Albero di Pasqua: come farlo, le origini

- 01 marzo 2016

Alberi di Pasqua

L’Albero di Pasqua arriva dal Nord Europa, per l’esattezza è una tradizione scandinava. Una tradizione molto antica: pare risalga addirittura al Medioevo. Ha un significato forte e bello: simboleggia la rinascita e la prosperità. E lo fa tramite dei rami secchi che in qualche modo riprendono vita grazie a una serie di addobbi e decorazioni. In tal senso, l’usanza pagana incontra quella cristiana, che proprio nel periodo pasquale festeggia la resurrezione di Cristo. Il primo albero pasquale moderno - diciamo così - fu realizzato da Volker Kraft, con l’aiuto della moglie, nel 1965. Per la gioia dei suoi bambini, l’uomo decise di decorare con 28 uova di plastica colorate il grande melo presente nel giardino di famiglia a Saalfeld, nel Land della Turingia, in Germania. Da allora, man mano che l’albero è cresciuto, lui ha sempre aggiunto altre uova. Passando a quelle di gallina, però, e dipingendole o decorandole a mano nel modo più disparato. Centinaia, migliaia di uova. Oggi sono oltre diecimila e “l’opera” del signor Kraft è celebre: curiosi arrivano da tutto il mondo per vederla e ammirarla. E a partire dagli anni Novanta questa idea si è concretizzata, naturalmente con le dovute proporzioni, in parecchie case occidentali. Comprese quelle italiane. Sì, sono sempre di più gli italiani che decidono di avere un Albero di Pasqua nel proprio appartamento.

Albero pasquale

Sia ben chiaro: la tradizione dell’Albero di Pasqua si basa su regole ben precise. Che, indubbiamente, ne aumentano il fascino. Innanzi tutto, deve essere realizzato prima che inizi la Quaresima e restare intatto per tutti i relativi quaranta giorni. Secondo, non bisogna concludere “i lavori” in un’unica fase bensì aggiungere una decorazione al giorno. Per quanto riguarda il tipo di rami, l’usanza riconduce a quelli di melo ma vanno benissimo anche quelli di pesco o ciliegio. Il motivo? Presto spiegato: le fronde di questi alberi dono piuttosto lunghe, quindi si decorano con maggiore facilità e senza dubbio il risultato è più elegante e d’effetto. Assolutamente sconsigliati i rami delle varie conifere, perché ricorderebbero troppo l’Albero di Natale e non è il caso di cimentarsi con simili contaminazioni. Una volta trovata la materia prima, si procede con la scelta del vaso (dai bordi abbastanza alti). Che può essere in terracotta, ceramica o vetro: soluzione, quest’ultima, sempre più gettonata perché permette di alzare ulteriormente il livello di creatività aggiungendo nel vaso stesso piccole pietre (colorate e non), sabbia, terriccio, perline o ciò che si preferisce. Il tutto insieme alla spugna da fiorista, naturalmente, altrimenti diventa impossibile fissare i rami. Chi mira a soluzioni più sofisticate può optare per un’anfora oppure un vaso di cristallo; il consiglio, tuttavia, è quello di scegliere la via della semplicità. E dell’allegria.

Albero di pasqua fai da te

Non ci sono scelte: l’Albero di Pasqua è rigorosamente fai da te. E il bello è proprio questo. Perché diventa anche un momento per stare insieme, magari per trascorrere un po’ di tempo in più coi propri bambini. Ma vediamo come procedere. I rami ci sono. Il vaso anche, possibilmente abbinato ai piatti e ai bicchieri o, comunque, che non stoni nell’accostamento. Le protagoniste, naturalmente, sono le uova. Prima di tutto bollite, poi colorate. Per ottenere un risultato brillante, nel vero senso della parola, si possono immergere in acqua calda colorata cui è stato aggiunto un po’ di aceto. In alternativa si immergono in acqua fredda colorata e si lasciano là per un paio d’ore, ma non si otterranno tonalità più tenui. Dipende dai gusti, insomma. Ancora, c’è chi predilige la decorazione a mano con pastelli di cera o pennarelli; e chi è più portato realizza anche disegnini ad hoc, per esempio qualche fiorellino o qualche immagine stilizzata/geometrica. Servendosi di un po’ di colla, poi, si attaccano dei nastrini sui gusci e si appendono le uova ai rami. Già da sole, così vivaci e divertenti, faranno la loro bella figura. Se però si desidera un impatto ancora maggiore, qualcosa di più scenografico, allora non resta che sbizzarrirsi. Non ci sono limiti di sorta: sui quei rami si possono appendere gingilli di ogni tipo. Dai fiocchetti ai biscottini fatti in casa, dalle coccardine ai fiori in tessuto, dai passerotti in feltro alle farfalle e alle rondinelle. Tutto è permesso. E si ricordi di aggiungere, quando arriva la Domenica delle Palme, un ramoscello d’ulivo benedetto. Perché sì, stiamo parlando di un’usanza pagana e di una festa religiosa, ma il significato di fondo è lo stesso. Bello per tutti. E allora è lecito anche fare certe… mescolanze. Soltanto una raccomandazione: non esagerare con la quantità di oggetti collocati sull’Albero di Pasqua. Perché i rami, alla lunga, potrebbero anche cedere. E anche perché diventerebbero esteticamente poco gradevoli. L’abbondanza, in certe situazioni, è tutt’altro che elegante. Per quanto riguarda l’Albero di Pasqua, l’ideale sarebbe trovare il giusto compromesso fra la vivacità di questa tradizione in sé e la misura dello stile minimal. In altre parole, il “poco ma buono”, in questo caso, è più che mai la formula vincente.

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