Prendendo spunto da una recente mostra allestita l'anno scorso a Como sull'attività di Ico Parisi (1916-1996) architetto, artista, fotografo, designer fuori dagli schemi, la cui poliedrica figura ricostruita solo di recente, ha osato spingersi verso un'eclettica e creativa sintesi delle arti: dall'architettura alla fotografia, dal design alla pittura, dalle operazioni concettuali alle performances e al cinema, amplificate dai suggerimenti e dalle realizzazioni della moglie Luisa che sarà la sua non meno geniale partner inventiva.
Formatosi negli anni '30 sotto le ali del gruppo degli artisti astrattisti di Como, come Sartoris e Radice, frequentò giovanissimo lo studio di Terragni che gli affidò per la rivista Quadrante i servizi fotografici della Casa del Fascio a Como, e della Villa Bianca di Seveso.
Dopo la brusca interruzione della sua attività di architetto causata dalla partecipazione alla disastrosa campagna di Russia, nel dopoguerra Parisi si rivela tra i designer più preparati in Italia, avviando un originale discorso creativo legando assieme la progettazione architettonica, l'interior design, l'attività artigianale dei laboratori canturini, e che si concretizza appunto con la collaborazione con la famiglia Cassina di Meda. Opere a metà tra architettura e design alcune straordinarie realizzazioni delle ville per i suoi amici Lucio Fontana (Casa Fontana, Lenno, 1967), Bini (Casa Bini in Como, 1952), Orlandi (Casa Orlandi in Erba, 1966), poi l' Hotel Corte dei Butteri e l'annessa chiesa Santa Maria dell'Osa (Fonteblanda di Grosseto, 1962), infine la Casa Vivere Insieme (Montorfano, 1969), in cui cura attentamente - assieme alla moglie - arredi ed ambientazioni interne, ma di cui purtroppo esistono rarissime immagini.
Con Gio Ponti, Ico stringe un forte legame d'amicizia mentre intraprende progetti in comune con Lucio Fontana, Francesco Somaini e Fausto Melotti, avvicinandosi addirittura al Movimento Arte Concreta e poi al Gruppo T , mentre con Baj, Fabro, Chiari, Ceroli, Restany e Crispolti nascono interessanti progetti sempre in bilico tra arte e architettura.
Tra gli anni '50/60 il suo Studio di architettura e design creato con la moglie, La Ruota va a gonfie vele, risultando tra i più attivi e richiesti, sfruttando quel periodo fervido di rinascimento che gli storici legano al successivo e più noto periodo come 'made in Italy'.
E poi Mollino e Albini, oltre a Ponti: anch'essi furono sodali e compagni di viaggio dei Parisi per comprendere quanto quegli anni fossero cruciali per gli sviluppi successivi e che tanto stanno incidendo nell'attuale cultura di progetto.
Infine, sulla concezione di Parisi di architettura ed arredo, ne esce una visione anticonformista, lontana dalla casa come forma o come macchina, ma come tana dell'intelletto: spesso Ico amava spiegare con arguzia che l'architetto, progettando un luogo di vita, deve fingersi gatto di casa e pensare ai suoi movimenti e al suo stare.
Quel che certo è che, se un gatto dovesse attribuire l'oscar per una poltrona su cui appisolarsi, sceglierebbe la sua poltroncina Cassina 813..
Spazio alle (poche) immagini:
qualche lavoro firmato da Ico Parisi per i Cassina, tra cui la bella Poltroncina 814 (1960), uno dei pezzi di design più numerosi che si trovava nell'Hotel Parco dei Principi di Sorrento..
Sempre per i 'Figli di Amedeo Cassina', alcuni capolavori realizzati da Parisi, tra cui la bellissima Poltrona 856, con un chiaro richiamo alla storica poltrona di Van der Rohe..; e la splendida Poltrona 839 (1955) segnalata all'epoca dalla giuria del Compasso d'Oro.
Altre 'meraviglie' (tutte realizzate dai Cassina) nate dalla matita di Ico, tra cui spiccano delle vere e proprie icone degli anni '50 del made in Italy, come la famosissima Poltrona 'Uovo' 813, in bordeaux, ed il divano 812, direttamente derivato dalla poltroncina.
Essere architetto come il gatto di casa: Ico Parisi.
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