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Re: Insoddisfazione latente....

#31
bertok ha scritto:
cyberjack ha scritto:
Anna73 ha scritto: Perchè così sintetico e categorico?! :shock:
Per esperienza: sempre meglio lasciare amici-parenti-conoscenti-compagni-coniugi-figli, ecc IL PIù LONTANO POSSIBILE dal proprio lavoro.
Ovviamente, per me!
ELLAMADONNA Cyber....sei decisamente drastico....ci sono anche le mezze misure! :shock:
No, non lo credo... non esistono le mezze misure, purtroppo...
Le "mezze misure" che conosco io sono che uno sopporta finchè ce la fa, poi esplode...

Devi considerare Sopratutto che non lavoreresti più come dipendente ma come imprenditore... e qui le cose si complicano.
Innanzitutto SMETTI immediatamente di pensare al lavoro come una cosa che ti dimentichi finito l'orario... quando la società è tua, il lavoro diventa parte della tua vita, perchè ne hai la responsabilità totale, e su di esso ricade la responsabilità di altre persone, incluso tuo figlio.

Smetti di vivere serenamente il lalvoro perchè sai che da qualsiasi errore potrebbe dipendere la felicità o l'infelicità del tuo nucleo familiare... e cominci a non dirmirci la notte, pensando "oddio, non mi ricordo se ho fatto..." o "cavolo, e se avessi sbagliato?" ecc...

Assomma a questa tensione la tensione di una coppia appena sposata, con un figlio piccolo, le tensioni che possono nascere sul lavoro, le tensioni familiari che possono nascere a causa del lavoro...

Ripeto: IO non lo farei mai.

Poi, però, non è che io detenga la verità assoluta... ;)
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

Re: Insoddisfazione latente....

#32
cyberjack ha scritto:Innanzitutto SMETTI immediatamente di pensare al lavoro come una cosa che ti dimentichi finito l'orario... quando la società è tua, il lavoro diventa parte della tua vita, perchè ne hai la responsabilità totale, e su di esso ricade la responsabilità di altre persone, incluso tuo figlio.

Smetti di vivere serenamente il lalvoro perchè sai che da qualsiasi errore potrebbe dipendere la felicità o l'infelicità del tuo nucleo familiare... e cominci a non dirmirci la notte, pensando "oddio, non mi ricordo se ho fatto..." o "cavolo, e se avessi sbagliato?" ecc...

Assomma a questa tensione la tensione di una coppia appena sposata, con un figlio piccolo, le tensioni che possono nascere sul lavoro, le tensioni familiari che possono nascere a causa del lavoro...

Ripeto: IO non lo farei mai.

Poi, però, non è che io detenga la verità assoluta... ;)
Veramente, già adesso non sono dipendente ma amministratore... E il fatto che l'azienda sia di mio padre non mi solleva certo da responsabilità o preoccupazioni! In secondo luogo non siamo una coppia appena sposata con un figlio piccolo: conviviamo da 7 anni!
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REBECCA psw: polpetta

Re: Insoddisfazione latente....

#33
cyberjack ha scritto:
Anna73 ha scritto:mi sta frullando in testa l'idea che si potrebbe pensare a qualcosa da realizzare insieme....
Voi che dite?
Cyber-consiglio: MAI
Idem!

Certo dipende anche dal carattere di ognuno. I miei suoceri hanno sempre lavorato insieme ed è sempre andato tutto a gonfie vele, matrimonio e attività.
Io già non metterei mai in piedi una mia attività, ma per ragioni che per altri potrebbero non essere valide...
Ma soprattutto sono convinta che "la società migliore è quella con se stessi".
- Aspettando Godot -

Re: Insoddisfazione latente....

#34
Aysia ha scritto:Ritengo sia una scelta estremamente difficile, emotiva, che deve essere ponderata singolarmente daile persone.
E' una scelta difficile, e proprio perchè alla fine ci si ritrova nonostante tutto il lavoro comune, a fare i conti solamente con se stessi, e questo è il conto più difficile da accettare di pagare se lo si sbaglia.
Già da adolescente, ho evitato come la peste certe materie per non sentirmi moralmente obbligata a rilevare lo studio di mio padre. Economicamente sarebbe stato molto più gratificante della gavetta, ma ho guadagnato la pace familiare.
La mia personalissima esperienza imprenditoriale di "casa&bottega" mi fa essere più che mai d'accordo con Aysia e Cyber. E' molto frustrante cercare di tenere insieme un rapporto quando anche la cooperazione professionale è messa a dura prova.
Non posso scendere in dettagli, ma sono stati 4 anni che mi hanno stravolto la vita.
Professionalmente ho acquisito un bagaglio unico... ma quando mi guardo indietro lo baratterei volentieri con qualcos'altro.... :oops:
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#35
D'accordo anche io con voi ragazzi, decisamente essere dipendente rende la vita più facile...ma non è che dobbiamo farne di tutta un erba un fascio!
Dipende anche cosa si vuole dalla vita, e da come caratterialmente si è!
Conosco persone che per nulla al mondo sarebbero indipendenti, e altre che hanno lavorato una vita (e dico una vita) assieme eppure sono stati benissimo, e si amoano ancor oggi alla follia! :wink:

#36
Conosco bene molte famiglie che hanno un'attività da anni e si dividono perdite o utili, salute e malattia, felicità e tristezza... :D
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#37
Mi unisco anch'io a questo topic, perchè mi ci sento dentro.
Io lavoro con il mio ragazzo nell'azienda di mio padre e mia madre.
La difficoltà più grande è lavorare con mio padre a causa di caratteri simili pronti a esplodere :twisted: Ci mandiamo spesso a quel paese! Ma credo che ci diciamo in faccia e caldo tutto quello che spesso un datore di lavoro con il dipendente vorrebbero spesso dirsi, ma non possono, per ovvi motivi! Gli scontri ci sono, ma sinceramente la maggior psrte del rapporto con mio padre è basato quasi esclusivamente sulla nostra convivenza lavorativa: ci conosciamo meglio da quando lavoriamo insieme e riusciamo anche a consigliarci!
per quanto riguarda il rapporto lavorativo con il mio ragazzo (che vedo volentieri 24 ore al giorno) va benone, è ovvio che se qualcosa non va ce lo diciamo ma di bello c'è che se uno dei due ha un problema lo risolviamo sempre insieme. Se le cose vanno bene ci prendiamo un week end di ferie per festeggiare se le cose vanno male ci prendiamo un caffè per tirarci su.
certo non dividiamo nettamente il lavoro dalla vita privata, ma non credo che anche se non lavorassimo insieme non parleremmo mai di lavoro...
Io sono felice di affrontare tutto insieme nel bene e nel male.
Consigli particolari non ne ho, perchè credo che sia una scelta totalmente individuale, ma vorrei farti due domande:
se non sai cosa fare da dove cominci?
Non puoi darti un possibilità da imprenditrice (non lasciando perdere totalmente l'interesse per la ditta familiare) e se va male tornare a lavorare a tempo pieno da tuo padre?
Comunque... in bocca al lupo!