Il materiale polimerico è generalmente conosciuto come plastica, spesso anche con connotazione di basso livello rispetto ad altri. In realtà le plastiche sono materiali altamente innovativi in continuo studio che ci permettono di avere forme, colori, trasparenze e resistenze che nessun altro materiale ci potrebbe dare a differenza loro. Largo impiego hanno avuto dopo gli anni Sessanta, con la loro scoperta e ricerca da parte di Giulio Castelli, ingegnere chimico fondatore della famosa Kartell, prima azienda produttrice di elementi e complementi a livello industriale in materiale polimerico: molteplici applicazioni in questo ambito sono dovute a questa scoperta, ad esempio il loro impiego nella realizzazione di sedie in plastica dai nomi famosi, passati alla moda, ora oggetti rinomati e di grande desiderio.
Chi non ha mai sentito nominare la Panton Chair, del designer Verner Panton? Questo elemento di grande eleganza e forma sinuosa è uno dei primi esempi passati alla storia come stampaggio a iniezione di materiale plastico, prodotta da Vitra. La sua forma a “S” risulta riconoscibilissima anche solo in outline. Altro esempio di storia del design plastico è la sedia No.4860 di Joe Colombo del 1965, prima sedia realizzata in stampo unico e in produzione da Kartell: un’evoluzione nella tecnologia, e nella forma. Anche Magis, con i suoi prodotti in materiale plastico ci trasmette emozioni e sensazioni da sogno: l’eleganza morbida della forma arrotondata della sedia Murano Vanity Chair disegnata da Stefano Giovannoni, si fondono nella trasparenza del colore, alleggerendo la scena e donando un tocco di freschezza agli ambienti. Più giovane ma non meno importante, la sedia in plastica Victoria Ghost di Kartell. Forme barocche riecheggiano in un materiale percettivamente impalpabile e trasparente, rifrangendo in se tutto ciò che la circonda.
Quando pensiamo al design delle sedute in materiale plastico, pensiamo senza dubbio ai nomi più celeri che hanno fatto la storia, donandoci pezzi di pregio ormai impressi nelle nostre menti; ma non sempre la qualità deve avere un nome. Molto spesso si trovano pezzi di design “no name” anche di alto livello. Purtroppo il fatto è che nei giorni nostri le tecnologie e i materiali, anche in continuo studio ed evoluzione, non fanno più lo scalpore di un tempo: migliaia di sedie in plastica di qualità vengono stampate ogni giorno, assumendo valenza popolare e massiva, merito del design industriale e dell’evoluzione scientifica. Da un lato, se i primi pezzi pensati da nomi famosi sono rimasti celebri come pezzi unici, dall’altro abbiamo un aumento di produzione positivo e una gradita riduzione del costo dei pezzi che arrivano sul mercato, dalla medesima qualità ma senza marchio e nome, permettendo a tutti di poter arrivare a possedere il pezzo della linea e design desiderati da poter inserire nei loro ambienti per goderne della vista e farne buon uso.