Eccomi pronta per Joyce
Sarò lunga temo...
Allora.
È importante, quando si legge un romanzo di un letterato, inserirlo nel contesto storico e conoscere, o arrivare a comprendere, il suo retaggio culturale.
Jane Austen era una grande moralista, un titolo come Ragione e Sentimento dimostra la sua idea di contrapposizione fra le forze dell'animo umano. Anche l'inizio di orgoglio e pregiudizio -
è una verità universalmente riconosciuta - dimostra il suo bisogno di stabilire regole universali. E punisce le sue eroine quando hanno colpi di testa o le premia quando si adeguano al buon costume.
Ora,
Joyce. Lui era molto più
complesso e autoanalista nei suoi scritti, vedi ad esempio il monologo finale di Molly nell'Ulisse.
Gente di Dublino è, volendo, il suo libro più facile. Influenzato dalla sua vita a Trieste e dai suoi contatti con la psicoanalisi, egli si convinse che
l'intera umanità fosse frustrata ses.sualmente.
Prende Dublino come città esempio e scrive una serie di racconti metaforici di
gente bloccata, che non riesce ad approcciarsi al se.sso, che lo rifiuta, che ne è intimorita.
Mi ricordo ad esempio
Bazar, metafora della pros.tituzione, dove il ragazzo (che ha un'amica molto sen.suale che si mostra a un palo, sotto la luce del lampione...) entra per la prima volta in questo bazar esotico, lungo, stretto e buio...
In tutti i racconti c'è però una
svolta finale, epifania viene definita, in cui il protagonista riesce ad uscire dalla sua situazione.
Tranne nei morti. Li la neve continua a scendere, lo stivale rimane piegato per terra, marito e moglie non comunicano, non c'è speranza.
Perche ha voluto finire così? Non lo so. Pessimismo sull'animo umano, mancanza di confidenza nella possibilità din un cambiamento... Ma io ho adorato lo stesso il libro!