Soluzione pratica per ricavarne uno ulteriore rispetto a quello tradizionale, sfruttando un ambiente di casa inutilizzato, il bagno cieco è caratterizzato da assenza di finestre e dimensioni contenute. Tra gli svantaggi, la mancanza di ricircolo dell’aria, il rischio di accentuare umidità e muffa, poco spazio. Inconvenienti da risolvere senza rinunciare a comodità e stile, con impianti di aerazione e arredi mirati. Il lavabo quadrato della collezione Shui Comfort di Ceramica Cielo ha appena 40 cm per lato.
Per rendere gradevole il bagno senza finestre, ci sono alcuni accorgimenti cui ricorrere, soprattutto per alleggerire i pochi metri a disposizione. Utili sono elementi componibili che garantiscono funzionalità in grande compattezza. La linea Acqua e Sapone di Birex propone diverse soluzioni modulari che organizzano il piccolo ambiente con grande versatilità, ottenendo uno spazio fresco e leggero. Ad esempio, il mobiletto in fibra di legno idrofugo, largo 90 cm, profondo 55, alto 85, magari in un bel rosso rubino, con integrato un lavabo bianco in mineralmarmo (materiale formato da minerali naturali e resina poliestere) 58x38 cm. Poco ingombro poi per lo specchio con lampada integrata e i pensili in griglie metalliche (che possono anche trasformarsi in pratici stendini) sopra il wc per contenere il necessario di oggetti e accessori.
Anche i regolamenti edilizi e di igiene del comune dove si abita prevedono per il bagno cieco la dotazione di un impianto di corretta aerazione calibrato sulle dimensioni dell’ambiente per garantire il riciclo dell’aria. Due le tipologie. * La prima è l’areazione naturale, che sfrutta i movimenti di convenzione dell’aria dovuti dalla differenza di temperatura tra quella interna ed esterna. Prevede l’installazione di apposite griglie grazie alle quali l’aria carica di odori esce e quella pulita esterna entra, posizionate rispettivamente in basso e in alto. * La seconda è l’areazione meccanica, esattamente VMC, ventilazione meccanica controllata, che utilizza invece appositi impianti di “estrazione” dell’aria cattiva, più o meno sofisticati. Si attiva elettricamente allacciandosi all'impianto d'illuminazione Snif di Bampi, attraverso una tubazione del diametro di 50 millimetri collegata sul tubo di cacciata della cassetta di risciacquo per convogliarla all'esterno.
Un grosso handicap dei bagni ciechi è l’assenza di luce naturale che può essere simulata il più possibile gestendo quella artificiale attraverso una serie di punti luce in posizioni strategiche da unire all’illuminazione generale, soft, al fine di renderlo più luminoso e farlo anche sembrare più grande. Via libera a plafoniere, lampade da parete, faretti e/o strisce led orientabili a piacere e creando giochi di luce, da piazzare sicuramente attorno alla zona lavabo (indispensabile un grande specchio illuminato sotto e sopra), per ovvie ragioni di comodità, ma pure qua e là in maniera opportuna per valorizzare volumi e linee di arredi e finiture. Si può pure pensare a finti lucernari con led che riforniscono luce dall'alto proprio molto simile a quella naturale. Ed è meglio preferire luci fredde che sono più potenti. Nelle sue collezioni, come E.Gò del programma Ak di Arcom prevede persino luci led lungo i profili dei mobili sopra e sotto il lavabo.
Un elemento fondamentale per ampliare lo spazio in un bagno cieco (e anche renderlo meno tetro) è tinteggiare le pareti con colorazioni mirate. Semaforo rosso ai colori scuri, via libera a quelli chiari, in cima alla lista il bianco, alle tinte neutre e ai pastelli, azzurro, verde, rosa, pure il giallo caldo può contribuire a dare sensazione di spazio e a illuminare. Centellinare il ricorso ad altre nuance vivaci, da usare magari solo per una parete, evitando l’effetto… scatola di cioccolatini e comunque creando accostamenti sobri ma non monotoni e che non “tolgano l’aria”. In ogni caso, è importante adoperare l’idropittura, lavabile, anti muffa, rischio sempre grande nel bagno cieco. Attenzione poi a un uso generoso di decori, oggetti molto ornati, forme eccentriche, volumi esagerati. Sì invece a guizzi creativi come delicati stencil, che possano spezzare certe monotonie cromatiche, e a mobili dalle linee pulite. Ideali sono i componibili che si adattano alle pareti in base alle esigenze, con specchi retroilluminati, anche più di uno (più luce c’è, meglio è!), dal look minimal come quello della gamma Play di Cerasa, che dà un’idea di ordine e comfort, proprio quello che ci vuole.
In un bagno cieco in genere non c’è spazio sufficiente per una vasca, quindi l’alternativa è la doccia, da scegliere con porte scorrevoli e se si può nei modelli angolari. Un’idea furba, per potenziare la luminosità, è quella di usare come rivestimenti alle pareti piastrelle dai formati piccoli con fughe molto sottili e soprattutto dalla superficie brillante e lucida, così da riflettere la luce, ottenendo un continuum con la tinteggiatura, senza appesantire con contrasti cromatici. Perfetto il mosaico, ideale per esaltare trasparenze e giochi di luce. Può inoltre essere positivo per alleggerire la sensazione di chiusura dell’ambiente, usare come porta del bagno cieco un modello scorrevole in vetro, opaco per garantire la privacy, o al più lavorato con trattamenti di sabbiatura e acidatura che non impediscono il passaggio della luce esterna, anche se poca. Un insieme di piastrellato mat e lucido in bicottura pasta bianca della collezione Abita di Ceramiche Sant’Agostino regala atmosfera sofisticata e giochi di riflessi potenziati da una collocazione mirata di luci a incastro.