antopattin ha scritto:mentre rincorrere qualcosa, cercarla con troppa ansia può addirittura essere controproducente; mi rifaccio all'esempio di prima, vi è mai capitato di aspettare con trepidazione qualcuno o qualcosa (una telefonata del ragazzo che ci piaceva al liceo, un ospite importante) e di trasformare il momento dell'arrivo di questo qualcuno o qualcosa in una scena di fantozziana memoria, di risultare troppo ingessate, rigide, innaturali?
oh, spero di non aver urtato la suscettibilità di nessuna!
non credo tu abbia urtato la suscettibilità di qualcuna qui dentro...Fino a qualche mese fa avrei sottoscritto ogni tua singola parola. Poi, però, alcune situazioni cambiano il tuo contesto, e la gravidanza diventa un obiettivo. Perchè essa nasce già di per se' "complessa" come traguardo: se un uomo ed una donna sono già perfettamente sani e "funzionanti", in ogni mese abbiamo solo il 30% di possibilità di rimanere incinte. E tutto solo in quei tre giorni, quei tre giorni che fino ad un anno, due anni fa non rappresentavano niente, se non un vago doloretto alle ovaie, oggi sarebbe importante scovarli, capirli, esaminarli, pensando che se li comprendiamo meglio, riusciremo anche a dare una mano alla natura. è poi normale dunque che gli altri giorni del mese siano solo attesa: attesa per un ciclo che vorremmo non arrivasse, attesa per l'arrivo dell'ovetto "al posto giusto". La voglia di maternità inizia a farsi strada prepotente, tipo un desiderio forte in mezzo al petto, che però è anche un senso di vuoto, ed il tutto conduce ad uno strano mix di emozioni (io almeno la sento così, oggi,
pur con tutte le mie paure e i miei dubbi).
L'ansia non aiuta, hai ragione. Io sono la prima a fare mea culpa, visto che potrò iniziare la caccia solo fra qualche mese e già sono un po' in ansia, ma questa è la mia tendenza a razionalizzare tutto, e la applico sempre, non solo nella maternità: ognuna di noi si porta dietro un bagaglio di esperienze ed un vissuto, a volte anche di carattere medico, che la condiziona. Spero che il tuo vissuto invece ti conduca a vivere con la massima serenità la ricerca di una gravidanza. E, certo, l'ansia non va trasmessa neanche alle nostre dolci metà, ma detto ciò il mio compagno è prima di tutto un compagno di vita, e se non condividiamo con loro la nostra aspettativa di una maternità e di una paternità consapevoli, con chi altro potremmo farlo?