Come progettare la cucina valutando le misure dei vari elementi

- 10 dicembre 2021

Perché partire dalle misure cucina per una corretta progettazione

Lo studio delle funzioni e dell’interazione tra uomo, apparecchiature e lo spazio adibito a un particolare lavoro prende il nome di ergonomia. Essa è ciò che garantisce l’efficienza e la sicurezza di una cucina nel suo uso quotidiano, garantendo una miglior fruibilità all’utilizzatore, aumentandone, in ultima analisi, il benessere.

La progettazione di una cucina non può non tener conto dei movimenti di chi la utilizzerà; questi determineranno la corretta disposizione delle funzioni e un’ottimizzazione dei percorsi. Le distanze minime tra i mobili, l’altezza e la profondità dei ripiani, le dimensioni dei pensili individuano altre misure standard che, è bene ricordare, non esprimono parametri assoluti, ma sono da considerare in rapporto alle esigenze specifiche di ognuno.

L’adattabilità e la personalizzazione di una cucina non riguardano solo lo spazio domestico a cui è destinata, ma anche le caratteristiche fisiche di chi la andrà ad abitare.

Le distanze minime per agevolare movimenti e operazioni quotidiane

La configurazione migliore è la cosiddetta a “triangolo di lavoro”, dove i vertici rappresentano le tre funzioni principali di una cucina: piano cottura, lavello e frigorifero, a cui affiancare dei ripiani di lavoro. La somma delle distanze tra questi dovrebbe essere inferiore a 650 cm. Vi sono, inoltre, delle distanze minime da mantenere:

  • 100 cm: lo spazio davanti a una lavastoviglie per le operazioni di carico/scarico, a cui aggiungere 70 cm per il passaggio di una seconda persona, in presenza di una parete o un altro mobile (D);
  • 120 cm: la distanza tra il tavolo e una parete, per permettere il passaggio di una persona dietro a un’altra seduta al tavolo (A e C);
  • 135 cm: lo spazio da prevedere tra il tavolo e una parete attrezzata al lavoro, che prevede l’apertura di ante e cassetti estraibili. Se le basi della cucina sono di 80 cm, occorre aggiungere altri 15 cm (B).

Le dimensioni standard degli elementi in cucina

Per progettare una cucina componibile non occorre guardare e conoscere in anticipo le diverse proposte delle aziende. La standardizzazione delle misure permette di disegnarne innanzitutto il layout, anche al momento della costruzione dell’abitazione. Questo permette di concepirne gli spazi e le ripartizioni adeguate, con l'unica necessità di tener conto del punto di allaccio al sistema idrico e del gas.

Solo nella fase successiva si analizzeranno le differenti proposte, con la scelta di modelli, colori e finiture. I vantaggi sono innumerevoli: dal minor costo, alla possibilità di integrare nel tempo la cucina con nuovi pezzi, che avranno esattamente gli stessi moduli. Logicamente, anche gli elettrodomestici necessari (frigorifero, forno, lavastoviglie) hanno dimensioni fisse che si adeguano all’arredo che dovrà contenerli.

Scegliere il su misura per una cucina fuori dagli schemi

In alternativa ai moduli in catalogo, molte aziende offrono anche un servizio su misura, che consente, a un prezzo maggiorato, di ottenere caratteristiche fuori standard adatte a ciascun caso specifico. Una soluzione più legata al fare artigianale, che si adatta maggiormente all’ambiente ed evita sprechi di spazio, senza i vincoli dettati dalla modularità delle cucine componibili.
Tra gli elementi personalizzabili, oltre alle misure dei singoli elementi, ricordiamo: i materiali delle ante e dei piani di lavoro, i sistemi di apertura (a maniglia, a pomolo o a gola), i meccanismi interni (cassetti, cestini, basi o gruppi estraibili). È un’opzione che si rivela particolarmente indicata per l’arredamento di uno spazio living, il cosiddetto open space, dove il “pezzo unico” può caratterizzare in maniera significativa un ambiente.

Le misure delle basi cucina

Il modulo standard a cui fare riferimento è 15 cm. La maggior parte delle dimensioni di una cucina, in riferimento alla larghezza, sono, infatti, multipli di quest’ultima. 120 cm per il lavello, 60 cm per il forno e il frigorifero, 30 o 15 cm per gli scomparti più piccoli, solitamente estraibili e utilizzati per contenere bottiglie e porta spezie. Molte aziende hanno ulteriormente aggiunto elementi da 40 e 80 cm, dove quest’ultima misura risulta particolarmente adatta al sottolavello. Una così forte modularità permette di adattare la propria cucina agli spazi della casa, nella maniera più flessibile e personale.
Sempre più diffusi sono, infine, i moduli da 75 cm per accogliere forni, frigoriferi e lavastoviglie più capienti di ultima generazione, come proposto da Veneta Cucine nella linea Milano, all’ultimo Supersalone.

Le dimensioni dei pensili

I pensili presentano, in altezza, una gran varietà di dimensioni, che possono andare dai 36 ai 96 cm e solitamente si basano sui multipli di 12. Per soffitti bassi è consigliabile sviluppare la cucina longitudinalmente, preferendo, quindi, pensili meno elevati. Viceversa, in caso di soffitto alto, si potrà accentuare la dimensione verticale, sfruttando tutta l’altezza a disposizione.
La distanza dal piano di lavoro e la profondità sono strettamente dipendenti. La prima oscilla nella maggioranza dei casi tra i 50 e i 60 cm, mentre la seconda non supera mai i 36 cm, per evitare urti accidentali durante l’utilizzo, ma anche per non limitare la visibilità del piano di lavoro.
Per quanto riguarda la larghezza, occorre tener conto della scansione dei moduli base, così da mantenere, in prospetto, un disegno unitario.

Altezza e profondità del piano da lavoro

Per evitare posture scorrette e non confortevoli, l’altezza da terra del piano di lavoro deve adeguarsi alla statura di chi utilizzerà la cucina. Questa si compone di tre elementi, la cui somma totale varia da 83 cm fino a 102 cm.

  • Zoccolo: solitamente va dai 6 ai 15 cm. Si predilige più basso per un design più minimale, dando l’idea che la cucina fluttui sul pavimento.
  • Anta: ha principalmente due dimensioni, 72 o 78 cm. Nel caso di basi sospese può avere dimensioni inferiori, a seconda dell’altezza a cui viene fissata.
  • Piano di lavoro: parte da 1,2 cm e può arrivare fino a 9 cm, a seconda del materiale scelto e dell’effetto desiderato.

La profondità tradizionale è di 60 cm, ma non sono rare anche basi da 80 cm, che permettono di abbassare, e quindi rendere più raggiungibili, i pensili, mantenendo una visuale ampia su tutto il piano di lavoro e una maggiore libertà di movimento. La proposta P20 di Valcucine inserisce, nei 20 cm aggiunti contro il muro, la possibilità di inserire lo scolapiatti e lo spazio per il posizionamento di vari utensili da cucina.

Lorenzo Domenella

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