La storia di Pivato Porte è rappresentativa dell’alta artigianalità made in Veneto. Nel 1969 Ottorino Pivato apre la sua falegnameria nel garage di casa. Da allora, sino ad oggi, tutti i prodotti proposti dall’azienda hanno sempre avuto un tratto comune: la passione della mano che le costruisce.
Nel tempo, alla cura artigianale si è affiancata la ricerca costante e minuziosa della qualità e del gusto, evidente oggi in ogni porta Pivato. Da piccolo laboratorio a falegnameria; da falegnameria ad azienda familiare: oggi, 50 anni dopo, Pivato Porte è una vera e propria industria dell’artigianalità, capace di assicurare la solidità e la qualità del prodotto legato al suo nome. Il futuro? Lo si affronta e lo si anticipa all’insegna della costante ricerca di stile e design, di un’accurata selezione delle materie prime migliori, per valorizzare al massimo le porte, tutte realizzate da personale altamente qualificato.
Per Pivato la porta è un elemento della vita familiare: caratterizza la nostra casa, suddivide o amplia gli spazi, garantisce il silenzio e la privacy quando sono necessari, contribuisce al risparmio energetico e alla sicurezza. Per questo l’azienda vuole proporre soluzioni che il cliente può scegliere e personalizzare in base a gusti ed esigenze personali; prodotti che sappiano valorizzare al meglio i nostri spazi di vita.
Per questo unisce le caratteristiche uniche del legno della Val di Fiemme (da cui Stradivari otteneva i suoi famosissimi violini) a una ricerca tecnologica e di sviluppo che garantiscano alle porte caratteristiche altrettanto uniche.
Oggi, con oltre 13 mila metri quadrati di stabilimento, l'impegno dell'azienda non è diverso da quello di Ottorino Pivato, che nel 1969 nella sua falegnameria non solamente disegnava con artigianalità e sapere il futuro delle porte, ma anche quello di un nuovo modo di amare la propria casa (ed esserne amati).
Pivato realizza e rifinisce ogni sua porta come un pezzo unico, realizzato in modo sartoriale; in molte fasi lavora ancora come una bottega artigianale. Selezionati i migliori tranciati gli artigiani completano il modello.
La selezione del legno, il taglio, la cura nel rifinire il particolare sono elementi distintivi di ogni prodotto. In questa attenzione sta tutta la sapienza artigiana ereditata da Ottorino, fin dalle prime fasi di scelta del legno e del disegno. Altre mani capaci vestono la porta, appaiando e cucendo i fogli di legno come se fosse tessuto. Anche gli inserti in metallo vengono applicati a mano.
La forza dell'azienda risiede nella capacità di coniugare artigianalità e capacità di realizzare prodotti su misura con macchine e tecnologie produttive di ultima generazione, solo questa combinazione perfetta ci permette di realizzare una porta unica nel suo genere.
Due le linee di porte proposte da Pivato:
La sfida di Pivato non è solamente quella di creare una porta unica per design, materiale e proprietà. Ricerca e sviluppo tecnico e tecnologico hanno rivolto la loro attenzione anche alla personalizzazione e alla semplificazione della posa da parte del tecnico specializzato: lo stipite passo 15, che permette di applicare una porta Pivato anche a pareti di dimensioni diverse, ne è un esempio. Lo sono anche i numerosi brevetti e dispositivi depositati che facilitano la registrazione dell’anta senza doverla rimuovere, o lo studio che permette ad ogni porta Pivato di avere una perfetta complanarità tra coprifilo e stipite, con qualsiasi stile, collezione o apertura.
Da generazioni Pivato lavora artigianalmente con legno di altissima qualità, e nel rispetto dell’ambiente. Sa che un albero deve aver maturato il proprio ciclo per poter produrre un materiale adatto a diventare una porta, capace di resistere nel tempo.
È dalla Valle di Fiemme che proviene il listellare di abete a crescita lenta che compone l’anima delle porte dell’azienda, come Stradivari, da cui il famoso liutaio otteneva il materiale per i suoi leggendari violini.
In questa valle, grazie al particolare microclima della zona, cresce un legno pregiato, compatto e resistente che la “Magnifica Comunità di Fiemme” gestisce con tecniche ecologiche di riforestazione controllata. Qui vengono tagliati meno alberi di quelli che crescono ogni anno, e vengono scelti solo abeti di età media, che si aggira fra i 90 e 120 anni, che morirebbero se non fossero abbattuti. Pivato garantisce quindi di utilizzare una risorsa naturale che non esaurirà mai.