Fedelyon, già ho scritto uno sproloquio, se avessi sostituito “mobbing” con una perifrasi + lunga avrei fatto notte! Il termine ha preso piede da quando è stato usato dall’etologo konrad lorenz per indicare un comportamento tipico di gruppi uccelli, e ormai da noi è fin troppo abusato. Cmq, ieri pom ho perso tempo a scrivere quel che viene spiegato molto + chiaramente qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Mobbing
Boo, io non nego che tu abbia vissuto una situazione lavorativa che difficile è dire poco, però…magari mi sbaglio, ma la volontarietà della condotta, il disegno unitario volto a farti andare via dall’ufficio, o "anche solo" a farti stare volutamente male, io non ce li vedo… forse ci hai raccontato pochi episodi, o poco rilevanti sotto il profilo giuridico (attinenti la sfera delle relazioni interpersonali e non quella del lavoro; se ci fai caso, hai raccontato i momenti di “convivialità” e di pausa rispetto all’orario di lavoro, senza dire nulla sulla tua attività e su eventuali critiche a come lavori. Magari critiche sul tuo lavoro non ce ne sono nemmeno, e quindi cadrebbe tutto il discorso).
Per una eventuale causa, poi, servono prove, contestazioni scritte, lettere, o testimonianze a te favorevoli… pensa se tutti i colleghi si schierassero contro di te dicendo che sei tu quella “strana e diversa”, magari perché sei veg, perché eri già seguita da uno psi per fatti tuoi, perché adesso che sei incinta gli ormoni hanno preso il sopravvento e amplifichi le cose… che sei tu che non ti sei mai integrata, nonostante i loro inviti a condividere i pasti con te… potrebbero dire di tutto, e per te diventerebbe ancora più pesante.
Anche per questo, tu fai bene a sfogarti, ma mi associo vivamente a chi ti suggerisce di concentrarti solo sulla tua famiglia e di mandare capi e colleghi a spasso non appena puoi… possibilmente, spiegandogli bene i motivi che ti hanno indotto ad andare via
Anche io ho pianto tanto i primi due anni di pratica (come l'80% circa dei colleghi che conosco), e appena ho potuto me ne sono andata via dall’inferno milanese (ci ho lavorato 4 anni, ogni volta che andiamo a Milano e il marito si ricorda di quel periodo, somatizza tanto da star male fisicamente)
coraggio! a te, a iale, ad abi (che è successo?) e a tutte quelle di cui ieri ho letto in frettissima