Quando la stagione fredda è ormai alle porte, e si avvicina quindi il momento di rimettere in funzione i riscaldamenti, è sempre bene verificare la condizione della caldaia. Perché la presenza di qualche problema non solo compromette il funzionamento degli impianti radianti, per quanto può sfociare in un pericolo vero e proprio. Alcuni controlli possono essere fatti direttamente dall’utente, ecco quali:
Infine, si consiglia di controllare le bollette dell’energia elettrica e del gas: se, nonostante le abitudini siano sempre le stesse, le cifre appaiono lievitate ed emergono dei picchi di consumo inspiegabili, bisogna considerare l’ipotesi di un malfunzionamento della caldaia e contattare un tecnico.
La manutenzione ordinaria della caldaia consiste in una serie di interventi finalizzati a preservare la sicurezza e l’efficienza dell’impianto, evitare eccessivi consumi energetici ed individuare eventuali anomalie. Deve essere affidata a un tecnico abilitato e consiste, più precisamente, nelle seguenti operazioni:
L’esperto, inoltre, ha il compito di accertarsi che l’impianto corrisponda alla normativa vigente, che non ci siano perdite di acqua né componenti usurati o malfunzionanti, che la presa d’aria sia libera. Al termine del lavoro, deve annotare un resoconto sul libretto della caldaia.
La manutenzione ordinaria è obbligatoria per legge, è vero. Non è vero, invece, che debba essere fatta una volta all’anno, perché non c’è alcuna disposizione in merito. L’indicazione precisa è contenuta nel libretto di istruzioni fornito dall’impresa installatrice.
Al contrario di quanto accade per la manutenzione ordinaria, per il controllo dei fumi ci sono scadenze precise stabilite dal decreto del Presidente della Repubblica n. 74/2013. Bisogna cioè farlo:
La verifica fumi è necessaria anche quando si accende per la prima volta una caldaia, quando si sostituiscono apparecchi del sottosistema di generazione e quando si effettuano interventi che modifichino l’efficienza energetica. Ma in cosa consiste esattamente?
In un test finalizzato a verificare la regolazione del bruciatore, quindi determinare la temperatura dei fumi di combustione, i valori di tiraggio della caldaia e i parametri di sicurezza. Al termine della revisione, il manutentore rilascia il Bollino blu e un rapporto che deve essere conservato insieme al libretto della caldaia.
Dal gennaio 2016 qualsiasi impianto termico installato in un’abitazione oppure un edificio, quindi ci riferiamo alle caldaie ma anche ai climatizzatori, ai pannelli solari e via dicendo, deve essere dotato del Libretto d’impianto, un documento unificato per tutti gli apparecchi in questione, contenente 14 schede che i tecnici devono compilare in occasione dei vari interventi di manutenzione e/o controllo.
Il libretto d’impianto, quindi, ha sostituito il libretto della caldaia. Oppure è il nuovo libretto, dipende dai punti di vista. Su ogni scheda bisogna indicare la data del controllo e la tipologia, le caratteristiche tecniche e strutturali della caldaia e la configurazione impiantistica.
Si comincia dal collaudo e poi si riporta tutto, per filo e per segno. Si tratta, quindi, di una vera e propria carta d’identità, il che significa che bisogna annotare anche l’eventuale sostituzione di singoli elementi o modifiche di sorta. Non è facoltativo, bensì obbligatorio.
La spesa relativa alla manutenzione ordinaria della caldaia varia in base alla regione in cui si vive e anche alla ditta cui ci si affida. In genere, però, è compresa fra i 60 euro e gli 80 euro, raramente si supera quest’ultima cifra.
La revisione, ovvero il controllo dei fumi, è intervento più complesso e dunque più oneroso: bisogna mettere in conto una spesa mediamente compresa fra i 100 euro e i 120 euro e aggiungere il costo del Bollino blu, che varia anche in questo caso a seconda della regione ed è solitamente pari a 10 euro circa.
Ribadiamo che si tratta di interventi obbligatori; gli inadempienti rischiano di dover pagare sanzioni elevate: si va da un minimo di 500 euro e si arriva anche a 3.000 euro. Viene inflitta una multa anche a chi non possiede il libretto di impianto, in questo caso l’importo è compresa fra i 500 euro e i 600 euro. I controlli vengono effettuati a campione e fare i furbi, è chiaro, non conviene affatto. A parte che si va incontro a disagi e problemi di altra natura, mettendo anche a repentaglio la propria sicurezza.