I dieci indizi.
1. Le condizioni dei luoghi dei fatti: una casa relativamente isolata, in zona priva di vegetazione, sita in una piccola frazione ove non vi è passaggio occasionale di persone diverse dai residenti e dove verosimilmente persone estranee che si aggirino sulla località verrebbero notati.
2. L'assenza di alibi a favore dell'imputata, salvo per il breve tempo intercorso tra le 8,16 e le 8,24.
3. La singolarità delle poco credibili circostanze riferite dalla Franzoni circa la mancata chiusura a chiave della porta di ingresso della casa, determinata dall'esigenza di non svegliare Samuele.
4. La circostanza che l'autore del delitto indossasse i pantaloni del pigiama di Annamaria Franzoni.
5. La circostanza che molto probabilmente lo stesso indossasse la casacca del pigiama.
6. La circostanza che - sempre l'autore del fatto - indossasse gli zoccoli di Annamaria Franzoni.
7. Il mendacio dell'imputata in ordine alle calzature da lei utilizzate appena rientrata nella propria abitazione dopo aver accompagnato il figlio Davide allo scuolabus.
8. I termini strettamente riduttivi, che possono apparire diretti a non allarmare, almeno sin da subito, la pubblica autorità, nei quali la donna ha riferito le condizioni in cui si trovava il bambino ("vomitava sangue dalla bocca").
9. La notevole e anomala freddezza dimostrata dalla Franzoni subito dopo la scoperta del figlio morente: la donna non solo non si è recata in elicottero con il bambino, che appariva ancora vivo, ma si è affrettata a darlo per morto già parlando con il marito, al quale ha poi chiesto "facciamo un altro figlio? Mi aiuti a farne un altro?".
10. L'assenza di motivi di rancore, di particolari inimicizie nei confronti di chicchessia, al di là di piccoli screzi con alcuni vicini, peraltro del tutto normali in piccole comunità, e inidonei a essere ritenuti movente per un delitto di tal fatta, precisandosi peraltro che tutte le persone che risiedono nelle vicinanze sono in sostanza coperte da alibi".
sono andata a riesumare i giornali del 2004
quelle sopra sono la sintesi delle motivazioni della condanna in primo grado a 30 anni di galera
La prima frase quando ha chiamato i soccorsi dicendo che il figlio "perdeva sangue dalla bocca", è tremendamente simile all'affermazione di Alberto Stasi che aveva visto la fidanzata "bianca in volto" benchè impiastrata di sangue
La modalità fredda di agire li accomuna altrettanto.
Non sono abbastanza esperta degli scherzi che fa la mente umana, ma non mi stupirei se entrambi avessero rimosso l'azione cruenta e più o meno premeditata che hanno compiuto