Fino al 22 febbraio è possibile visitare la mostra romana dedicata al grande incisore olandese, ospitata negli spazi ristretti dell'ex convento del Chiostro del Bramante. Meglio evitare il WE per visitarla, dunque, mentre ovviamente, è consigliata la visita anche per i più piccoli.
Solo due righe visto che sul visionario artista è stato scritto moltissimo.
La mostra sottolinea il suo rapporto privilegiato con l'Italia ed in particolare con Roma, dove vi si trasferì per un periodo cruciale della sua vita, giovanissimo, dal 1923 al 1935, che lui stesso definì 'i migliori della mia vita'.
Abitò con la famiglia, nel quartiere di Monteverde Vecchio, in un villino (tipologia architettonica - poi stravolta in palazzina per mero interesse dei costruttori - introdotta dalla giunta democratica del sindaco Nathan nel Piano regolatore 1909, quello che rese possibile i felici episodi urbanistici della Garbatella, San Saba e del Pigneto) su Via Poerio, il cui interno appare raffigurato probabilmente negli Autoritratto nella sfera (1935) e 3 sfere (1946) - sopra.
In quegli anni Roma fu il punto di partenza di una serie di suggestive peregrinazioni per l'Italia del sud accompagnato da amici con cui condivideva gli stessi interessi, alla scoperta delle bellezze paesaggistiche nascoste lungo l'Appennino (Calabria, Abruzzo, Sicilia, e prima ancora Toscana).
Tra tante, ci restano una serie di xilografie, quelle dei paesi fantasma di Pentedattilo nell'Aspromonte o di Castrovalva, nell'Aquilano (sotto) dove l'elemento naturalistico è ridotto e semplificato secondo sviluppi sperimentali successivi, tutta solidi ed incastri di volumi e figure, con prospettive che 'non chiudono'.
Tornando all'appartamento romano di Escher, in foto sotto il villino, l'artista prima di lasciare la città per motivi razziali, fece realizzare da un artigiano, su suo disegno (proprio come per le coeve case d'arte futuriste di Balla, Bragaglia, Melli, Prampolini - con gli arredi realizzati da loro stessi), il pavimento in lastre di pietra dello studio, probabilmente ispirato ai pavimenti barocchi romani, come quelli in pietra bicolore delle chiese borrominiane (su tutti quello di Sant'Ivo alla Sapienza).
I proprietari successivi però, non solo decisero di posarvi sopra un parquet, ma negli anni '90 decisero di smantellarlo, depositandolo, smontato, in un luogo non visibile.
Peccato - per la città di Roma - non aver ripristinato l'originale pavimento e di non aver istituito un piccolo museo nell'appartamento abitato da Escher, acquistandolo dai proprietari.
Un'altra occasione perduta, che forse in altri paesi si sarebbe riuscita a cogliere.
Infine, un dettaglio che ci sta in questi spazi dedicati all'arredamento. E' il tempo di Escher anche nei disegni delle rinate cementine.
Escher, il pavimento e l'appartamento a Monteverde:
http://mvl-monteverdelegge.blogspot.it/ ... a-del.html
Info mostra:
http://chiostrodelbramante.it/info/escher/
Escher al Chiostro del Bramante, Roma
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Ultima modifica di lot il 28/03/15 10:44, modificato 2 volte in totale.