immobili). Un'importante novità introdotta con la Tasi riguarda coloro che vivono in affitto all'interno di un immobile di proprietà di una terza persona. Per le case in affitto infatti, a differenza dell'Imu - solamente a carico di coloro che sono proprietari di un immobile - e della Tares - che viene invece pagata da chi effettivamente vive all'interno di un'abitazione - la Tasi viene pagata parzialmente dal proprietario e parzialmente dall'inquilino.

La nuova Tasi: come si calcola quanto si deve pagare e a quanto ammonta la quota di proprietari e inquilini?

L'attuale normativa prevede che la Tasi venga pagata in qualità di quota per contribuire ai servizi indivisibili che un comune fornisce a coloro che risiedono nel suo territorio comunale. Per 'servizi indivisibili' si intendono, secondo la normativa, l'anagrafe comunale, la manutenzione delle strade, l'illuminazione pubblica, la cura degli spazi verdi e dei parchi. Questi servizi indivisibili sono goduti non solamente da coloro che possiedono una proprietà in un comune, ma anche da tutti coloro che vi vivono in qualità di inquilini di un immobile in affitto. Di conseguenza, la normativa prevede che l'onere della Tasi venga diviso tra il proprietario di un immobile e chi vive al suo interno in affitto. Lo stato ha stabilito che spetta ai comuni determinare le quote che spettano ai proprietari e quelle che spettano agli inquilini. In ogni caso, la quota a carico del proprietario dovrà essere compresa tra il 70 e il 90% dell'importo totale; la parte restante, che oscillerà tra il 10 e il 30 %, sarà invece a carico dell'inquilino. Ovviamente, nel caso di immobili in cui chi vive nella casa ne è anche il proprietario, l'importo da pagare rimarrà completamente a suo carico ma, come prevede la normativa, non sarà necessario pagare l'Imu (tutt'ora in vigore per le seconde case). Non è ancora chiaro a quanto ammonterà l'importo della Tasi da pagare per il 2014: i comuni hanno infatti tempo sino a venerdì 28 febbraio per decidere se applicare o meno alcune addizionali alla quota base del 2,5 per mille della base imponibile Imu dell'anno scorso. Per quel che riguarda le seconde case, l'aliquota base da pagare è del 10,6 per mille. Anche per le seconde case i comuni poi potranno applicare un'addizionale, che potrà portare la tassazione sino ad un massimo dell'11,4 per mille del valore imponibile Imu. Per le seconde case le scadenze dell'Imu rimangono fissate al 16 giugno e al 16 dicembre. Per quel che riguarda Tasi e Tares, le scadenze sono a discrezione dei comuni, che avranno tempo almeno sino al 28 febbraio per comunicarle ai residenti.

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