Chi sogna di avere una piscina, ma non ha spazio sufficiente in giardino oppure non ha intenzione di spendere cifre astronomiche per installarne una, può ricorrere a una piscina fuori terra. Infatti, è noto che il costo dei lavori per una piscina tradizionale è piuttosto alto e ad esso va aggiunto anche quello della continua manutenzione, per garantire il massimo della pulizia anche quando non viene utilizzata. Per le piscine fuori terra, invece, non c’è bisogno di nessuna opera edile né di una manutenzione complicata. In foto: Dolcevita di Piscine Laghetto, dal design raffinato, in rattan, con pannelli di fibra sintetica intrecciata a mano su telaio in alluminio verniciato. Il bordo, invece, è in eco-legno e, oltre alla pompa di calore per il riscaldamento e il ricambio dell’acqua, vi è un sistema nuoto controcorrente. La piscina si può montare e smontare facilmente, sia nel giardino o terrazzo di casa sia in luoghi di villeggiatura, dove vi è l’autorizzazione. Infine, vi sono dei faretti a LED e una scaletta d’accesso nonché dei copripiscina invernali ed estivi termici, che servono per conservare Dolcevita quando non viene usata.
Ricorrere a una piscina fuori terra significa non doversi privare di un tuffo all’aperto e assicurarsi momenti divertenti o di relax. Rotonde, quadrate, ovali, rettangolari, in pvc o metallo oppure rattan, queste piscine da esterno non sono assolutamente da meno, rispetto a quelle ordinarie. Inoltre, dal punto di vista ambientale sono la soluzione meno impattante, dal momento che non verrà mai rovinato il terreno con i lavori di installazione, obbligatori per una piscina di tipo tradizionale. In foto: Intex 28372, rettangolare, di tipo frame e dalla struttura immune da qualsiasi foratura. La presenza di un filtro a sabbia garantisce igiene e ricambio dell’acqua, mentre la profondità di 132 cm consente di nuotare o di giocare muovendosi con più libertà. La doppia scaletta favorisce un ingresso comodo e sicuro nella vasca. Inoltre, la sua grandezza permette di inserirvi anche delle reti con supporto gonfiabile per fare sport, come, ad esempio, quella per la pallavolo.
Prima di acquistare una piscina fuori terra, occorre tenere presente che vi sono diverse tipologie e non riguardano solo la forma. Infatti, quelle autoportanti si differenziano da quelle frame e da quelle rigide. Le prime sono le più economiche, hanno una forma circolare e non presentano strutture di sostegno, ma un bordo gonfiabile. Le piscine frame sono più resistenti, possono essere sia tonde sia rettangolari e si riconoscono facilmente per via di una struttura tubolare esterna, che regge la struttura stessa della piscina. Anche se è meglio smontarle durante i mesi più freddi, riescono a resistere alle intemperie. Le rigide, invece, dal design più raffinato, sono quelle di maggiore impatto ambientale, poiché, una volta montate, è meglio non smontarle, per non rovinare le viti o allargare troppo le forature. In foto: piscina autoportante Bestway Lay-Z-Spa Palm Springs 54129, dalle pareti solide e resistenti, a differenza di tante della sua stessa tipologia. Inoltre, presenta una particolarità: è anche idromassaggio ed è facile da pulire, grazie a una pompa con filtro a cartuccia.
Una piscina fuori terra deve essere collocata su una superficie completamente piana, altrimenti la presenza di dislivelli ne potrebbe compromettere il montaggio o la tenuta sul suolo. Da non sottovalutare la profondità, che per le piscine autoportanti è più ridotta, mentre per quelle rigide è maggiore. In genere, le piscine da esterno fuori terra non sono mai troppo profonde, tenendo conto che potrebbero utilizzarle anche dei bambini piccoli. Le piscine autoportanti possono essere svuotate e riempite di acqua facilmente, mentre le rigide o le frame no, per via delle dimensioni e capacità superiori. Queste ultime richiedono, di conseguenza, maggiore manutenzione ed è meglio dotarsi di un efficiente kit di pulizia, spesso compreso nel prezzo della piscina. In foto: il modello Amazonia di Gre, di forma ovale, rigida e con una struttura in acciaio con effetto legno, che sfrutta il sistema Omega, che presenta binari di rinforzo da posizionare sotto la piscina, per renderla più ancorata al suolo. I tiranti vanno insabbiati sotto la vasca, oppure infilati in una platea di cemento.