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Tasso variabile con CAP
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Tasso misto (Nessun voto)
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Quale mutuo: fisso VS variabile?

#1
Apro questo thread per "sondare" le preferenze degli utenti del forum riguardo la tipologia di mutuo stipulata o preferita e cercare di dare qualche spunto di discussione a chi è in procinto di richiedere un mutuo o surrogare quello esistente.

Scegliere quale sia la tipologia di mutuo migliore in assoluto è impresa ardua e probabilmente non esiste una risposta corretta in assoluto.
In questi periodi con i tassi ai minimi storici le statistiche indicano, per l'anno 2015, un preferenza per i mutui a tasso fisso rispetto al variabile in quanto un tasso fisso così basso sarà difficile ottenerlo in futuro quando, si spera, ci sarà la tanto auspicata ripresa. Diversi esperti sostengono che per i prossimi 3/5 anni i tassi non verranno ritoccati e di conseguenza anche il tasso variabile risulta conveniente, sia per il risparmio immediato in termini di importo della rata sia perchè, piano di ammortamento alla mano, si versa fin da subito una quota capitale più alta rispetto al tasso fisso. Ovviamente prima o poi i tassi saliranno ma il risparmio accumulato nei primi anni permetterà di sopportare più agevolmente un aumento di rata.
Per chi invece preferisce non rischiare ma non vuole nemmeno rinunciare al tasso variabile, è possibile sottoscrivere un tasso variabile con CAP, la possibilità di fissare un tetto massimo oltre il quale il tasso non può salire, questo per impedire che una risalita eccessiva dei tassi influisca sulla rata, ma solitamente per chi sceglie questa opzione è presente uno spread più alto.
Esiste una quarta opzione, il mutuo a tasso misto, che consente ad intervalli periodici definiti (2, 5 o 10 anni) di scegliere tra tasso fisso o variabile, in base alle quotazioni in essere al momento della scelta. Questa opzione non sembra molto conveniente in quanto il tasso di partenza è, nella maggior parte dei casi, quello fisso e di conseguenza non si beneficerà del risparmio dettato attualmente dall'Euribor negativo.

In conclusione, se non si vogliono avere sorprese è meglio scegliere un tasso fisso che di questi tempi risulta comunque molto conveniente, altrimenti per chi vuole rischiare c'è il tasso variabile che consente un risparmio sostanzioso, a patto che si metta in conto che sicuramente i tassi aumenteranno ed occorre essere sicuri di poter sostenere una rata che potrebbe anche raddoppiare. Considerando l'oscillazione dei tassi, un tasso variabile su un periodo medio lungo (> 15 anni) risulterebbe conveniente.

Re: Quale mutuo: fisso VS variabile?

#2
quello che hai scritto è perfetto,quindi la risposta la trovi in quello che hai scritto.
secondo me,per un italiano medio,che non si interessa dei tassi ecc ecc è meglio il fisso.
se uno a dimistichezza con i tassi e con i mercati finanziari,ed ha un pò di liquidità può andare di variabile.
tutte le altre opzioni le scarterei a priori.

Re: Quale mutuo: fisso VS variabile?

#3
freedom80 ha scritto:un italiano medio,che non si interessa dei tassi ecc ecc è meglio il fisso.
se uno a dimistichezza con i tassi e con i mercati finanziari,ed ha un pò di liquidità può andare di variabile.
Onestamente credo che avere dimestichezza coi mercati finanziari serva a poco, a meno di avere una bella sfera magica di cristallo in grado di prevedere a 5-10 anni quali saranno i tassi!
A parer mio, per mutui lunghi (>20 anni) e importanti (>150k) oggi fisso ad occhi chiusi...
Per mutui più brevi e di importi più piccoli si può azzardare un variabile (puro)...magari avendo un pò di liquidità da usare come paracadute.

Re: Quale mutuo: fisso VS variabile?

#4
Ciao,

aggiungo un paio di considerazioni, al netto dei valori attuali dei tassi, che possono influenzare la scelta del tipo di tasso (fisso, variabile o misto) e anche la periodicità di pagamento delle rate (mensile, semestrale, altra).
Consideriamo la professione di chi richiede il prestito.
Una prima situazione è quella del dipendente, che ha un reddito mensile fisso, difficilmente variabile nel corso degli anni, o comunque che non può subire incrementi / decrementi rilevanti. Su questo aspetto, il dipendente costruisce il proprio "bilancio" mentale di entrata unica alla quale sottrarre un numero mensile fisso di uscite (rata mutuo, rata del telefono, rata della palestra, utenze, e così via). Questo tipo di persona riesce a pianificare meglio la vita se sa che ogni mese dovrà rimborsare una rata di X euro, per X anni, che può sostenere con relativa facilità e che gli consente di vivere senza sentirsi l'acqua alla gola.
La seconda situazione è quella opposta, vale a dire del libero professionista o dell'imprenditore, che non ha un reddito fisso e sicuro alla fine del mese; ci sono periodi e mesi in cui incasserà di più, altri in cui avrà meno liquidità a disposizione; ci sono le scadenze fiscali da tenere conto, il pagamento dei fornitori e così via. Questo tipo di persona, abituato a gestirsi in autonomia, che ha più familiarità con le condizioni di mercato dato che ci vive, e che sa gestire meglio il rischio, può essere più interessato a un variabile, magari con una rata semestrale, che è in grado anche di modificare in corso d'opera o in base alla variazione dei tassi di mercato o in base al suo volume d'affari.

Anche oggi, in una situazione di tassi "unica", può avere spazio il variabile (che risulta più appetibile del fisso) se il profilo di chi chiede il finanziamento è adatto. Per il resto sono completamente d'accordo con Gregor.

Re: Quale mutuo: fisso VS variabile?

#5
Vado forse un po' controcorrente, ma sto passando da un variabile puro ad un variabile con cap, ma soprattutto riducendo la durata di circa 10 anni rispetto a quanto mi era rimasto da pagare. Ovviamente però l'ho fatto perchè il cap è piuttosto interessante, 2,90%, e spero che per qualche anno ancora il variabile abbia un leggero vantaggio rispetto al fisso, che mi permetta di compensare eventuali differenze negative nella seconda parte della durata. L'altro elemento che mi ha portato a fare questa scelta è stata anche l'esperienza, l'aver verificato in questi anni l'effettiva capacità di risparmio e la capacità di sostenere un certo tipo di importo mensile, tanto da riuscire a passare da un mutuo trentennale ad uno quindicennale.
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