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Re: La crisi nel settore cucine

#361
A me quelli che cercano soluzioni nuove intrigano, ma non capisco il fine ultimo dell'idea di ethos: case piccole? Secondi impianti in case di campagna? Cucina cool per stidente (o professionista) fuori sede? Cucina pret a porter?
In che cosa il fine ultimo è diverso per esempio dalla Taak di Scic?

Re: La crisi nel settore cucine

#362
Se l'ipad l''avesse fatto la grundig secondo voi spopolerebbe cosi??

la gente ha capito che ormai il marchio a parte due casi non serve a niente.

ecco perchè ikea è diventato un gusto e non solo un prezzo....

come un punto vendita puo' sopravivvere?

mi sembra che la smart appena uscita un bel po' di gente ci abbia riso dietro....
e la porche la usa come macchina sostitutiva...

Re: La crisi nel settore cucine

#363
ethos ha scritto: mi sembra che la smart appena uscita un bel po' di gente ci abbia riso dietro....
e la porche la usa come macchina sostitutiva...
ma solo perchè lo dice il Ranzani....
You can tell the ideals of a nation by its advertisements

Re: La crisi nel settore cucine

#364
Scusate l'intromissione.....secondo me il mercato del mobile sta subendo una grossa scrematura e nell'arco di quest'anno si vedranno chiudere molte aziende produttrici e rivenditori, questo è dovuto chiaramente alla contrazione della richiesta, ma anche dal semplice fatto che nei tempi in cui berta filava, tanti si sono improvvisati mobilieri, produttori e così via....i rappresentanti di marchi meno conosciuti hanno iniziato a distribuire cataloghi a tappeto e a persone che a volte non erano neanche del settore ma avevano grosse liquidità economiche sfaldando così il professionista che esegue questi lavori da decenni e con professionalità.....
Proviamo a guardare quante cucine di Marca e Non Name esistono sul mercato, e la cosa più brutta è capire chi veramente ha un prodotto valido o meno visto che alla fine della fiera si aprono mille cataloghi e i colori e la componentistica è sempre la stessa per tutte le aziende, tutte montano Salice e Blum, tutte acquistano le ante dai soliti terzisti, gli elettrodomestici sono sempre gli stessi come i top e così via, c'è troppa confusione nel mercato e quindi è normale che il cliente richieda trasparenza.....quanti avranno comprato una cucina di seconda linea convinti di comprarne una di prima linea, quanti hanno speso 8000 euro di mobili cucina quando poi lo stesso prodotto acquistato da un'azienda No name sarebbe costato 6000 e avrebbe offerto lo stesso prodotto.....
Quanti rivenditori vendono cucine no name a prezzi più alti del dovuto e quanti lo fanno vendendo sotto costo perchè non sono capaci a farsi i conti in tasca rovinando il mercato....quanti per far girare i soldi perchè in difficoltà regalano le cucine rovinando così l'immagine del mobiliere........
E' per questo che poi quando andiamo a consegnare il cliente di oggi con poca liquidità si attacca a tutto per riuscire ad ottenere uno sconto extra o ritardare il pagamento al mobiliere, che a sua volta poi lo rifà con la azienda e così via il circolo vizioso.....questi sono i passaggi da eliminare, bisogna essere trasparenti con i clienti e scrivere tutto sui contratti modelli marche colori e omaggi.......insomma bisogna essere giusti da entrambe le parti....quante volte consegnamo e il cliente chiede sempre di più di quello che ha comprato? un esempio delle palle il porta posate noi regaliamo quello in plastica, quello in legno costa 100 euro, il cliente a quel punto va bene quello in plastica, quando consegni pretende quello in legno, secondo voi è normale? Se noi mobilieri impariamo a scrivere tutto e non concedere niente al cliente vedremo che la qualità dei clienti migliorerà e si sentiranno anche più sicuri loro dei soldini che andranno a spendere così facendo penso che saremo tutti più contenti e i mobilieri più pigri che non avranno voglia di dare trasparenza saranno quelli tagliati fuori...
La grossa distribuzione non farà mai concorrenza alla piccola e viceversa, bisogna identificarsi sul mercato o il prezzo o la qualità......il cliente di Aiazzone non diventerà mai il cliente di un rivenditore Boffi, sono due fasce di mercato diverse e non potranno mai farsi concorrenza, io sono un piccolo mobiliere e i miei clienti hanno il mio numero di cellulare e molto spesso non sono mai neanche passati dal mio negozio perchè oberati di impegni, voi pensate che questi clienti potranno mai trovare lo stesso servizio nella grossa distrubuzione!!! come gli stessi clienti potranno mai trovare in me una cucina bloccata da 800 euro.......questa potrebbe essere solo una piccola differenza ma c'è.....
Il problema e che molto spesso il mobiliere è il primo a basarsi sul prezzo e non sui servizi che offre.....e il cliente fa di ciò il suo punto forza per abbassare il prezzo....e poi ci lamentiamo che la gente non ha i soldi o non vuole pagare, iniziamo ad essere trasparenti su ciò che comprano senza dare niente per scontato poi possiamo lamentarci che la gente non compra o che il mercato è in crisi, la crisi non esiste il cambiamento si....

