Per avere uno letto particolare ed elegante, sicuramente una scelta vincente è legata alla lavorazione capitonné. Un trattamento estetico come questo diventa il fulcro di tutta la personalità della stanza. Il termine deriva dalla parola francese “capiton”, che indicava l’eccesso di seta riutilizzata per gonfiare la fodera di cuscini e divani. Per fissarla, poi, si applicavano dei bottoni, conferendo a tutta l’imbottitura il tipico disegno a rombo o a quadrati. Come nel modello Frida realizzato da MisuraEmme, dove la testiera acquista importanza e eleganza espressiva, grazie al particolare trattamento del tessuto. Questa tipologia è personalizzabile a seconda del tipo di rivestimento e della possibilità di avere la base con contenitore o meno.
Usato inizialmente per i divani dell’alta borghesia, questo trattamento del tessuto impreziosiva gli ambienti e garantendo il massimo comfort di seduta; venne poi declinato anche per altri complementi, come le sedie, le poltroncine, le testate e la struttura dei letti. La tecnica nel corso dei decenni è rimasta la stessa ma spesso viene realizzata, anche ad oggi, a mano e solo da esperti tappezzieri. Alla struttura del letto viene sovrapposta l'imbottitura, che viene forata in corrispondenza dei vertici dei rombi e su cui si stende il rivestimento scelto. Il tessuto viene modellato a mano e i bottoni vengono fissati con lunghi aghi. Si delinea un disegno che richiama la morbidezza e la tranquillità, soprattutto in testata che deve accogliere il massimo della comodità.
Ne è la prova il modello Giselle di Ergogreen, dove le linee sono sinuose e armoniche, grazie alle rifiniture e ai dettagli sartoriali di estrema professionalità. Ergogreen, grazie ad una selezione di tinte neutre e luminose, di ispirazione alla natura e alla freschezza, trasmettono un’atmosfera di relax e serenità. Un altro esempio di eleganza è connaturato nel modello Rever di Poliform, dove le proporzioni dell’imponente testata ricordano il bavero della giacca che risvolta intorno al collo. Lo stile del prodotto coniuga l’estetica del passato reinterpretata in chiave più minimale e moderna, con linee pulite e delicate.
Per poter definire al meglio quale tipologia di letto capitonné sia più idonea per il nostro stile personale e della stanza, bisogna concentrare l’attenzione sull’aspetto cardine di un letto: la testata. In commercio oggi ne esistono tantissime versioni, variabili per tipologia di rivestimento, trattamento, forma. In generale si distinguono due finiture: in pelle, nabuk, ovvero sottoposta ad un processo di smerigliatura acquisendo il tipico effetto scamosciato, o pieno fiore, qualità più pregiata di trattamento, oppure in tessuto come lino, velluto o cotone. Vediamone alcuni esempi:
Quando si tratta di un letto capitonné, la mente richiama immagini legate al lusso e all’alta borghesia. Tradizionalmente questa lavorazione infatti veniva applicata su una cornice in legno riccamente decorata e intagliata con dettagli floreali e curvi. Oggigiorno viene declinata in un contesto più moderno e innovativo, grazie a tagli più verticali, l’uso di cuciture più rifinite e bottoni sostituiti a volte da micro cristalli o cuciture molto piccole, per lasciare l’effetto minimale. Per poter correttamente inserire questo letto, abbinandolo con complementi d’arredo più contemporanei, occorre seguire pochi ma efficaci accorgimenti:
Per poter pulire in maniera ottimale la testata imbottita, è necessario sapere alcuni accorgimenti primari per non dover macchiare irrimediabilmente il tessuto. Uno degli strumenti che non deve mancare è l’acquisto di una spazzola dalle setole morbide, che elimina la polvere o eventuale altro sporco dalla superficie, lasciandola integra da agenti esterni. Questa operazione può avvenire anche due volte a settimana, per lavorare in modo epidermico ma continuo. A seconda del rivestimento della testata, gli accorgimenti cambiano.
Per l’imbottitura in tessuto, uno strumento molto funzionale è l’utilizzo dell’aspirapolvere, con beccuccio apposito e idoneo, con una velocità non troppo forte, almeno una volta al mese. In questo modo si eliminano sia la polvere sia acari e micro-ospiti non desiderati. Con un materiale come l’ecopelle o la similpelle, la pulizia è differente: bisogna optare per un prodotto spray ad hoc per il lavaggio a secco, in modo da prevenire che la pelle scolorisca. Lasciare agire lo spray per una decina di minuti e successivamente procedere con una spugnetta umida rimuovendo lo sporco. L’aspirapolvere, in questo caso, andrebbe a rovinare l’estetica della testiera, lasciando segni sul rivestimento.
Come nell’esempio di Flou con il modello Angle, con la testata in capitonnè imbottita. Nell’esempio proposto, il tessuto è bianco candido con inseriti quadrati trapuntati lungo tutta la testiera. La base è alta 25 cm e può accogliere sia uno spazio contenitore sia due lampade in tubolare cromato. La costante pulizia con la spazzola morbida permette di lasciare perfettamente integro il bianco di partenza, lasciando l’effetto moderno a permeare la stanza.
Per prevenire infine eventuali cattivi odori provenienti dal rivestimento della testiera, è bene dotarsi di spray per i tessuti che elimina le molecole nocive. Anche in questo caso è bene attendere almeno venti minuti per eliminare completamente l’odore acre; l’uso frequente del prodotto permettere di prevenire in misura puntuale eventuali problemi.