Direttiva UE Case Green: classi energetiche, tempistiche e novità

- 21 marzo 2023

Cosa prevede la nuova Direttiva Case Green approvata dal Parlamento Europeo

La Direttiva UE per l'efficientamento energetico delle case, recentemente approvata dalla Commissione plenaria del Parlamento europeo e che comunque dovrà attendere ancora altri passaggi prima di entrare effettivamente in vigore, prevede che le strutture residenziali raggiungano la classe energetica "E" entro il 2030 e la "D" entro il 2033.

L’eccezione riguarda, invece, gli edifici non residenziali e pubblici che saranno tenuti ad arrivare alle stesse classi, ma rispettivamente entro il 2027 e 2030.

“Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche dovranno essere effettuati al momento dell'ingresso di un nuovo inquilino, oppure al momento della vendita o della ristrutturazione dell'edificio" si specifica nel testo.

Il testo finale della Direttiva europea per le case green interessa complessivamente 27 Paesi e conduce verso importanti interventi di ristrutturazione sia negli edifici privati, ma anche in quelli pubblici: basandosi su una scala di valori che va da A (più efficiente) a G (meno efficiente), gli edifici in questione saranno tenuti a migliorare appunto la propria efficienza energetica a favore dell’impatto climatico.

Tempistiche e modalità differenziate a seconda della tipologia di casa green

Secondo quanto previsto dalla nuova Direttiva UE case green, le tempistiche da rispettare variano a seconda della tipologia di edificio e in particolare se di uso privato oppure pubblico.

Le principali scedenze da tenere presente in funzione dell'immobile da sistemare sono:

  • entro il 2030, le abitazioni residenziali dovranno raggiungere la classe energetica “E” ed entro il 2033 quella "D";
  • entro il 2027, gli edifici non residenziali e pubblici dovranno raggiungere la classe energetica “E” ed entro il 2030 quella “D”.
Gli obblighi di efficientamento energetico potranno avere alcune deroghe in funzione, ad esempio, del caro materiali e delle materie prime e prevedono, tuttavia, anche delle eccezioni per delle specifiche tipologie di strutture, quali:
  • edifici vincolati e protetti;
  • edifici storici;
  • case vacanza;
  • chiese e abitazioni indipendenti con superficie sotto ai 50 mq.

Le ultime novità in tema di efficientamento energetico delle case

Tra le novità introdotte dalla Direttiva case green, rispetto al precedente testo approvato dalla Commissione Industria, emergono fra tutte:

  • la questione degli impianti solari fotovoltaici: per tutti i nuovi edifici, infatti, sarà obbligatorio installare i pannelli fotovoltaici; quelli in fase di ristrutturazione avranno invece tempo fino al 2032 per adeguarsi.
     
  • La questione bonus fiscali dell’edilizia: a partire dal gennaio 2024 non saranno infatti più previste agevolazioni per l’installazione delle caldaie a combustibili fossili, ad eccezione per i sistemi ibridi e a idrogeno e per le caldaie funzionanti con combustibili rinnovabili.
     
  • Le sanzioni dirette ai proprietari che non rispettino le indicazioni: la direttiva non impone, infatti, agli stati membri di punire per il mancato adeguamento o di impedire la vendita o l'affitto di case “non in regola”, ma spetterà ad ogni singolo stato definire autonomamente la propria strategia d’intervento per gli inadempienti.

A rischio i mutui degli immobili non conformi

Gli interventi di efficientamento energetico contemplati nella Direttiva “case green” potranno essere cofinanziati dai singoli stati aderenti oppure da un fondo europeo apposito chiamato "Energy Performance Renovation Fund".

L’allarme più preoccupate giunge però in questo momento dalle banche per le serie conseguenze che le nuove misure dettate dalla nuova direttiva potrebbero provocare sui mutui degli edifici energivori.

Così come è stata scritta la normativa, c’è il pericolo, infatti, che le banche si ritrovino a dover bloccare l’erogazione dei mutui per procede all’acquisto o alla sistemazione di edifici con una classe energetica non rientrante in quelle previste, ritrovandosi, di fatto, obbligate a selezionare quali finanziamenti concedere, per poi prediligere sicuramente immobili con performance energetiche più vantaggiose e riducendo così le possibilità di accesso al credito per la riqualificazione di immobili meno convenienti.

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