La presenza di una piscina in uno spazio outdoor privato è un notevole valore aggiunto, ma rappresenta anche un impegno. Il trattamento dell’acqua è fondamentale per mantenerla al meglio ma anche tutelare la salute degli utenti.
Ci sono valori che vanno monitorati costantemente, in primis quelli del pH. Perché se è sbagliato, qualsiasi intervento di disinfezione risulterà inefficace. La scala di misurazione del pH dell’acqua va da 0 a 14, il valore giusto per le piscine dev’essere compreso fra 7.2 e 7.6; se risulta inferiore, significa che il livello di acidità è eccessivo e quindi possono sorgere irritazioni della pelle e degli occhi e col tempo la struttura subisce danni.
Se è invece superiore, vuol dire invece che l’acqua è alcalina: anche in questo caso sono probabili fastidi alla pelle e agli occhi e inoltre il cloro, così come altre sostanze sostitutive, non riesce ad esercitare la sua azione disinfettante. In entrambi i casi bisogna procedere con la correzione utilizzando appositi prodotti chimici.
Il valore del pH si misura in due modi, cioè tramite tester elettronici che danno risultati in poco tempo e costano fra i 50 e i 100 euro, oppure tramite kit in blister, che sono un po’ meno precisi ma hanno un costo parecchio inferiore.
L’emergenza Coronavirus ha reso ancora più chiara l’importanza di stare e muoversi in ambienti salubri e igienizzati. E ciò vale, naturalmente, anche per le aree private con piscina. Ecco quindi alcuni consigli che si riveleranno molto utili non solo in questo periodo storico, ma sempre:
Gli spazi esterni della piscina dovrebbero essere detersi e poi sanificati con alcol una volta al giorno, al massimo ogni due giorni. Due-tre volte alla settimana bisogna armarsi di retino per rimuovere rapidamente foglie, petali e altri detriti finiti nell’acqua. Si consiglia un modello dotato di asta telescopica. Installare una doccia vicino alla piscina e usarla prima di entrare in acqua consente di eliminare dalla pelle cosmetici e lozioni solari che non solo sporcano per quanto alterano i parametri.
Un paio di volte al mese è consigliabile utilizzare il flocculante, un prodotto che aggrega anche le impurità più piccole e ne facilita la filtrazione, contribuendo così a mantenere l’acqua limpida. All’occorrenza si può procedere anche con un trattamento antialghe.
Uno dei prodotti chimici più noti e utilizzati per la manutenzione delle piscine è il cloro. Il suo valore è espresso in mg o ppm, la sua concentrazione nell’acqua deve risultare compresa fra 1ppm e 2 ppm; è necessario, a tal proposito, fare verifiche settimanali tramite tester colorimetrici.
Molto importante è la distinzione fra cloro shock e cloro lento. Il primo è reperibile in commercio in formato liquido o granulare, contiene il 60 per cento di cloro utile e viene utilizzato soltanto all’inizio e al termine della stagione, in quanto svolge un’azione sterilizzante d’urto, potente e molto rapida.
Il cloro a lento rilascio è invece disponibile in polvere o pastiglie (da inserire negli skimmer oppure in appositi dispenser galleggianti), contiene il 90 per cento di cloro e si scioglie in un arco di tempo molto più ampio, pari a circa due settimane. Viene usato durante l’intera stagione, con regolarità., e non arreca alcun fastidio ai bagnanti.
Non basta disinfettare l’acqua della piscina; c’è anche bisogno di un trattamento meccanico, cioè dei processi di ricircolo e filtrazione. Nel primo caso si ricorre allo skimmer oppure a un sistema a sfioro, il secondo è più complesso ma entrambi i sistemi assicurano risultati ottimali.
L’acqua raccolta dagli skimmer o dalle canalette passa attraverso le tubazioni e raggiunge l’impianto di filtrazione, che nella maggior parte dei casi è formato da una pompa e da un filtro. Quest’ultimo è una specie di contenitore grazie al quale l’acqua viene liberata dalle impurità. Ne esistono 3 tipologie:
La prima è la più comune; mentre l’acqua passa, la sabbia quarzifera riesce a trattenere particelle con un diametro minimo di 20-30 micron. Il filtro viene poi pulito per mezzo del contro lavaggio, che consiste nel far scorrere acqua al suo interno in direzione opposta rispetto a quella della filtrazione (quindi dal basso verso l’alto).
I filtri a cartuccia sono caratterizzati da un tessuto sintetico collocato all’interno di cartucce, appunto, in Pvc rigido. Il tessuto svolge un’azione molto simile alla sabbia, ma per la successiva pulizia l’unica soluzione è procedere manualmente.
I filtri a diatomee contengono una farina fossile di diatomee che trattiene particelle davvero microscopiche, con spessore di 1-5 micron.
Disinfettare l’acqua della piscina è una fondamentale operazione finalizzata a renderla sicura, ovvero eliminare le sostanze nocive per la salute dei bagnanti. La clorazione è il trattamento più comune, ma esistono diverse alternative:
Segnaliamo anche l’elettrolisi del sale, basata su un processo di trasformazione elettrolitica del sale in cloro e su un utilizzo ridotto di sostanze chimiche. Il comune sale da cucina viene versato in acqua e la sua scissione si attiva ogni volta che il livello di cloro scende sotto il minimo impostato.