Re: La crisi nel settore cucine

#365
Posso condividere in parte quello che dici.....
Se sei chiaro fin dall'inizio anche alla fine pretese non ce ne possono essere.....vedi l'esempio del porta posate.....
Il fatto di essere precisi e avere una metodologia di lavoro non c'entra nulla con la crisi.....anche nel periodo delle vacche grasse chi lavora male si screma e autoelimina da solo....la crisi può accelerare questo processo.....

QUello dove non concordo affatto è quando sostieni che la crisi non esiste......se sei di Torino come hai scritto, ma ti sei reso conto di cosa sta succedendo alle aziende torinesi ? Io su Torino ci lavoro parecchi e per fortuna non mi devo lamentare, ma la situazione che vedo è ben cambiata rispetto ad anni fa e trovo che sta peggiorando in modo esponenziale.......
PRODUZIONE DIRETTA CUCINE & BAGNI DI ALTA GAMMA A PREZZI IMBATTIBILI
PRODUZIONE DIRETTA TOP E MANUFATTI IN CORIAN

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Re: La crisi nel settore cucine

#366
Sono d'accordo che il mercato si sta contraendo sempre di più, però io sono convinto che siamo veramente tantissimi sulla piazza...e tanti poco sani o meglio poco corretti....poi anche la mentalità (per fortuna) di molti è ancora aspettare il cliente, quando da diversi anni qui a Torino la gente si fa prendere per il "censured" da certi grossisti che vendono più caro del listino e spesso consegnano prodotti scadenti, ma li i clienti sono IDIOTI e non ci possiamo fare niente....oggi penso che il sistema è in evoluzione e che bisogna far fronte ad altri mercati per stare in piedi, si a Torino molte ditte chiudono come nel resto d'Italia, però è li la bravura del mobiliere riuscire a scovare nuovi mercati dove proporsi e crescere, noi continuiamo a guardare le punte delle scarpe senza mai pensare di alzare la testa e valutare effettivamente quante opportunità abbiamo e scartiamo solo per via di distanze e altro per ridurre le rogne al minimo....

Re: La crisi nel settore cucine

#367
stefanorosiello ha scritto:Sono d'accordo che il mercato si sta contraendo sempre di più, però io sono convinto che siamo veramente tantissimi sulla piazza...e tanti poco sani o meglio poco corretti....poi anche la mentalità (per fortuna) di molti è ancora aspettare il cliente, quando da diversi anni qui a Torino la gente si fa prendere per il "censured" da certi grossisti che vendono più caro del listino e spesso consegnano prodotti scadenti, ma li i clienti sono IDIOTI e non ci possiamo fare niente....oggi penso che il sistema è in evoluzione e che bisogna far fronte ad altri mercati per stare in piedi, si a Torino molte ditte chiudono come nel resto d'Italia, però è li la bravura del mobiliere riuscire a scovare nuovi mercati dove proporsi e crescere, noi continuiamo a guardare le punte delle scarpe senza mai pensare di alzare la testa e valutare effettivamente quante opportunità abbiamo e scartiamo solo per via di distanze e altro per ridurre le rogne al minimo....
Attenzione: ci sono molti rivenditori di "vecchia data"... moglie e marito magari con un figlio non tanto sveglio negozio di proprietà, rendering? che è? si mangia? mostra fredda d'inverno, calda d'estate, ultima campionatura fatta con un mobile in teak 7 anni fa che ancora si ostinano a vendere a prezzo pieno più iva e montaggio.... non vedono un cristiano da 7 giorni.
E poi c'è il rivenditore rampante, sveglio, bella roba in mostra, pubblicità, un bel maxischermo con un pc per fare rendering... magari si è pure espanso ed ha aperto 2-3 punti vendita...
Secondo voi chi dei due rischia maggiormente il fallimento? ... ve lo dico io: fallisce il secondo... il primo chiude solo se al vecchio viene una grave malattia perchè il primo ha pochissime spese e zero debiti: quello che vende vende e magari ha già pure una pensioncina... il secondo invece è indebitato verso le banche e verso i fornitori e se non vende sono c4zzi.
Va da se che mentre il primo soggetto può vendere a simpatia ma non si strappa i capelli per una vendita persa il secondo soggetto, magari anche più preparato del primo, ha da vendere: a tanto a poco con contratto di blocco prezzi, con tecniche da consorzio, con un gran sorriso... in qualche modo ha da vendere.
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#368
Fallisce il secondo, ma il primo morirà di inedia...
D'altra parte è chiaro che chi si assume maggiori rischi ha anche maggiori possibilità sviluppo rispetto a chi resta fermo e muore piano piano.
In giro ci sono 3 categorie di aziende:
1) quelle che aspettano che la crisi passi e aintanto si stanno spegnendo lentamente;
2) quelle che si stanno rendendo conto che devono fare qualcosa fino a quando hanno ancora tempo/energie;
3) e quelle che hanno fatto qualcosa per cambiare il loro stato. Magari si sono assunti maggiori rischi, soprattutto se non hanno valutato bene quali erano le risorse necessarie, ma sono quelle che acquisiscono quote di mercato e che in potenza si presenteranno meglio dopo la crisi.
Operatore professionale, nel forum a titolo personale. Credo che "piccolo e non sia sempre bello" e quindi prediligo aziende più strutturate quali Scavolini, Snaidero, Valcucine, Ernestomeda...e tante altre.

Re: La crisi nel settore cucine

#369
ale241 ha scritto:Fallisce il secondo, ma il primo morirà di inedia...
D'altra parte è chiaro che chi si assume maggiori rischi ha anche maggiori possibilità sviluppo rispetto a chi resta fermo e muore piano piano.
si il mio non era un discorso per dire che è meglio stare seduti ma per dire appunto che delle volte anche chi ha investito chiude se non ha fatto i giusti passi... spesso il cliente da per scontato che la bella mostra non debba chiudere mai... non è così purtroppo... e, tra i produttori, spesso voi rivenditori vi coccolate dietro l'idea che il vs fornitore non possa chiudere perchè le sue cucine sono bellissime o si vendono benissimo (ma dietro magari smenano euro ogni volta che consegnano)
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#370
Si questo è un'altro problema che oggi come oggi bisogna tenere in considerazione, ci molti produttori come gli stessi rivenditori in difficoltà, per tanto oggi e difficile anche da qui acquistare il prodotto da rivendere, si rischia di consegnare e se cliente a distanza di qualche mese volesse fare una giunta si rischia di non riuscire ad accontentarlo......

Re: La crisi nel settore cucine

#371
qsecofr ha scritto:
ale241 ha scritto:Fallisce il secondo, ma il primo morirà di inedia...
D'altra parte è chiaro che chi si assume maggiori rischi ha anche maggiori possibilità sviluppo rispetto a chi resta fermo e muore piano piano.
si il mio non era un discorso per dire che è meglio stare seduti ma per dire appunto che delle volte anche chi ha investito chiude se non ha fatto i giusti passi... spesso il cliente da per scontato che la bella mostra non debba chiudere mai... non è così purtroppo... e, tra i produttori, spesso voi rivenditori vi coccolate dietro l'idea che il vs fornitore non possa chiudere perchè le sue cucine sono bellissime o si vendono benissimo (ma dietro magari smenano euro ogni volta che consegnano)
chiude chi ha più crediti.

Re: La crisi nel settore cucine

#373
stefanorosiello ha scritto:chiude chi ha più crediti da riscuotere :-).......
il credito è sempre da riscuotere, non si chiamerebbe tale. Il problema è che si può trasformare sempre più facilmente in un " ...che forse riscuoterò" :?

Re: La crisi nel settore cucine

#375
jnicola ha scritto:
stefanorosiello ha scritto:chiude chi ha più crediti da riscuotere :-).......
il credito è sempre da riscuotere, non si chiamerebbe tale. Il problema è che si può trasformare sempre più facilmente in un " ...che forse riscuoterò" :?
Bel problema questo! Gli insoluti sempre più frequenti, i concordati sempre alle porte, la pressione della competizione che ti porta ad avere comportamenti poco razionali e frenetici, con una politica del credito inesistente e con tante soluzioni estemporanee.
Se si analizzano i bilanci di molte aziende, anche importanti, scopriamo crediti enormi ed in crescita che nascondono una grande quantità di incagli che si potranno trasformare solo in perdite, all'insegna di una gestione per lo meno incoscente del patrimonio imprenditoriale italiano.
Operatore professionale, nel forum a titolo personale. Credo che "piccolo e non sia sempre bello" e quindi prediligo aziende più strutturate quali Scavolini, Snaidero, Valcucine, Ernestomeda...e tante altre.